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Scaglia: “Non temiamo l’incertezza, Green pass sul lavoro misura che apprezziamo e sosteniamo”

Nel suo discorso di apertura il numero uno degli industriali bergamaschi esprime apprezzamento per l'operato del Governo e ringrazia i bergamaschi che hanno deciso di vaccinarsi

Bergamo. Un discorso concreto, che si è snodato lungo i temi più attuali, come Green pass e vaccinazioni, e ha specificato con esattezza il significato della parola “evoluzione” che ha dato il titolo all’assemblea generale 2021: Stefano Scaglia, presidente di Confindustria Bergamo, ha scelto la trasparenza a tutto tondo, strappando la standing ovation convinta di una platea composta da un migliaio di imprenditori.

Imprenditori accomunati dalle difficoltà, prima dovute alla fase più acuta della pandemia e poi all’applicazione delle norme a tutela della salute, ma anche dalla forte capacità di resilienza e solidarietà reciproca che non solo hanno trascinato Bergamo fuori dalla crisi ma l’hanno anche proiettata in una dimensione per certi versi migliore di quella che ha preceduto lockdown ed emergenza sanitaria.

Diversi i passaggi in cui il presidente Scaglia ha voluto esprimere apprezzamento per le scelte del Governo, fondamentali in un quadro di incertezza politica ed economica.

La conclusione, infine, sullo stop imposto al processo di fusione con Confindustria Lecco-Sondrio: le motivazioni erano già state illustrate all’inizio della settimana, in una conferenza congiunta con il collega Lorenzo Riva, ma il numero uno degli industriali bergamaschi è voluto tornare sul tema di fronte alla propria assemblea, per sottolineare come Confindustria Bergamo evolverà anche grazie a questa esperienza che non si è conclusa (al momento) con il lieto fine sperato.

IL DISCORSO COMPLETO DEL PRESIDENTE STEFANO SCAGLIA

Care colleghe e colleghi,

Autorità,

Signore e Signori,

vi ringrazio per essere qui con noi oggi, in un momento particolare per la vita della nostra Associazione. Inauguriamo oggi la nostra nuova sede, dopo 36 anni di permanenza in via Camozzi.

Ringrazio i relatori, che hanno accettato il nostro invito e che ci hanno dato, con i loro contributi, spunti importanti per meglio cogliere le sfide che ci attendono.

Ringrazio nuovamente il mio Comitato di Presidenza, che mi affianca da quattro anni con competenza, intelligenza, generosità, e, permettetemi di sottolinearlo amicizia; grazie perché abbiamo cementato una coesione che ci ha fatto affrontare sempre in concordia momenti entusiasmanti e anche momenti di grande criticità.

Insieme alla mia squadra di Presidenza, ringrazio tutto lo staff di Confindustria Bergamo che mi ha sempre efficacemente affiancato e tutti i Past President che mi hanno preceduto nel ruolo: Confindustria Bergamo ha una storia lunga oltre un secolo, ed è una storia ricca e importante. L’eredità morale è alta, e costituisce un patrimonio di sicuro riferimento che è giusto ricordare oggi.

Inauguriamo la sede con 22 mesi di ritardo: è infatti pienamente operativa già dal Gennaio del 2020.

22 mesi in cui Bergamo è stata teatro di eventi tanto inattesi quanto drammatici. Nel nostro territorio la pandemia ha colpito, con particolare violenza, tutti noi, in maniera diretta o indiretta.

Sono stati momenti di grande difficoltà, durante i quali la nostra Associazione, Confindustria Bergamo, si è applicata con tutta la sua capacità progettuale, di competenze e anche finanziaria.

Insieme alla Diocesi di Bergamo e L’Eco di Bergamo, abbiamo per primi nel Paese messo a punto l’idea e aperto i primi Covid Hotel, che hanno consentito di alleggerire la pressione sugli ospedali cittadini.

Insieme ai sindacati e alle altre associazioni, che ringrazio perché con tutti loro, pur nel mantenimento del ruolo di ciascuno, abbiamo sempre mantenuto una stretta collaborazione, e insieme alla ATS di Bergamo, che ha svolto un eccezionale lavoro, abbiamo messo a punto i protocolli di rientro in azienda, utilizzati poi come modello per i protocolli nazionali e che alla prova dei fatti hanno molto ben funzionato.

