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Lettera del rettore

Morzenti Pellegrini: “Ho imparato molto da tutti, anche da chi era in disaccordo con me”

Al suo successore Sergio Cavalieri manda il proprio augurio: “Confido che continui a valorizzare le nostre risorse - risorse umane, prima di tutto - e a raccogliere con entusiasmo e passione le sfide del prossimo futuro: gli auguro buon lavoro, certo che tutelerà UniBg nella sua identità dinamica e accogliente”

Bergamo. Dopo la prolusione di fine mandato, pronunciata il 18 ottobre nel giorno dell’inaugurazione del nuovo anno accademico, il professor Remo Morzenti Pellegrini saluta nuovamente l’Università di Bergamo, questa volta con una lettera firmata. L’ormai ex Rettore dell’Ateneo, che cede l’incarico a Sergio Cavalieri, eletto lunedì 25 ottobre, ringrazia e si congeda dalla comunità accademica:

“Care tutte, Cari tutti,

al termine del mio mandato rettorale, sento l’esigenza di congedarmi con dei ringraziamenti sinceri che spero non siano percepiti come retorici. Ringraziamenti per la fiducia che mi avete dato in questi sei anni, per il contributo decisivo che ognuno di voi, nel proprio ruolo e per le proprie competenze, ha generosamente apportato al progetto di crescita della nostra Università, per il sostegno con cui avete accompagnato il mio operato, ma anche per le critiche costruttive che avete espresso e che ho sempre considerato occasioni importanti di riflessione.

Non è certo mia intenzione esibirmi in una celebrazione dei traguardi che sono stati raggiunti né, tanto meno, elencare una serie di dati che testimonino il lavoro svolto. Conoscete quanto è accaduto in questi anni: tutto quello che è stato realizzato è il frutto di un lavoro collettivo e condiviso, che abbiamo costruito e vissuto insieme. Ovviamente, rimane ancora molto da fare e sono convinto che sia sempre possibile migliorare le cose. Anzi, che sia necessario lavorare in una prospettiva di ulteriori miglioramenti, senza mai dare nulla per scontato. Per quanto mi riguarda, mi preme soltanto che sappiate che le scelte e le strategie che ho adottato, anche grazie al vostro aiuto, sono sempre state guidate da uno spirito di responsabilità istituzionale, avendo di mira ciò che ritenevo il meglio possibile per il nostro Ateneo.

In questi anni, ben sapendo che la nostra è ancora un’Università “giovane” che, a differenza di altre, non può vantare una lunga tradizione storica, mi sono adoperato per contribuire a creare un senso di comunità. O meglio, un sentimento di appartenenza a una comunità allargata, ricca di risorse, umane e intellettuali, dinamica, aperta al mondo e in grado di affrontare con strumenti adeguati le sfide del futuro. Una comunità che tutti insieme abbiamo contribuito a nutrire e a far crescere, giorno dopo giorno.

Permettetemi quindi di dire che sono davvero orgoglioso di tutti Voi e di quello che siamo riusciti a diventare: un’Università molto più conscia del suo ruolo strategico sul piano nazionale e internazionale, più curiosa e versatile nel campo della ricerca, che ha allargato lo spettro delle collaborazioni con altri atenei e prestigiosi istituti internazionali. un’Università più competitiva e capace di mettersi alla prova.

Ma, soprattutto, un’Università più salda e attenta al suo imprescindibile ruolo etico-sociale.

Per me, essere Rettore dell’Università degli studi di Bergamo è stata un’esperienza straordinaria, densa di avvenimenti entusiasmanti quanto purtroppo, come tutti sappiamo, anche terribili. Ma, forse, è proprio questo forte contrasto tra momenti belli e momenti di estrema difficoltà che rimarrà più impresso nella mia memoria. Trovarmi a fronteggiare qualcosa di assolutamente imprevedibile e, specie all’inizio, pressoché ignoto, mi ha fatto apprezzare ancora di più l’importanza di essere parte di una comunità, perché soltanto con la collaborazione di tutti sarebbe stato possibile trovare una via d’uscita a una situazione inedita. La pandemia, come tutti sappiamo per averla vissuta sulla nostra pelle, è stata una vera tragedia, che ha inevitabilmente sconvolto i nostri progetti e alterato il nostro cammino, ribaltando ogni priorità. Ma è stata anche un’occasione per sentirci, come mai forse prima, una comunità sorretta dal sostegno reciproco e con un forte senso di responsabilità. È stata, pur nelle oggettive e tragiche difficoltà, un’occasione che ci ha costretti a riflettere sul nostro lavoro e a trovare nuovi modi per far emergere le nostre qualità organizzative, intellettuali e umane. Ci ha portati, insomma, a ripensarci come un gruppo ancora più solidale e attento ai talenti di ognuno.

Confido che il mio successore, il Prof. Sergio Cavalieri, continui a valorizzare le nostre risorse – risorse umane, prima di tutto – e a raccogliere con entusiasmo e passione le sfide del prossimo futuro: gli auguro buon lavoro, certo che tutelerà UniBg nella sua identità dinamica e accogliente. Lo ringrazio fin da subito per questo.

E grazie anche a Voi, studentesse e studenti, grazie alle colleghe e ai colleghi docenti, grazie al Prorettore Vicario, ai Prorettori e ai delegati, grazie alla Direttrice Generale e a tutto il Personale Tecnico-Amministrativo e Bibliotecario, grazie a tutte le usciere e tutti gli uscieri, grazie al Personale ausiliario, grazie al Personale di Ateneo Bergamo e grazie a tutte le persone che collaborano con la nostra Università.

Siamo stati e credo che continueremo a essere una Comunità estesa, forte, e consapevole del proprio impegno in ambito formativo e professionale, con una dedizione esemplare che mi ha più volte commosso e, lo ripeto, inorgoglito. Ho imparato molto da tutti Voi, anche da chi era in disaccordo con le mie decisioni.

Il vero ringraziamento che ho tratto da questi anni è stato comunque un altro, ben più importante, ossia che i risultati positivi non dipendono soltanto da un lavoro di squadra ben organizzato, ma anche – anzi, soprattutto – dall’agire in modo che gli interessi delle singole persone, con le loro conoscenze e legittime aspirazioni, coincidano il più possibile con l’interesse di tutti. Questo è ciò che più ha contato per me.

Con un caro saluto e con i miei più sentiti ringraziamenti.

Professor Remo Morzenti Pellegrini”

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