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In parlamento

La senatrice Gallone in prima fila plaude il Ddl Zan bocciato: “Evitata legge estrema”

Non esulta, non sembra urlare come tanti suoi colleghi, ma l'applauso nell'Aula di Palazzo Madama lo fa anche lei. E spiega perché

C'è la senatrice di Bergamo Alessandra Gallone in prima fila ad applaudire la bocciatura del Ddl Zan, mercoledì nel tardo pomeriggio. Non esulta, non sembra urlare come tanti suoi colleghi, ma l'applauso nell'Aula di Palazzo Madama lo fa anche lei, a lungo, come mostra il video nel tweet che pubblichiamo più sotto.

"Si applaude quando ci si rende conto di aver evitato di licenziare una legge che così come è avrebbe enfatizzato ancora di più le categorie - commenta lei -. La Costituzione e il codice penale sono già strumenti a protezione intanto. Ci rimetteremo al lavoro per riuscire a rimettere in cammino una legge unendo le forze entro la fine della legislatura".

La senatrice entra poi nel merito politico: "Ci abbiamo provato in tutti i modi a trovare un punto di incontro ma, ancora una volta, lo scontro politico voluto da una sinistra intransigente che non ha voluto accettare nulla, ha prevalso sulla possibilità di trovare una mediazione che portasse a un provvedimento democraticamente buono per tutti, giuridicamente corretto e che evitasse di rendere divisivo, soprattutto a livello sociale, un tema di civiltà, vanificandone l’efficacia. E una parte di quella sinistra, nell’anonimato del voto segreto, ha fatto la differenza votando a favore del non passaggio agli articoli. Ora: chi se la deve prendere con chi? Purtroppo si è preferita la 'vanità' alla civiltà. Se si sceglie di piantare una bandierina partitica invece di condividere democraticamente, per unire al posto che dividere, diventa un modus scorretto. Ricordo quanto avevo mediato e quanta soddisfazione nel vedere il tabellone in Aula tutto verde nella mia passata legislatura quando fui relatrice della legge del mio cuore, quella sull’equiparazione dei figli per cui oggi non esistono più figli naturali o legittimi. Quelli che venivano chiamati 'bastardi' ed erano marchiati a vita e senza diritti".

Ma a qualcuno quell'eccesso di gioia nella Camera alta del Parlamento, suo e di tanti altri esponenti del centrodestra, è parso fuori luogo ed esagerato.

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