Insieme a tante imprese, abbiamo promosso riconversioni industriali per produrre materiali di protezione sanitaria; abbiamo contribuito alla costruzione dell’ospedale in Fiera promosso da Alpini e Artigiani; con le banche abbiamo siglato accordi per garantire la disponibilità di liquidità nei momenti più duri del lockdown.

Insomma, Confindustria Bergamo, così come moltissimi di noi, ha dato il suo contributo, e un importante contributo.

Grazie a tutti voi, a tutti gli imprenditori e alla squadra di Confindustria Bergamo che si sono impegnati con grande abnegazione e senso civico.

Usciamo da questa prova certamente segnati dal lutto, ma anche rafforzati nella consapevolezza della nostra capacità, come comunità, di affrontare le prove più dure, di non lasciarci scoraggiare anche nei momenti più difficili e di sapere mantenere lucidità e capacità di pianificazione, di lavorare per l’interesse comune.

La gente bergamasca, le sue istituzioni, gli imprenditori e i lavoratori sono stati esempio di coesione, di solidarietà e di determinazione. Di questo dobbiamo essere consapevoli e orgogliosi.

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Dobbiamo però essere anche consapevoli che l’emergenza sanitaria non è conclusa e che questa resta la principale priorità di attenzione, dalla sua soluzione tutto dipende.

Oggi, siamo qui in presenza, ma abbiamo dovuto esibire il green pass, indossare una mascherina, mantenere la circolazione di aria.

Sono tutti segni tangibili che la pandemia non è finita. Che ci troviamo ancora in uno stato di emergenza, sebbene dall’anno scorso molte cose siano cambiate in meglio e significativi sono i passi in avanti che l’Italia ha compiuto in questi mesi.

Per questo, desideriamo complimentarci con l’azione di governo e in particolare con la efficace organizzazione della campagna vaccinale da parte della struttura commissariale nazionale e di Regione Lombardia.

Voglio anche ringraziare tutti i bergamaschi che si sono vaccinati, dimostrando fiducia nella scienza, nelle istituzioni e dimostrando grande concretezza e senso civico. Ed è proprio grazie a tutti coloro che si sono vaccinati che oggi siamo presenti in diverse centinaia; ricordo che l’anno scorso, alla stessa data, vigeva il coprifuoco, si chiudevano i centri commerciali durante i fine settimana e il 6 Novembre la Lombardia veniva classificata zona rossa. Oggi, pur non potendo esprimere previsioni, possiamo guardare con ragionevole ottimismo e fiducia all’inverno che si avvicina.

Questo è anche il giorno in cui è entrato in vigore l’obbligo del green pass anche nei luoghi di lavoro: si tratta di un gesto coraggioso da parte del Governo, che apprezziamo e che abbiamo sostenuto.

Noi imprese con senso di responsabilità collaboreremo nella applicazione della normativa. Certo, è innegabile che vi saranno anche disagi e complicazioni organizzative nell’applicazione di questa misura.

Ma, da imprenditori, sappiamo andare oltre lo svantaggio di oggi guardando al ritorno di domani e crediamo che anche le imprese siano chiamate a dare il loro contributo per l’estensione dell’uso del vaccino, che è l’unico modo per il raggiungimento dell’interesse collettivo: quello di avere un inverno fatto prima di tutto di scuola in presenza, di ospedali funzionanti e aperti per i malati di tutte le patologie e non solo per i pazienti Covid, di attività economiche funzionanti e di una vita sociale e relazioni interpersonali quanto più possibile normali.

Non vi sono d’altronde soluzioni alternative, e nemmeno chi è contrario al green pass sa proporre un percorso diverso, che non sia il ritorno alle misure restrittive di un anno fa. E non possiamo certamente permetterci un terzo anno di chiusure!

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Le imprese bergamasche, dopo avere dato il loro significativo contributo nelle fasi difficili della pandemia, stanno ora dimostrando una eccezionale capacità di reazione sui mercati.

La produzione industriale con un grande balzo tra il primo e il secondo trimestre si è riportata su livelli record superando i livelli pre-Covid, e ciò malgrado la differente velocità di recupero che caratterizza i diversi comparti del manifatturiero.

