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Atalanta

Musso non si tocca, tra alti e bassi il portiere argentino è sempre decisivo

Considerata l'età, l'estremo difensore arrivato in estate dall'Udinese potrebbe diventare uno dei migliori nel suo ruolo

Quando si parla del ruolo del portiere non è mai facile mettere d’accordo tutti. In estate con l’addio di Gollini, partito per l’Inghilterra destinazione Tottenham, l’Atalanta ha deciso di investire una cifra considerevole per aggiudicarsi le prestazioni di uno dei migliori estremi difensori del campionato italiano: Juan Musso, classe 1994.

Visto l’esborso economico tra gli addetti ai lavori e i tifosi si sono create grandi aspettative sul nuovo arrivato che è stato utilizzato subito dal tecnico Gasperini. In campo da inizio stagione fino a oggi l’argentino sta vivendo alcuni bassi ma soprattutto tantissimi alti. Tracciando un bilancio delle performance di Musso, nonostante qualcuno continui a sottolineare gli errori commessi, si può dire che nel complesso sono state più che positive. Un sette in pagella che avrà modo di essere migliorato da qui a maggio.

Ripercorrendo le partite giocate finora, il portiere è stato protagonista per la prima volta contro il Villareal in Champions League. L’estremo difensore si è espresso su grandissimi livelli compiendo tre interventi da urlo su Gerard Moreno, di cui uno nei minuti di recupero che ha salvato il risultato e permesso ai nerazzurri di tornare a Bergamo con un punto conquistato.

Nel match dell’Arechi è stato chiamato in causa poche volte ma si è fatto trovare pronto su un tiro velenoso di Gondo che avrebbe potuto cambiare le sorti dell’incontro. A San Siro di fronte all’Inter non è stato da meno facendo due grandi salvataggi.

Non si può dire lo stesso nella settima giornata al Gewiss Stadium con il Milan, quando non è stato impeccabile sulla respinta centrale in occasione del gol di Calabria. Questa è la prima vera imprecisione che è costata cara alla Dea.

Un’altra partita da incorniciare è stata quella dell’Old Trafford contro il Manchester United. Nel duello a tu per tu con Ronaldo, Musso l’ha ipnotizzato due volte, si è superato anche su Fred e Bruno Fernandes mantenendo in gioco gli orobici fino ai minuti finali quando i Red Devils l’hanno ribaltata.

Da dimenticare l’uscita alta a vuoto che ha regalato il pareggio su corner all’Udinese nella sfida successiva di campionato, resa meno amara dal salvataggio sulla linea sul tocco maldestro di Lovato che stava finendo in porta poco prima dell’1-1 firmato Beto. A Marassi contro la Sampdoria era stato Caputo ad arrendersi sull’uscita a valanga del portiere argentino per difendere la propria porta sul 2-1 in favore dei nerazzurri.

Musso è stato decisivo anche con la Lazio, in un paio di occasioni, a negare la gioia del gol a Immobile. Il suo zampino non è mancato in Champions League nell’ultima uscita con lo Young Boys, partita in cui allo scadere Lauper, con un tiro strepitoso dalla distanza, aveva fatto sognare i tifosi svizzeri. Il miracolo dell’estremo difensore di Gasperini ha riscattato la clamorosa disattenzione commessa sulla prima rete dello Spezia, quando la respinta in tuffo aveva colpito la traversa ed era arrivata sui piedi di Nzola per il vantaggio ligure.

Vista l’età Musso ha grandissimi margini di miglioramento sia dal punto di vista tecnico che mentale ma con quello che ha messo in mostra finora gli si può concedere qualche passaggio a vuoto. Del resto anche i giocatori che hanno fatto la storia tra i pali come Buffon, Zoff e Neuer hanno commesso errori pesanti (le classiche ‘paperate’). Se dovesse riuscire a crescere limitando questi blackout diventerebbe uno dei portieri più forti del mondo.

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