Marco Arlati, della segreteria nazionale Arcigay con delega allo sport e presidente di Arcigay Bergamo Cives, commenta sconsolato l’affossamento del Ddl Zan da parte del Senato.
È passata la tagliola: la legge è morta!
In questo momento ho una grande tristezza e rabbia. I numeri della votazione con cui il Senato ha affossato il testo Zan contro l’omotransfobia sono inesorabili: la nostra classe politica è in larga maggioranza omofoba.
Deluso totalmente da Forza Italia e Italia Viva che alla Camera avevano votato a favore del testo.
Deluso dalla vigliaccheria dei senatori che hanno chiesto il voto segreto.
Se qualcuno è sicuro delle proprie posizioni lo fa a viso aperto non dietro un velo.
Ci sono responsabilità anche all’interno delle forze politiche in cui militano i parlamentari primi firmatari del testo. Insomma: c’è una responsabilità diffusa della politica, che ne esce fotografata in maniera implacabile.
Anni in cui come presidente e componente di segreteria nazionale Arcigay ho visto violenze sia fisiche che verbali contro la comunità lgbti+ senza avere una legge che potesse proteggerci e questo Parlamento non è stato all’altezza delle sfide di questo tempo.
L’argine all’omotransfobia continuerà a porlo il Paese, i cittadini e le cittadine, le rete informali, le associazioni, tutte le persone di buona volontà. Non lo Stato, che ancora una volta si gira dall’altra parte.
Ringraziamo chi si è battuto. La storia ricorderà questo momento come una pagina vergognosa della politica italiana e dei/delle senatori/senatrici della Repubblica.
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