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Il caso

Tensioni a Castelli Calepio, ora anche il Consiglio comunale perde pezzi

Massimiliano Chiari, 57 anni, consigliere comunale e capogruppo di Castelli Calepio Cambia, ha deciso di rassegnare le dimissioni dal proprio incarico lunedì 22 novembre

Castelli Calepio. Il paese sembra ormai allo sfacelo, e infatti il consiglio comunale inizia a perdere i pezzi. Cade una delle voci rappresentative dell’opposizione ed è quella di Massimiliano Chiari, consigliere comunale e capogruppo di Castelli Calepio Cambia, che ha deciso di rassegnare le dimissioni – irrevocabili ed immediatamente efficaci – dal proprio incarico, lunedì 22 novembre.

Chiari, 57 anni, lascia dopo quasi otto anni di attività come consigliere di minoranza comunicando la decisione in una lettera indirizzata all’intero consiglio comunale. Da anni strenuo oppositore della giunta Benini, per Chiari non c’è altra scelta che quella di andarsene. Non senza sofferenza, come testimonia la volontà di non aggiungere nulla a quanto scritto nella nota.

“I “gravi e reiterati episodi che rendono praticamente impossibile lo svolgimento delle mie funzioni”, denunciati per iscritto in data 13/10/2021 dal Segretario Comunale, Dora Tommaselli, – parole di una gravità inaudita se si considera che non sono state espresse da una parte politica, ma dal maggior organo tecnico istituzionale -, non solo non si sono risolti, ma – se possibile – si sono ulteriormente acuiti.

È mia opinione che questa legislatura non solo abbia già prodotto, ma continuerà a produrre danni enormi agli uffici ed ai servizi comunali e quindi, di riflesso, alla comunità di Castelli Calepio: alcuni di questi danni sono sotto gli occhi di tutti, da tempo, altri emergeranno in futuro.

Dal mio punto di vista, un solo esito avrebbe potuto riportare quel minimo di ordine che è indispensabile al nostro Comune: il commissariamento prefettizio. Purtroppo, affinché ciò possa accadere, sarebbe necessario che anche alcuni consiglieri di maggioranza si dimettessero insieme alle minoranze, eventualità che ho personalmente sondato, ma che non ha prodotto il risultato sperato. Evidentemente – io e l’assessora di maggioranza con la quale ho parlato – abbiamo una visione molto diversa riguardo a ciò che può essere considerato ancora tollerabile per il nostro Comune e ciò che non lo è più, a prescindere da ogni rispettiva collocazione politica.

Dopo sette anni e mezzo di attività di consigliere comunale di minoranza, durante i quali ne ho viste di ogni sorta, ma mai di così gravi come quelle accadute in questa prima metà dell’attuale legislatura, la mia personale capacità di sopportazione, di indignazione, ha superato ogni limite accettabile.

Ci tengo ad esprimere un particolare e sentito ringraziamento alla collega ed amica Sabina Pominelli, persona di rare virtù filantropiche, correttezza e serietà: nutro per lei una grande stima e le auguro ogni bene. Non di meno, ringrazio di cuore gli amici di Castelli Calepio Cambia, del PD ed i cittadini che mi hanno sempre sostenuto”.

Le istanze delle minoranze del comune di Castelli Calepio rimangono ora tutelate dai soli tre esponenti rimasti: Sabina Pominelli (Castelli Calepio Cambia), Laura Chiari e Monica Novali (Lega).

Il sindaco Giovanni Benini commenta: “Si vede che non poteva più combattere, che perdeva sempre”. La prende in maniera a dir poco pragmatica: “È comunque un avversario. E al suo posto entrerà il primo dei non eletti. Io sono il sindaco e devo andare avanti”. Benini non capisce le critiche, per lui conta fare. “A Castelli Calepio non c’è nessun problema, è un paese in cui si lavora. È inutile far la guerra quando facciamo le cose”. A questo proposito, il tema è anche l’occasione di una notizia, attesa da oltre un anno: “La scuola è finita – prosegue Benini -. Oggi consegno le chiavi al Dirigente, poi deciderà lui se entrare prima o dopo l’Immacolata. Ma i ritardi non sono mai stati imputabili al sindaco. Forse si è dimesso perché si è accorto che raccontava fandonie”. Fra Benini e Chiari non è mai corso buon sangue. Un rapporto, il loro, fatto molto spesso di attacchi pesanti e personali.

Più mite è invece la posizione dell’assessore Elena Pagani, con la quale Chiari si sarebbe interfacciato per cercare un confronto (e le dimissioni di qualche esponente della maggioranza, senza ottenere risultati, come lui stesso scrive). “Mi sorprende come scelta e non me l’aspettavo, perché da minoranza ha sempre fatto un’opposizione da tanto di cappello”.

Quella di Chiari, secondo l’assessore, non è però una scelta condivisibile per il futuro del paese: “Se tutti facessimo così non andremmo più avanti. E quale messaggio passerebbe?”. Ma è innegabile, a dispetto di quanto afferma il sindaco, che a Castelli Calepio non ci siano problemi. “Non è un periodo semplice, è difficile gestire tutto – afferma l’assessore -. A partire dai ritardi della scuola, e senza nascondere che qualche diverbio c’è stato. Ma è un cataclisma quello che si è abbattuto su Castelli Calepio, dalla perdita del vicesindaco, alle dimissioni di un assessore e al pensionamento di un segretario comunale. E nel mezzo prima la meningite e poi la pandemia”.

Le coincidenze non sono state delle più fortunate, e proprio per questo secondo Pagani l’unica soluzione possibile è quella di continuare a lavorare. “Oggi come oggi, nonostante tutto sono contenta di poter dire che chi si trova in Comune si dà da fare. Lo vedo personalmente”.

La giunta Benini rimane unita e non vacilla, come conferma lo stesso sindaco. “I miei sono fedeli, mi supportano e mi sopportano. Gli invidiosi ci sono sempre, ma la mia maggioranza è davvero contenta di andare avanti”. Anzi, c’è da chiedersi quale effetto porterà ora l’assenza di un’opposizione forte come quella di Chiari: spianerà la strada alla politica del “fare” di Benini o la rallenterà, avendo perso il suo pungolo?

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