Fra due settimane

La Lombardia rischia un Natale in zona gialla?

Lo annuncia il Corriere della Sera valutando i dati sull’incidenza dei nuovi casi di malattia ogni 100 mila abitanti

Esiste una probabilità concreta che tra due settimane la Lombardia possa arrivare a numeri da “zona gialla”, e avviarsi al Natale nella prima fascia di misure per il contenimento del virus. Lo annuncia il Corriere della Sera valutando i dati sull’incidenza dei nuovi casi di malattia ogni 100 mila abitanti.

Domenica la Lombardia era a 135; le previsioni del modello “Made”, il sistema di monitoraggio elaborato dagli esperti dell’Associazione italiana di epidemiologia, stima che tra due settimane si possa arrivare sopra i 230. Abbastanza scontato che si superi anche la soglia del 15 per cento di occupazione dei posti letto nei reparti Covid ordinari degli ospedali. Non altrettanto probabile che si oltrepassi invece il limite anche per l’ultimo indicatore, 10 per cento di posti occupati in terapia intensiva. Nel quadro complessivo l’epidemia resta in espansione, anche se si nota qualche segnale di frenata: scenario dunque “fragile”, o comunque a rischio, in caso di diffusione di una variante della quale non si conosce ancora la potenza.

I nuovi positivi in tutta la regione sono cresciuti del 29% nella prima settimana di novembre, l’aumento è schizzato e s’è mantenuto al 60 per cento nelle settimane centrali, per tornare appena sotto il 30 per cento negli ultimi 7 giorni. Tradotto in numeri assoluti: a inizio novembre in tutta la Lombardia si contavano in media circa 600 nuovi contagiati al giorno, oggi i nuovi positivi sono più del triplo, e cioè oltre 1.900 ogni 24 ore.

Sembra un’impennata, ma non lo è (di certo non nelle stesse proporzioni) se si considera quel che accadde a novembre 2020, quando in poco più di un mese si passò da poche centinaia, a oltre 10mila nuovi contagiati al giorno. Uno sviluppo ancor più chiaro se si considerano i dati «a blocchi»: in tutta la prima settimana di novembre, i nuovi positivi sono stati circa 4mila, nella seconda 6.400, nella terza poco più di 10mila, nell’ultima circa 12mila. Numeri che continuano ad aumentare, ma senza «esplodere». Un’ondata consistente, ma lenta. Una crescita ancora lineare, che al momento non presenta tratti di andamento esponenziale.

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