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L'interpellanza

Nuovo bando sul bike sharing: botta e risposta tra Tremaglia e Zenoni

Fratelli d'Italia chiede conto sulla scelta di mantenere un doppio servizio potenzialmente in concorrenza, l'assessore risponde: "Sistema integrato con tecnologie migliori, 350 bici nuove e copertura totale della città"

Bergamo. Perché, nonostante l’anno appena trascorso abbia avuto un pesantissimo impatto sulle casse della società ATB, il Comune ha deciso per l’attivazione di un sistema di bike-sharing, basato sull’utilizzo di biciclette “smart”, da realizzarsi a cura e spese della società di trasporti cittadina?

Lo chiede il consigliere comunale di Fratelli d’Italia Andrea Tremaglia in un’interrogazione a risposta scritta all’assessore alla Mobilità del Comune Stefano Zenoni.

“Nel quadro economico si stima che i ricavi su base annua relativi a questo servizio possano attestarsi sui 32.500 euro e che dunque la gestione del servizio su base annua genererà un fabbisogno per compensare i costi non coperti da ricavi caratteristici pari a 224.130 euro”, si legge nell’interrogazione.

E si domanda: “Perché si è scelto di non proseguire con la formula di bike sharing della quale tanto entusiasticamente si scriveva appena un anno fa? Quali sono ad oggi i numeri relativi a utenti e ricavi (o perdite) del bike sharing “BiGi”? Questo servizio ha subito la concorrenza del free floating? E perché in tal caso si è deciso di proseguire con entrambi i servizi in possibile concorrenza?”.

L’assessore Zenoni precisa: “Il sistema BiGi del futuro, per il quale ATB ha istruito un recente bando pubblico, non è affatto un ritorno alle stazioni fisse. La nuova BiGi integra le migliori tecnologie esistenti e mescola una logica di funzionamento a postazioni con la possibilità di un sistema free-floating (ovvero senza postazioni e a rilascio diffuso), lasciando dunque aperte entrambe le modalità, utilizzabili dall’Amministrazione in modo esteso oppure differenziato zona per zona. Sono infatti le nuove biciclette ad assorbire la tecnologia e a diventare “intelligenti” al posto delle postazioni. Pertanto, non si intende rinnegare l’esperienza del free-floating, che viene al contrario confermata e integrata con la presenza (anche) di postazioni, per offrire la possibilità di una gestione più efficiente ed ordinata e una copertura territoriale estesa”.

Negli ultimi 12 anni, a cavallo di 4 amministrazioni che ne hanno sempre confermato l’utilità, il servizio BiGi è costato ad ATB circa 150mila euro all’anno di costi di gestione, a cui vanno aggiunti i costi di personale interno variabili nel tempo. “A queste risorse si è sommato il contributo annuo di 130mila euro, erogato dal Comune una tantum nel 2019 per sostenere il servizio free-floating offerto da Mobike (oggi RideMovi), aggiudicataria della manifestazione pubblica pensata inizialmente per una durata di 12 mesi (prolungati poi per assorbire le difficoltà della pandemia) – prosegue Zenoni -. La scelta di sostenere anche un servizio free-floating, in affiancamento alla già esistente Bigi, era giustificata dalla volontà di sperimentare questa tecnologia nuova nel nostro contesto cittadino, ed in particolare dalla volontà di impiegare una modalità in grado di consentire da subito una copertura completa del territorio cittadino”.

Diversamente, l’espansione territoriale della Bigi, con la tecnologia in essere allora, avrebbe richiesto risorse molto ingenti, soprattutto dal punto di vista degli
investimenti infrastrutturali per l’installazione delle postazioni. “Ci appare del tutto ragionevole la convivenza momentanea tra il 2019 e il 2021 di due servizi contemporanei: uno, la Bigi, a gestione pubblica, già in essere nelle aree più centrali, più ordinato, con biciclette più tradizionali e tariffe da servizio pubblico; l’altro, Mobike (oggi RideMovi), immediatamente disponibile in tutta la città e nei quartieri, con tariffe diversificate. La convivenza dei due servizi ha generato, prima della pandemia, numeri di utilizzi importanti su entrambi i servizi, soprattutto nei mesi estivi di giugno e luglio (ad esempio, a luglio 2019 i due sistemi hanno superato
i 15mila prelievi, con una leggera prevalenza del sistema Bigi)”.

Il Comune ad aprile ha dovuto decidere se mantenere i due servizi o fare un nuovo bando per unirli. È stata scelta la seconda opzione.

“In virtù della gara vinta dalla società tedesca NextBike, la nuova Bigi costerà a livello di gestione poco di più di quella esistente, circa 220mila euro all’anno comprensivi però del costo del personale, in questo caso esterno, ma ovviamente meno della coesistenza di due servizi distinti”. Tutto questo con il vantaggio di tecnologie migliori, 350 nuove biciclette contro le 150 attuali più venti elettriche assegnate a Città Alta, copertura totale dell’intera città con 60 postazione e modalità free-floating.

“Gli investimenti infrastrutturali in conto capitale (circa 300mila euro) una tantum, necessari per l’acquisto delle nuove biciclette e la realizzazione delle nuove postazioni, erano invece già previsti da anni nei bilanci di ATB come co-finanziamento all’interno del Bando Periferie e di Bus&Bike, ovvero finanziamenti vinti presso diversi Ministeri e già attuati in buona parte. Erano dunque impegni già assunti e vincolanti nella direzione del potenziamento dei servizi di bike sharing, impegni che ora possiamo onorare grazie a questo progetto”, conclude l’assessore nella sua risposta scritta.

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