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L'intervista

Vaccini Covid 5-11 anni, Remuzzi: “È improbabile che possano avere effetto sulla crescita”

Ne parliamo con il professor Giuseppe Remuzzi, presidente dell'Istituto Mario Negri

“È improbabile che i vaccini contro il Covid-19 possano avere un effetto sullo sviluppo della crescita e non esiste un razionale biologico che possa far pensare a questo eventuale rischio”. Così il professor Giuseppe Remuzzi, presidente dell’Istituto Mario Negri, risponde in merito ai timori su eventuali ripercussioni della vaccinazione anti-Covid nei bambini tra i 5 e gli 11 anni.

Nelle ultime settimane si sta parlando sempre più della possibilità di effettuare il vaccino a questa fascia d’età: abbiamo intervistato il professor Remuzzi per saperne di più.

Bisogna vaccinare anche i bambini di età compresa fra i 5 e gli 11 anni?

Già nelle scorse settimane i medici dell’Accademia Americana di Pediatria avevano fortemente raccomandato di vaccinare i bambini inclusi i più piccoli. Da quando poi il vaccino Pfizer/BioNTech è stato approvato dalla Food and Drug Administration (FDA) negli Stati Uniti per la fascia 5-11 anni, anche da noi sono molte le posizioni favorevoli alla vaccinazione all’interno della comunità scientifica, a partire dalla Società italiana di pediatria. La vaccinazione nei più piccoli è consigliata perché, anche se si ammalano raramente, si stanno verificando numerosi contagi: negli Stati Uniti dall’inizio della pandemia, i bambini positivi al Covid-19 sono stati quasi 6 milioni con 520 morti (di questi 143 avevano tra i 5 e gli 11 anni). Da noi i casi confermati nella popolazione 0-19 anni fino al 3 novembre sono stati 783.996 con 36 morti e in Lombardia, nella prima settimana di novembre i contagi pediatrici sono in crescita soprattutto per la classe d’età 6-10 anni. Ciò che spinge i pediatri a raccomandare la vaccinazione anche ai più piccoli è proteggerli dagli effetti gravi della malattia, ma non solo: vaccinando i bambini si evita che l’infezione si propaghi agli altri bambini della scuola e agli amici che frequentano fuori, per pensare a un futuro ritorno alla normalità.

In questa fascia d’età il rischio di contrarre la malattia è raro: i benefici del vaccino superano comunque i rischi? Come mai?

Le forme gravi di Covid-19 in questa fascia d’età sono rare, ma ci sono: se un bambino si ammala può contrarre anche se raramente la sindrome infiammatoria multisistemica che provoca un danno al cuore, ai polmoni, al cervello, ai reni e ad altri organi. È una malattia con un quadro grave, difficile da curare e con strascichi anche molto spiacevoli. Dall’inizio della pandemia di questi casi ne sono stati registrati solo negli Stati Uniti 5.200, da noi diverse centinaia. E non si tratta di bambini con fragilità: gli studi sui tassi di ospedalizzazione per la popolazione pediatrica hanno dimostrato che molti di questi ricoveri sono avvenuti anche tra bambini senza fattori di rischio o malattie pregresse. Queste infiammazioni che si sono manifestate in seguito al Covid-19 sono molte di più e molto più gravi delle rare e curabili miocarditi riscontrate in seguito al vaccino. Il vaccino Pfizer autorizzato dalla FDA americana è stato studiato su 2250 bambini tra i 5 e gli 11 anni e nessuno di loro ha avuto la miocardite. Questo non vuol dire che quando i bambini vaccinati saranno milioni non si potranno verificare casi rari di miocardite anche nei più piccoli, ma a giudicare da quanto è stato rilevato negli adolescenti, le miocarditi sono disturbi passeggeri che si risolvono in poco tempo e, soprattutto, se ne verificano pochissimi casi: da 1 su ventimila a 1 su cinquantamila.

Per i più piccoli il vaccino è sicuro?

La procedura dell’approvazione in emergenza è molto rigorosa e, oltre all’efficacia del vaccino, gli studi effettuati sui bambini tra i 5 e gli 11 anni hanno anche evidenziato qual è il dosaggio adeguato alla fascia pediatrica: ai bambini verrà somministrata una quantità molto più bassa di mRNA, 10 microgrammi in due dosi invece che 30 microgrammi previsti per gli over 12, sempre in due somministrazioni. Questa quantità è sufficiente per produrre una risposta anticorpale molto forte e per prevenire la malattia nel 90% dei bambini.

Possono esserci particolari controindicazioni o effetti collaterali?

Solo ciò che siamo già abituati a vedere per le fasce d’età più grandi e negli adulti: arrossamento e gonfiore del sito di iniezione, stanchezza, in alcuni casi un po’ di febbre e molti bambini non avranno proprio nessun effetto collaterale.

Per concludere, il vaccino potrebbe avere ripercussioni negative sulla crescita o sullo sviluppo?

Non c’è nessuna base scientifica per cui questo possa avvenire: è improbabile che i vaccini contro il Covid-19 possano avere un effetto sullo sviluppo della crescita e non esiste un razionale biologico che possa far pensare a questo eventuale rischio. L’esperienza accumulata con i vaccini in uso da più tempo ci dimostra che i vaccini non hanno mai avuto ripercussioni a lungo termine.

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