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L'iniziativa

Fondazione Comunità Bergamasca sostiene il progetto “Una mummia da salvare”

Per la mummia egiziana del sacerdote Ankhekhonsu restauro “a vista” dal 16 al 20 novembre al Museo Civico di Scienze Naturali di Bergamo

Osservare attraverso un grande oblò il lavoro di restauro di una mummia egizia. Assistere in diretta al sofisticato lavoro che conduce al suo identikit. Privilegio di pochi addetti ai lavori? Sogno per coloro che da bambini s’immaginavano di diventare archeologi? No, piuttosto un’esperienza accessibile a tutti presso il Museo Civico di Scienze Naturali di Bergamo (in Città Alta, in piazza Cittadella 10) dal 16 al 20 novembre, dalle 09,30 alle 13 e dalle 14 alle 17, senza obbligo di prenotazione. Un’esperienza resa possibile grazie al progetto “Una mummia da salvare”, realizzato in collaborazione con il Civico Museo Archeologico di Bergamo e dal Comune di Bergamo, ideato da “Mummy Project Research” e sostenuto da Fondazione Comunità Bergamasca e da altri soggetti. (Rotary Club di Bergamo, da GP Batteries, BPS srl, Karl Storz Endoscopia Italia S.r.l., BPS S.r.l. Consulenza e Servizi per l’Ambiente, Agenzia Funebre Regazzi di Calusco d’Adda).

Osservata speciale è la mummia del sacerdote Ankhekhonsu, fino a poco tempo fa conservata presso il Civico Museo Archeologico di Bergamo, al momento chiuso al pubblico per ristrutturazione ed allestimento del suo percorso espositivo e che in futuro avrà una nuova sezione egizia con reperti oggi non esposti. Non è la prima volta che questa mummia egizia è oggetto di attenzioni particolari: è stata infatti già sottoposta a TAC al Policlinico di Milano, laparoscopia e a prelievi delle ossa, delle bende e di altro materiale organico, utili per datarla ed avere la certezza che corrisponda allo stesso periodo del sarcofago che l’accompagna (realizzato tra il 900 e l’800 a.C.) e per scoprire quali sostanze siano state usate durante la mummificazione. È stato grazie a questi esami che i ricercatori hanno scoperto che il corpo del sarcofago di Ankhekhonsu è di un uomo di età compresa tra i 40 e i 50 anni, di statura compresa tra i 172 e i 178 centimetri, piuttosto alto per il periodo storico in cui visse.

Sono le mani di Cinzia Oliva, restauratrice di tessuti antichi specializzata in manufatti archeologici e mummie egizie, che si stanno prendendo cura di quest’uomo vissuto nell’antico Egitto. Ed è proprio il suo lavoro di restauro conservativo, iniziato il 25 ottobre, che potrà essere osservato attraverso un grande oblò al Museo “Caffi” di Città Alta. Lavoro delicatissimo, perché la mummia di Ankhekhonsu non è infatti solo un reperto di valore storico e archeologico, ma è anche e soprattutto un corpo, consegnato all’eternità attraverso un sofisticato processo di imbalsamazione.

Gli appassionati potranno approfittare anche di alcuni brevi incontri con la restauratrice e con Sabina Malgora, archeologa, egittologa e direttrice del “Mummy Project Research” di Milano, per fare domande, soddisfare curiosità, approfondire tematiche. Il team del “Mummy Project Research”, composto dalla direttrice Malgora e dagli antropologi Chantal Milani, Jonathan Elias e Francesca Motta, ha infatti analizzato le immagini a seguito della TAC, ricostruendo in 3D il corpo mummificato e nascosto dalle bende, senza danneggiare il reperto.

Gli incontri, a prenotazione obbligatoria, si terranno venerdì 19 novembre (alle ore 15.00, 15.30, 16.00 e 16.30) e sabato 20 novembre (alle ore 11.00, 11.30, 12.00 e 12.30). Per le prenotazioni, scrivere ad archeodidatticabergamo@gmail.com.

Ultimato il restauro, il passo successivo del progetto sarà la ricostruzione forense del volto a cura di Chantal Milani, antropologa e odontologa forense, che restituirà alla mummia le sue sembianze permettendo a tutti, studiosi ed appassionati, di apprezzarne la fisionomia.

Il “Mummy Project Research”, co-fondato nel 2009 da Malgora e da Luca Bernardo, direttore della “Casa Pediatrica” dell’ospedale “Fatebenefratelli”, è un centro di ricerche e sviluppo finalizzato allo studio dei reperti organici, in particolare mummie umane e di animali, attraverso analisi effettuate con le più moderne tecniche di indagine medica ed investigativa, eseguite da un’équipe multidisciplinare. Il progetto restituisce un’identità alle mummie completando il quadro storico e culturale da cui provengono. Collabora con università, musei, fondazioni ed istituzioni culturali. Organizza inoltre mostre, eventi culturali.

Il contributo stanziato da Fondazione Comunità Bergamasca, finalizzato a restaurare, studiare e valorizzare la mummia di Ankhekhonsu, prevede la creazione di un supporto speciale per l’alloggio definitivo del corpo e la disinfestazione, la pulitura, il restauro delle bende e la parziale ricomposizione delle bendature originali, con l’ausilio di specifiche indagini. La promozione dell’arte e della cultura è nella mission di Fondazione Comunità Bergamasca, come sottolinea il suo presidente Osvaldo Ranica: “L’intervento dei ricercatori del ‘Mummy Project Research’ è meritorio perché non solo protegge la perdita di un fragile bene di grande valore scientifico e museale, ma, lavorando per garantire alla mummia l’eternità, ne permette l’esposizione e la fruizione nel futuro, consentendo a tutti di conoscerne la storia. Ci auguriamo che questo sia il primo passo per un’adeguata valorizzazione di tutti i reperti della storia egizia presenti nei nostri musei”.

Il costo del biglietto al Museo Civico di Scienze Naturali è di 3 euro (l’ingresso è gratuito per gli under 18, le persone con disabilità e i loro accompagnatori). Per l’accesso al museo sono obbligatori il Green Pass e la mascherina indossata.

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