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Bergamo segreta

Un palcoscenico d’eccezione per la storia di Bergamo: Piazza Pontida e il comizio di Giuseppe Mazzini

E come nacque l’omonimo Ducato

Bergamo. Piazza Pontida è uno dei luoghi più famosi di Bergamo.

I bar e i negozi sotto i portici sono infatti fra le mete più amate dalla gioventù orobica che si riunisce per un aperitivo oppure semplicemente per una sessione di shopping.

Tradizionalmente accorpato a Largo Niccolò Rezzara, il celebre spiazzo ha rappresentato per secoli il principale spazio commerciale del capoluogo orobico segnando in alcuni casi la storia di quest’ultimo.

Posto lungo la via che conduceva al Monastero di Pontida, lo slargo era conosciuto un tempo come “Piazza della Legna” in quanto lo stesso rappresentava il punto cardine per la vendita di questo prezioso materiale proveniente dalla Val Brembana.

A caratterizzare l’aspetto dell’area era la presenza di numerose botteghe che, oltre a richiamare contadini e commercianti da tutto la provincia, animavano la sezione inferiore dei palazzi circostanti.

Inizialmente coperte da ballatoi in legno (“lobbie”), le strutture subirono un ampio intervento edilizio che portarono alla realizzazione nel 1454 dei portici della “Gallinazza” a cui si aggiunsero cinque anni dopo quelli dei “Gentiluomini”.

Quest’ultimi non brulicavano soltanto di attività commerciali dedicate alla vendita di ortaggi e manufatti artigianali, ma anche di trattorie e caffè che hanno preso piede a cavallo fra l’Ottocento e il Novecento.

Piazza Pontida

 

Nel corso dei secoli Piazza Pontida non ha rappresentato soltanto un luogo di ritrovo e svago per i bergamaschi, ma anche un degno palcoscenico per alcuni dei principali fatti storici della città come nel caso della rivolta accesa dai cittadini nel 1797 contro il dominio veneziano.

Emulando quanto era recentemente accaduto in Francia, gli abitanti dell’area decisero infatti di insorgere nei confronti della Serenissima innalzando proprio al centro della piazza l’”Albero della Libertà”, un piccolo palo decorato simbolo della Rivoluzione Francese.

Un’ulteriore conferma dell’importanza dello spazio è dato dal discorso rivolto al popolo compiuto da Giuseppe Mazzini il 3 agosto 1848.

In pieno clima risorgimentale il patriota genovese si affacciò dal balcone di Casa Engel spronando i bergamaschi ad accorrere in aiuto a Milano, alle prese con la gestione della metropoli dopo la cacciata degli Austriaci in occasione delle Cinque Giornate.

Il discorso, rivolto in particolare ai giovani, venne condito dalla consegna ai ragazzi di un anello di ferro con un teschio, emblema di una resistenza che però non ebbe i frutti sperati considerato che dieci giorni dopo la città sarebbe stata conquistata dagli uomini di Ferdinando I.

Un tempo caratterizzata dalla presenza della “Fiascona” (fontana risalente al XVI secolo e scomparsa alla fine dell’Ottocento), la piazza ospita oggi due sorgenti, una dedicata al poeta Pietro Ruggeri da Stabello e l’altra utilizzata come base per la statua di Arlecchino.

È tuttavia impossibile non citare la sede dell’omonimo Ducato, curiosa associazione nata dal vulcanico Rodolfo Paris che che prese spunto da un curioso fatto avvenuto nella notte del 31 dicembre 1923.

L’evento riguardò la Torre dei Caduti che, benché fosse ormai stata ultimata, era ancora in attesa dell’inaugurazione ufficiale da parte delle autorità cittadine.

Per prendersi gioco della politica (dubbiosa sul da farsi), un gruppo di cittadini decise di agire in prima persona organizzando per la notte di Capodanno un corteo diretto al Sentierone.

Allo scoccare della mezzanotte i manifestanti adempierono il proprio compito a parole, elevando fra la folla il grido “Viva il Duca di Piazza Pontida” e dando così vita a questa figura leggendaria.

Fonti

Paolo Guerini, Pino Capellini, Sergio Del Bello; Le vie di Bergamo; Bergamo; Arnoldi; 1988

Luigi Pelandi; Attraverso le vie di Bergamo scomparsa; Bergamo; Bolis; 1965

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