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L'inziativa

Librerie e spazi pubblici: sulle vetrine il numero antiviolenza 1522

L'inziativa del Comune di Bergamo e della Rete Antiviolenza degli Ambiti di Bergamo e Dalmine per pubblicizzare il numero di emergenza

Bergamo. Un numero, 1522, su una vetrofania attaccata alle vetrine delle librerie, negli spazi comunali, all’Informagiovani, al Drop In don Fausto Resmini in stazione, nei bagni pubblici.

Un numero a disposizione di tutte le donne che subiscono maltrattamenti, con indicazioni in diverse lingue, perché componendolo risponde un operatore del centro antiviolenza, 24 ore su 24, 7 giorni su 7, in tutta Italia.

L’iniziativa, portata avanti dal Comune di Bergamo e dalla rete Antiviolenza degli ambiti di Dalmine e Bergamo, nasce da un ordine del giorno proposto dalla consigliera comunale del Pd Viviana Milesi: “Il numero ha bisogno di essere divulgato, deve essere reso familiare. Abbiamo pensato di affiggerlo anche nei bagni pubblici, luoghi dove le donne sono sole, si sentono al sicuro anche se per pochi minuti e dai quali potrebbe partire la chiamata per lanciare il loro grido di aiuto”.

L’assessora alle Politiche sociali del Comune di Bergamo Marcella Messina ha dichiarato alla presentazione dell’iniziativa: “La violenza è una dimensione culturale forte e c’è bisogno del sostegno per contrastarla. Abbiamo pensato che, essendo appunto una questione di cultura, le librerie fossero il luogo adatto per pubblicizzare il numero. Lo abbiamo proposto ad Ascom Confesercenti, che ha subito aderito”.

 

vetrofanie 1522

 

 

Nel 2020 le chiamate al 1522, sono aumentate del 79,5% rispetto al 2019, sia per telefono, sia via chat (+71%).

Il boom si è avuto a partire da fine marzo, con picchi ad aprile (+176,9% rispetto allo stesso mese del 2019) e a maggio (+182,2 rispetto a maggio 2019). La violenza segnalata è soprattutto fisica (47,9% dei casi), anche se quasi tutte le donne hanno subito più di una forma di violenza e tra queste, in primis, quella psicologica (50,5%).

Rispetto agli anni precedenti, sono aumentate le richieste di aiuto delle giovanissime fino a 24 anni di età (11,8% nel 2020 contro il 9,8% nel 2019) e delle donne con più di 55 anni (23,2% nel 2020; 18,9% nel 2019).

Per quanto riguarda la nostra provincia, da gennaio al 31 ottobre 2021, nei due Ambiti, Bergamo e Dalmine, il Centro Antiviolenza Aiutodonna e lo Spazio Donna di Dalmine hanno ricevuto 310 contatti di donne. A livello provinciale, nelle 5 Reti Antiviolenza territoriali, il numero di contatti totale è di 829 donne.

“Il Manifesto della Nostra Rete ribadisce che noi ci siamo sempre, non solo il 25 novembre – dichiara Silvia Dradi, coordinatrice della Rete -. In questi mesi abbiamo garantito protezione e accoglienza tempestiva a tutte le donne che hanno chiesto aiuto in situazioni di alto rischio; sono state collocate, ad oggi, in protezione, nelle case rifugio convenzionate, 15 donne e 14 minori residenti nei nostri due Ambiti”.

“C’è un problema di consapevolezza rispetto alla tendenza a minimizzare sia la costruzione dell’identità maschile su elementi come il controllo e la forza, sia di legittimare l’idea del femminile come subalterno o antagonista a quello maschile – dichiara l’assessora alle Pari Opportunità del Comune di Bergamo Marzia Marchesi -. Per questo è findamentale una costante attività di formazione già negli adolescenti, promuovendo modelli positivi di relazione, educando ai sentimenti e al rispetto reciproco nella diversità”.

Sono diverse le iniziative in occasione del 25 Novembre nelle scuole superiori di città e provincia: al liceo scientifico Mascheroni e all’istituto Agrario Rigoni Stern hanno realizzato una panchina rossa, il Vittorio Emanuele propone una mostra sulla scalinata dell’istituto aperta alla città, così come il liceo artistico Fantoni, dove le classi quarte, su richiesta del Consiglio delle Donne, hanno realizzato delle cartoline sul tema della violenza di genere e degli scritti sul loro percorso creativo, nelle altre scuole incontri con i rappresentanti delle associazioni della Rete Antiviolenza.

 

vetrofanie 1522

 

 

 

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