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I dettagli

Gelmini a Bergamo per i fondi del Pnrr: “Il territorio sia in grado di moltiplicare queste risorse” fotogallery

Il ministro al Kilometro Rosso, per illustrare il Piano e confrontarsi con amministratori locali e imprese: il dettaglio dei progetti bergamaschi che già rientrano nei finanziamenti

Bergamo. Contenuti e opportunità del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, ma anche un confronto diretto e senza filtri con cittadini, imprese, amministratori locali e studenti: questi i principali obiettivi del ciclo di incontri “Italiadomani”, che lunedì 22 novembre ha fatto tappa a Bergamo.

A fare da cornice al secondo appuntamento dell’iniziativa voluta e promossa dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri per comunicare interventi e ricadute sul territorio del Pnrr è stato il Kilometro Rosso – Innovation District, che in una buona e autorevole cornice di pubblico ha ospitato il dialogo tra Mariastella Gelmini, ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Marco Leonardi, capo del Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica, Giorgio Gori, sindaco di Bergamo, e Carlo Mazzoleni, presidente della locale Camera di Commercio.

“Questo viaggio non poteva che partire da Bergamo, luogo che ha sofferto tanto nell’ultimo anno e mezzo e che simbolicamente rappresenta quello spirito di ripartenza di cui abbiamo bisogno – ha sottolineato il ministro Gelmini – Abbiamo una grande opportunità, che non dobbiamo disperdere: la possibilità di costruire un abito su misura per ogni zona di questo territorio, la possibilità, grazie all’Europa, di guardare al futuro”.

Ma gli oltre 235 miliardi di euro a disposizione non devono essere visti solo come un sostegno: “A Bergamo leggiamo il piano come un attivatore di cambiamento – ha spiegato il sindaco Gori – Siamo chiamati a recepire questa possibilità e confermarci il traino della ripresa del Paese: alla base della trasformazione, a mio avviso, ci deve essere il potenziamento del capitale umano e non solo gli investimenti in opere”.

Uno spunto, questo, sul quale più volte il primo cittadino del capoluogo ha stimolato i rappresentanti del Governo presenti, facendosi portavoce delle preoccupazioni dei colleghi: “I progetti inclusi nel Pnrr sono tanti e importanti, ma come faremo a far fronte a questa responsabilità? – ha incalzato – I Comuni sono l’ultimo anello di una catena che al capo opposto ha l’Unione Europea, sono coloro che devono trasformare le risorse in opere concrete. Per farlo al meglio hanno bisogno: di essere rafforzate nell’organico, perché vengono da anni di impoverimento; di semplificazione nel campo degli investimenti pubblici; che sia consentito affidare la progettazione definitiva prima di aver già in cassa i soldi. È un piano di investimenti in conto capitale e molti hanno senso se si ha la capacità di riempirli: chi paga, ad esempio, le insegnanti delle scuole o i medici delle case di comunità che si creeranno? Non sono necessità che si esauriscono: il governo ha fatto i conti sulla sostenibilità degli investimenti sui contenuti di ciò che andremo a costruire?”.

“Come Governo abbiamo la consapevolezza che 230 miliardi non si mettono a terra senza il pieno coinvolgimento di Regioni, Province e Comuni – ha risposto Gelmini – Abbiamo dunque bisogno di un confronto vero con le realtà del territorio e avere l’umiltà di ascoltarne le istanze, le aspettative, le criticità e le soluzioni. L’Italia è una e indivisibile, non possiamo permetterci errori e non deve essere la stagione dei campanilismi. Affidiamoci al principio costituzionale della leale collaborazione, per correre veloci verso l’obiettivo: siamo sotto esame da parte dell’Europa e lo supereremo se il pubblico correrà nel rispetto delle competenze di ciascuno, col coraggio di coinvolgere anche il privato. Perché le risorse del Pnrr che oggi ci sono sul tavolo devono avere un effetto moltiplicatore sul territorio: non sia assistenzialismo o una semplice somma di bonus, ma un volano per la crescita e la competitività. Partendo dalla lotta al virus, perché emergenza sanitaria e ripresa sono le nostre due sfide maggiori. Mancanza di organico nei Comuni? Ne siamo consapevoli, per questo abbiamo messo a disposizione mille persone che si dovranno alternare all’interno delle amministrazioni per dare un supporto tecnico nella predisposizione dei progetti e parallelamente lavoriamo alla riforma del Testo unico degli enti locali per accompagnare la progettualità del Pnrr con un cambio delle regole. Ne abbiamo bisogno e l’alibi del non avere le risorse questa volta non c’è”.

Chiamato più volte in causa, il mondo delle imprese rappresentato da Carlo Mazzoleni non si è sottratto all’impegno: “Guardiamo ovviamente con grande interesse e fiducia a questa opportunità straordinaria – ha evidenziato il numero uno della Camera di Commercio – Bergamo è riuscita ad avere finanziamenti importanti nel Pnrr grazie al grande lavoro fatto dal Tavolo per la ripresa e la competitività che raccoglie tutti gli attori istituzionali del territorio. Le imprese guardano al medio e lungo termine, perchè c’è vita anche oltre il 2026: abbiamo bisogno di una progettualità abilitante, in grado di sviluppare una crescita duratura e sostenibile. Bergamo ha tutte le carte in regola per candidarsi come ecosistema dell’innovazione: lo siamo già, si tratta solo di svilupparlo insieme ai nostri poli d’eccellenza”.

