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Appunti & virgole

Atalanta, un bicchiere mezzo pieno: San Lucho addolcisce l’Amaro a Berna

Zapata e Palomino illudono la Dea, padrona del gioco fino all'80'. Poi il ribaltone svizzero. Ma Muriel è tornato e servirà nel match decisivo

Teniamoci strette le tre cose belle della partita: il gran gol di Zapata, la meravigliosa rete di Palomino, la perla di Muriel. E, già che ci siamo, anche la paratona di Musso sull’ultimo tiro dello Young Boys.

Tutto è bene quel che finisce bene, no? Magari si dirà che Muriel ha pescato il jolly o che l’ha pescato il Gasp, mandandolo in campo proprio per tirare quel calcio di punizione, che poteva essere l’ultima occasione per pareggiare. E infatti… Il piede fatato di San Lucho ha reso l’Amaro a Berna un po’ meno indigesto, ma obiettivamente una sconfitta sarebbe stata ingiusta, con la Dea in vantaggio fino all’80’ e tutti a fare calcoli su quale risultato sarebbe stato utile conquistare contro il Villarreal, all’ultima giornata. A questo punto, solo uno: vincere.

Però, appunto, non buttiamo via tutto. Con una premessa per chi si aspettava una passeggiata o quasi, o pensava di vincere facile. Può essere che si siano illusi anche i giocatori, andando in vantaggio al primo tiro, con quella giravolta del Panterone, che segna per la sesta partita consecutiva. Sembrava tutto semplice, pronti via, anche le insidie del campo sintetico un problema di poco conto.

Ma, ragazzi, questa è la Champions, non il Torneo di Ferragosto e lo Young Boys sarà pure ultimo nel girone ma non è una squadra materasso e in casa sua ha piegato il Manchester United di Ronaldo con un gol al 95′. Quindi una squadra che non si arrende mai, fastidiosa da affrontare, l’abbiamo visto anche all’andata quando con molta pazienza, dopo quasi 70 minuti, l’ha decisa Pessina. Che stavolta ha giocato solo pochi minuti, è appena rientrato da un infortunio, mentre allora si era fatto male Gosens che finalmente potrebbe presto rientrare, dopo quasi due mesi.

La paura è stata quella di ricadere nel finale di Manchester: allora era uscito per infortunio un gladiatore, Demiral, che teneva a bada Ronaldo e l’Atalanta nel secondo tempo aveva ceduto ai colpi degli inglesi. A Berna, vogliamo sottovalutare la perdita di uno dei migliori, Zappacosta, azzoppato senza che l’arbitro battesse ciglio? Qualcosa è cambiato, pur con tutto l’impegno del volenteroso Pezzella che ha anche tentato un paio di buone conclusioni. Però togli la pressione costante del numero 77, mettici qualche distrazione anche dei più esperti (De Roon), l’aggressività degli svizzeri, che hanno nell’attacco il loro punto di forza. Probabilmente erano anche più freschi, se venivano da quindici giorni di stop mentre i ‘nostri’ avevano giocato tre giorni prima.

Peccato perché fino all’80’ la partita sembrava nelle mani della Dea, anche se qualche episodio aveva lasciato a dir poco perplessi per l’interpretazione arbitrale, dal fallo da rigore su Pasalic a quello su Zappacosta, solo giallo (?), ad altri interventi scorretti degli svizzeri e mai puniti.

Poi è vero che l’Atalanta subisce troppi gol, ne ha sempre presi nelle ultime dieci partite e l’ultima da imbattuta è proprio quella dello scorso 29 settembre con lo Young Boys. Non è nemmeno solo colpa dei difensori, che pure hanno qualche attenuante con Toloi e Djimsiti rientrati da poco, mentre Palomino è sempre in cattedra tra i migliori. Ci sono anche distrazioni dei centrocampisti che a questi livelli vengono subito punite, mentre va riconosciuto al tecnico svizzero il merito di aver buttato nella mischia nell’ultimo quarto d’ora attaccanti veloci, che hanno creato grossi problemi.

Alla fine il punto non è poi così brutto: una delle due bisognava vincerla, in teoria doveva essere la partita di Berna, così invece diventa quella di Bergamo, col Villarreal. Muriel è tornato, Duvan è una certezza, sarà pronto anche Gosens. Bisogna fare più di un gol e prenderne uno in meno: per le barricate, rivolgersi altrove.

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