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Lunedì 15 novembre

Processi per gli scontri di Lovere, Rifondazione Comunista: “Alla sbarra nessun fascista, perchè?”

Lunedì 15 si terranno al tribunale di Bergamo le udienze per due processi inerenti i fatti avvenuti al cimitero di Lovere il 28 maggio del 2016

Bergamo. L’invito è rivolto a tutti: “Per chi volesse essere presente all’inizio del processo al tribunale di Bergamo, ci vediamo lunedì mattina 15 novembre alle 9”. A lanciare l’appello sono Francesco Macario, segretario Prc/Se di Bergamo e Fabrizio Baggi, segretario regionale Prc/Se Lombardia.

Lunedì 15 novembre si terranno infatti al tribunale di Bergamo le udienze per due processi inerenti i fatti avvenuti al cimitero di Lovere il 28 maggio del 2016.

Paolo Berizzi è l’unico cronista europeo attualmente sotto protezione per minacce neofasciste e neonaziste. Dopo quasi tre anni, la Procura di Bergamo ha notificato l’avviso di chiusura indagini a 13 neofascisti bergamaschi accusati di minaccia aggravata nei confronti dell’inviato bergamasco di Repubblica, da tempo oggetto di insulti e atti intimidatori per il suo lavoro d’inchiesta sul mondo dell’estrema destra – scrivono in una nota Macario e Baggi -. Non vi è dubbio che l’avvio di questo procedimento sancisca definitivamente, se ce ne fosse stato bisogno, la pericolosità dei soggetti che gravitano nelle formazioni neofasciste orobiche. Eppure lunedì 15 si terranno al tribunale di Bergamo le udienze per due processi inerenti i fatti avvenuti al cimitero di Lovere il 28 maggio del 2016. Riassumendo in quel giorno, come avveniva e avviene da qualche anno, sul lungolago della cittadina dell’Alto Sebino, con la scusa di commemorare due fascisti della Tagliamento uccisi nel 1945, si svolse una cerimonia di esponenti neofascisti con il solito corollario di bandiere della repubblica sociale, saluti romani e slogan fascisti”.

“Questo corteo – proseguono – si era già svolto l’anno precedente e pertanto il presidente del Comitato Antifascista Bergamasco e il segretario dell’Anpi provinciale avevano in precedenza incontrato a Bergamo le autorità competenti che si erano impegnate a non consentire l’accesso al cimitero dove non vi sono sepolti fascisti caduti, ma all’entrata vi è il memoriale dei 13 giovani partigiani fucilati nel dicembre del 1943 (“Tredici Martiri”) e della Resistenza loverese, mentre, all’interno del cimitero, vi sono le tombe dei partigiani loveresi tra cui i fratelli Pellegrini (“Falce” e “Martello”), nonché quella del comandante della 53a Brigata Garibaldi Giovanni Brasi (“Montagna”, morto nel 1974). Lo stesso sindaco di Lovere aveva avuto rassicurazioni in tal senso”.

“Non rassicurati invece dalle garanzie date dalle autorità, alcuni antifascisti loveresi avevano comunque lanciato un appello per tenere un presidio antifascista davanti al cimitero di Lovere, ma i manifestanti, tra cui esponenti sindacali e il Segretario Provinciale dell’Anpi, al loro arrivo hanno trovato il piazzale antistante sbarrato con transenne e con l’indicazione di divieto di sosta per previsto corteo. Non solo: sull’entrata del cimitero era anche presente un nutrito gruppo di carabinieri. Dopo varie tensioni ai fascisti è stato consentito, schierando anche un reparto della Celere, l’accesso al cimitero”.

Nella confusione e per la tensione ci fu uno scontro dove rimasero feriti tre dimostranti antifascisti.

“Per questi fatti lunedì 15 novembre si terranno al tribunale due processi: il primo alle 9 in cui sono indagati per vari reati contro le forze dell’ordine dieci antifascisti (tra cui due dei feriti), e un altro alle 12 in cui sono sotto accusa i poliziotti accusati dei pestaggi contro i manifestanti. Nessun fascista risulta denunciato o sotto processo per i palesi reati commessi in sfregio alla Costituzione – evidenziano Macario e Baggi -. Ci chiediamo chi ha autorizzato quel corteo? E se non era autorizzato come mai si è svolto? Che senso ha perseguire i neofascisti che minacciano Berizzi se poi gli si consente di scorrazzare nelle strade compiendo reati alla luce del sole?”.

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