Un ultimo appunto al Governo è arrivato infine ancora dal sindaco Gori, che ha chiesto trasparenza e controllo rispetto alla parte significativa di risorse del Pnrr destinata a colmare il gap tra Nord e Sud (il 40% di quelle territorializzabili, oltre 80 miliardi di euro): “È giusto – ha precisato – ma sappiamo come negli ultimi anni soprattutto in quelle Regioni è mancato qualcosa a livello pratico e ci siamo trovati a dover restituire delle risorse. Oggi sarebbe uno spreco clamoroso: spero che il Governo si dia una sorta di ‘check-point’ a metà percorso sulla effettiva capacità di quelle Regioni di saper utilizzare bene i fondi. In caso contrario mi auguro che vengano redistribuiti a chi è in grado di farlo”.

A farsi da garante è ancora il ministro Gelmini: “L’obiettivo del superamento del divario Nord-Sud è uno di quelli primari del Piano, tra l’altro definito dall’Europa. Cosa assicurerà l’equità? Che la stragrande maggioranza delle risorse viene assegnata tramite bando, con un meccanismo competitivo”.

Il Pnrr in Lombardia

A Marco Leonardi il compito di illustrare le ricadute del Piano sul territorio lombardo, a cui spettano in totale 1,3 miliardi di euro di cui ha titolarità il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile.

In quella cifra rientrano i 252,9 milioni per la riqualificazione dell’edilizia residenziale pubblica in Comuni con meno di 30mila abitanti (bando già aperto dalla Regione), ma anche 442 milioni per interventi tecnici di Rfi, 64,6 milioni per il rinnovo dei trani per il trasporto pubblico locale, 392,7 milioni per interventi del Programma innovativo per la qualità dell’abitare, 60,9 milioni per il rinnovo dei bus extraurbani, 79,4 milioni per interventi sulle linee ferroviarie regionali.

Nel campo della transizione ecologica rientrano progetti per la tutela e valorizzazione del verde urbano ed extraurbano o le misure per la gestione del rischio idrogeologico.

Circa 1,2 miliardi sono destinati alla Salute, con la realizzazione entro il 2026 di 203 Case della Comunità, 60 Ospedali della Comunità, interventi di ammodernamento del parco tecnologico e digitale ospedaliero e delle grandi apparecchiature, ma anche la formazione di 38.311 dipendenti.

Nel capitolo Istruzione rientrano 800 milioni per la realizzazione di nuove scuole, interventi per innalzare il tasso di presa in carico di asili nido e scuole dell’infanzia, 400 milioni per le mense scolastiche e altri 300 per le palestre scolastiche.

Il Pnrr a Bergamo

Tra i progetti che rientrano nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza c’è il cosiddetto “BRT”, intervento da 80 milioni per la realizzazione di un collegamento con bus elettrici e in corsia preferenziale (per la maggior parte in sede protetta) tra Bergamo e Dalmine, che dalla stazione toccherà l’università in via dei Caniana, il Kilometro Rosso, l’ateneo di Dalmine, il Point di Dalmine e la stazione di Verdello.

Il progetto più grande è forse quello che ruota attorno alla stazione dei treni di Bergamo, futuro polo intermodale: finanziato con 50 milioni affidati a Rfi per la parte ferroviaria, ha già attivato investimenti pubblici per 100 milioni e per 200 milioni da parte di privati.

L’area di Porta Sud sarà così rilanciata, anche tramite una rigenerazione urbana legata al nuovo collegamento con l’aeroporto di Orio al Serio e al raddoppio sulla Ponte-Montello.

Meno “chiacchierati” ma di sicuro impatto, altri due interventi.

Il primo è la rigenerazione dell’ex Convento Maddalena, che rientra nella linea progettuale del Pnrr relativa alla riqualificazione delle Cittadelle giudiziarie: gli spazi del chiostro invia Sant’Alessandro, adiacenti al tribunale e di proprietà del Comune, saranno destinati agli uffici dell’Ufficio Esecuzione Penale Esterna e del Giudice di Pace.

Sulla Qualità dell’Abitare, infine, alla città di Bergamo sono già stati assegnati due progetti: il primo, da 12,9 milioni, per la riqualificazione di due palazzine da quasi 50 appartamenti nel cuore del Villaggio degli Sposi (in Piazzale Visconti); il secondo da 7,8 milioni per proseguire il lavoro di ristrutturazione dell’ex carcere di Sant’Agata sul quale è già in corso un intervento della Cooperativa Città Alta e che si arricchisce così di una destinazione abitativa con appartamenti pensati per l’insediamento di giovani e giovani coppie a canone contenuto.

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