“Quel pugno poteva uccidere mio figlio Francesco…”. Comincia così lo sfogo pubblicato sui social dal musicista bergamasco Roby Facchinetti, dopo “l’incresciosa vicenda”, così la definisce, che ha visto il figlio Francesco “subire l’immotivata violenza di Conor McGregor”, il celebre lottatore professionista irlandese.
“Sinora ho preferito tacere, in merito; non oso fare prediche – scrive Facchinetti -. Però, anche e soprattutto da padre, sento il dovere di condividere con voi un ragionamento. Una persona che fa di professione il lottatore, possiede inevitabilmente una forza notevole, e sa come adoperarla per ottenere il massimo nei combattimenti. Ciò comporta, però, che tale persona debba anche rendersi conto delle responsabilità che, in merito alla sua forza, l’investono nella vita d’ogni giorno; e soprattutto debba aver chiaro in mente come misurare questa sua arma, nella vita quotidiana e davanti ad altri che non la posseggono per mestiere”.
Facchinetti conclude il suo post con un appello: “Auspico che qualcuno faccia qualcosa, nei confronti di questo signore. È chiaro quanto sia pericoloso, e mi fa paura pensare che prima o poi il suo comportamento possa, inevitabilmente, causare qualcosa di irreparabile. Dico solo questo: fermatelo, per favore”. Qui sotto, il post completo dell’artista.
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