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Il caso

Lavoratori somministrati di Prefettura, Questura e Commissione territoriale: incontro in via Tasso

Da quasi vent’anni il ministero dell’Interno affida a precari mansioni delicate e cruciali nell’ambito delle pratiche per il riconoscimento della protezione internazionale e per l’emersione del lavoro nero

Bergamo. È una questione che si trascina da quasi vent’anni, almeno dal 2003, la prima volta in cui anche a Bergamo i sindacati avevano sollevato il problema: a svolgere mansioni cruciali e spesso del tutto strutturali negli uffici immigrazione di Prefettura, Questura e per la Commissione territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale, il ministero dell’Interno continua ad impiegare precari, oggi in somministrazione alle dipendenze di due agenzie per il lavoro.

Di nuovo, questo mese, si è alle prese con l’ennesima scadenza di diversi contratti e con l’incertezza della loro proroga: a livello nazionale a rischio ci sarebbero circa 1.400 persone con rapporti di lavoro che giungono al termine tra il 15 dicembre e il 28 febbraio. Circa 800 sono dipendenti di Manpower in diverse Prefetture del Paese, poco più di 580 si trovano invece nelle Questure, impiegati con l’agenzia Gi Group.

A Bergamo le scadenze coinvolgono 12 lavoratori somministrati in Prefettura e 7 in Questura, impegnati in attività di accoglienza, nelle procedure per il diritto asilo e nelle attività della Commissione territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale.

Mercoledì 1° dicembre il Prefetto di Bergamo Enrico Ricci ha incontrato i rappresentanti di Nidil-Cgil, Felsa-Cisl e Uiltemp-Uil provinciali, che, come accaduto in molti territori del Paese, avevano richiesto un confronto urgente, prima dell’appuntamento al ministero previsto per il 3 dicembre.
“È opportuno evidenziare che, alla luce di una carenza di personale già esistente, l’eventuale cessazione del rapporto di somministrazione di questi lavoratori arrecherà un grave pregiudizio, depotenziando pesantemente l’attività degli uffici” hanno dichiarato Paola Redondi di Nidil Cgil e Annalisa Colombo della segreteria Cgil, Guido Fratta di Felsa-Cisl e Albina Pjeci di Uiltemp-Uil di Bergamo, durante l’incontro con il Prefetto. “Le chiediamo, dunque, di rappresentare all’Ufficio di gabinetto del ministro l’esigenza di prorogare i contratti dei lavoratori somministrati, al fine di non arrecare alcun pregiudizio alle attività di Prefettura, Questura e Commissione territoriale”.

Da parte sua il Prefetto ha concordato sulla rilevanza e la delicatezza delle mansioni svolte da questi lavoratori, a cui sono affidate attività essenziali per la prosecuzione dei servizi. Ha anche manifestato la necessità di poter usufruire della loro collaborazione anche per i mesi a venire.

“Questi lavoratori sono coinvolti in mansioni cruciali e delicate, tra cui, ad esempio, quelle relative alle procedure di emersione del lavoro nero per cittadini italiani, comunitari e cittadini extracomunitari” hanno spiegato i quattro sindacalisti. “A giudicare dai dati dell’ultima sanatoria riservata ai lavoratori domestici (che risale all’estate 2020), i somministrati vanno a coprire carenze di personale evidenti: secondo i dati aggiornati al 27 ottobre, a Bergamo su 4.581 domande, i permessi di soggiorno in via di rilascio proprio sulla base di emersione per lavoro domestico sono pari solo al 32.5% del totale delle richieste presentate. In diverse province lombarde la percentuale è anche minore. Queste attese che si protraggono da un anno e mezzo, ovviamente, producono effetti negativi sulle famiglie che richiedono la regolarizzazione dei propri lavoratori, e per i cittadini stranieri stessi che, con il trascorrere dei mesi, capita che perdano i requisiti per accedere alla procedura di emersione. Ora, nella Legge di Bilancio, per i precari di Questure e Prefetture non sono previsti stanziamenti per la stabilizzazione. Eppure, lo sottolineiamo, si tratta di lavoratori che rappresentano l’avanguardia della parte operativa dei processi di integrazione dei migranti. Per loro va trovata una soluzione” aggiungono i sindacalisti.

Intanto, a livello nazionale, i sindacati sottolineano il “paradosso della drammatica carenza di personale al ministero dell’Interno, che al momento è sottorganico di almeno 5.000 unità e i cui lavoratori vanno in pensione a ritmi elevatissimi, nell’ordine delle decine di persone ogni mese. Il ministero non può, dunque, permettersi in alcun modo di lasciare a casa in 3 mesi oltre 1.400 persone che hanno contribuito all’attività ordinaria degli uffici”, si legge in una nota congiunta.

Per questo, nell’incontro di venerdì, verrà chiesto al ministro Luciana Lamorgese di “impegnarsi affinché vengano prorogati tutti i contratti di lavoro in questione, trovando le modalità più adeguate e rapide dal punto di vista amministrativo e, in prospettiva, si chiede di predisporre un piano di assunzioni straordinario che tenga conto dell’esperienza lavorativa maturata in questo periodo”.

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