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Bergamo

I muri esterni dell’ex centrale di via Daste e Spalenga raccontano la forza dell’energia creativa

Il 30 novembre si terrà la presentazione del progetto “Street art in Daste” dell’associazione Openarch - Laboratori di pittura murale per i giovani del quartiere e mappatura delle opere di street art in città

L’aria è cambiata in via Daste e Spalenga. Un tempo l’energia era quella prodotta dalla centrale elettrica attivata nel 1927. Trainava un’area produttiva dalla forte vocazione tessile, quella delle industrie Riuniti e Filati, ed impiegava oltre 600 dipendenti.

Oggi quello spazio è diventato laboratorio di cittadinanza attiva. L’energia è diversa, ed è creativa e inclusiva. “L’energia creativa come motore di comunità”, la chiama così Manuela Bandini, architetto, referente del progetto “Street art in Daste” dell’associazione Openarch, costituita nel 2018, che, con Lab80film e Generazioni Fa, ha co-fondato DASTE, la nuova realtà culturale che ha trovato casa proprio negli spazi della ex centrale elettrica.

Il progetto “Street art in Daste”, realizzato con il contributo di Fondazione Comunità Bergamasca e l’adesione di Cooperativa Ruah, in collaborazione con la cooperativa Generazioni Fa, Lab80film, Tandem srl e le Politiche per i Giovani del Comune di Bergamo, ha proposto laboratori di street art ad adolescenti del quartiere, che hanno iniziato a frequentare più assiduamente i nuovi spazi della ex-centrale. I laboratori sono stati condotti dall’artista Lorenzo Lupi, street artist under 35, ma già conosciuto, non solo a livello locale, e con una lunga esperienza in attività di creatività partecipata. Il risultato sono tre murales sui muri esterni alla centrale che rappresentano l’energia e la forza degli elementi della natura rispetto a quelle della cultura. Un risultato non scontato, soprattutto tenendo conto degli esordi del progetto, come spiega l’architetto Bandini: “Quando siamo entrati qui come associazione, vincendo con altri il bando per gestire quest’area, abbiamo occupato uno spazio di altri, cioè degli adolescenti che lì esercitavano la loro trasgressione proprio con le pitture murali. Con il nostro arrivo, si sono sentiti estromessi ed è per questo che l’obiettivo di questo progetto andava proprio nella direzione di riannodare legami di comunità”. In un primo tempo, i ragazzi mostrano diffidenza, non hanno interesse ad ascoltare i “nuovi arrivati”. Grazie al “mediatore” Lorenzo Lupi, “abituato a relazionarsi con gli adolescenti, anche i più difficili” – prosegue Bandini – , ed agli educatori di Generazioni Fa, arrivano le prime risposte. I ragazzi accettano di partecipare alla progettazione, si lasciano coinvolgere e con grande entusiasmo si lanciano all’opera. “Volevamo restituire qualcosa che era già loro. Se in un primo momento si sono sentiti spodestati, poi c’è stato un passaparola guidato dai primi a tornare nella ex centrale. È bastato che qualcuno di loro cominciasse a dire: ‘Questa è ancora casa nostra’. Da quel momento, qualcosa è cambiato”, racconta Manuela Bandini.

“Street art in Daste” ha prodotto anche una mappatura delle opere di street art presenti in città (ad esempio, nel quartiere di Boccaleone o nei pressi della stazione). Una mappa online ed interattiva realizzata dagli studenti del liceo artistico “Giacomo Manzù” e del liceo scientifico “Lorenzo Lussana” coinvolti in tirocini di P.C.T.O. (Percorsi per le Competenze Trasversali e Orientamento, ex Alternanza Scuola-Lavoro). Al momento non sono ancora stati individuati i siti sui quali sarà pubblicata la mappa.

I frutti di questo progetto saranno presentati martedì 30 novembre alle ore 18 allo Spazio Eventi di Daste (via Daste Spalenga, 13/15 a Bergamo). Nel corso della presentazione, interverranno l’artista Lorenzo Lupi ed i giovani coinvolti nell’iniziativa. Un video mostrerà la genesi di questa neonata officina di sperimentazione, che ha consegnato così all’area una nuova veste “produttiva”, facilitando l’inclusione e l’appropriazione di spazi che tornano pian piano alla comunità. Un’area per decenni degradata continua così il suo processo di riqualificazione urbana, sottolinea Simona Bonaldi, Vicepresidente di Fondazione Comunità Bergamasca: “Trovo estremamente positiva l’iniziativa dell’associazione Openarch, perché contribuisce a fare degli spazi dell’ex centrale elettrica di via Daste e Spalenga un luogo di aggregazione per i ragazzi, a partire da coloro che abitano in quell’area, stimolando la loro creatività e interpellandoli sulla città che vogliono. Fondazione Comunità Bergamasca sostiene la cultura e la formazione come modalità di coinvolgimento dei giovani e come valore per favorire la partecipazione di tutti. Valorizza tutte le iniziative sostenibili di riqualificazione urbana e di inclusione sociale, che contribuiscono ad amplificare il senso di appartenenza al territorio. La cultura, che è veicolo di comunicazione e di relazione, può così diventare spazio per diffondere fiducia o per ricucire legami allentati”.

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