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Anche l’export, la riga azzurra nel grafico, conferma questa spinta: nel primo trimestre l’export bergamasco è tornato in linea con il dato stagionale registrato negli anni precedenti, e nel secondo trimestre ha segnato il valore più alto di sempre, recuperando ampiamente i livelli precrisi e lasciando presagire a fine anno il raggiungimento di 17 Mdi di euro, il valore più alto di sempre. L’andamento dei due grafici sovrapposti evidenzia il progressivo aumento della componente esportata della produzione industriale, a testimonianza della straordinaria capacità delle imprese di crescere in competitività sui mercati internazionali. Ancor più rilevante il ruolo di Bergamo, se si pensa che qui si origina quasi il 15% dell’attivo della bilancia commerciale del Paese, confermando il nostro importante ruolo nell’economia lombarda e italiana.

Naturalmente tutto questo è il risultato del grande lavoro svolto negli anni passati: investimenti, innovazione, internazionalizzazione, crescita di competenze e attenzione alle persone, sono da sempre i temi su cui come imprenditori, tra mille difficoltà di contesto ci applichiamo; ecco il nostro grande lavoro che dà poi i suoi frutti. Ed è proprio nei momenti difficili che le eccellenze ancor più emergono e si distinguono.

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I mesi estivi appena trascorsi, tuttavia, ci consegnano uno scenario congiunturale di rallentamento con inflazione. La ripresa è in atto, ma la velocità non è quella della prima parte dell’anno. Il clima di fiducia delle imprese manifatturiere segnala un’inversione di tendenza, risentendo della frenata dell’industria a livello mondiale.

A livello globale la ripresa rimane robusta, ma è troppo diseguale.

La difficoltà, che alcuni Paesi importanti per la fornitura di materie prime e di componentistica, stanno manifestando nel riprendere una normalità produttiva, prevalentemente per un problema sanitario e di insufficiente copertura vaccinale, è una delle concause che contribuiscono a spiegare le tensioni nelle catene globali di fornitura; la forte tensione sui prezzi di energia e materie prime e la loro difficoltà di reperimento, i prezzi dei noli, stanno spingendo l’inflazione e mettono a forte rischio la continuità della ripresa economica.

Tutti noi ci chiediamo quanto duratura possa essere questa situazione, e quali saranno le caratteristiche del nuovo equilibrio che si raggiungerà.

La pandemia ha sconvolto e alterato in maniera subitanea e profonda la situazione precedente in cui i fattori sociali, politici ed economici avevano trovato, pur mantenendo una loro continua evoluzione, un certo equilibrio, e viviamo ora una fase transitoria, caratterizzata, nel nostro Paese, da un mercato del lavoro ancora soggetto, per alcune categorie, a restrizioni, da forti incentivi agli investimenti e sussidi, una politica monetaria fortemente espansiva e una crescita di liquidità originata dai prestiti garantiti dal governo. In aggiunta, alcune tendenze tecnologiche già in atto e in progressiva evoluzione, hanno avuto una formidabile spinta, tra tutti il commercio elettronico e la digitalizzazione. Anche la transizione ecologica, all’interno di questa grande discontinuità, ha certamente subito una accelerazione.

Sarà ora determinante la capacità della politica e delle istituzioni finanziarie nel pilotare questa transizione verso un nuovo equilibrio, che avrà caratteristiche nuove e non ancora del tutto note.

La pandemia ci consegna lasciti gravosi, non solo economici, sotto forma di un elevato indebitamento, ma sta lasciando anche strascichi sociali, fisici e psicologici in una parte non trascurabile della popolazione; ha fatto crescere soprattutto nei più giovani, sentimenti di frustrazione, rabbia e risentimento, che stanno trovando sfogo in sempre più numerosi episodi di violenza collettivi. A questi si stanno aggiungendo scontri animati da ideologie di vario tipo ma accomunate dall’espressione violenta, episodi non sufficientemente condannati, anzi in maniera poco responsabile, da alcuni parzialmente giustificati con sottili distinguo.

Noi esprimiamo ferma condanna per i gravissimi episodi verificatisi nell’ultimo periodo e culminati sabato scorso nella devastazione della sede della CGIL a Roma.

Anche a livello di Stati stiamo assistendo ad atteggiamenti conflittuali e di contrapposizione sempre più evidenti. Perfino nei Paesi occidentali e di più consolidata democrazia vediamo un numero crescente di governi e partiti politici che con atteggiamento miope e populista, dimentichi degli insegnamenti del passato, alimentano per propri fini di parte nazionalismo ed estremismi e minano le istituzioni multilaterali e comunitarie. Ultima in ordine di tempo la messa in discussione dei Trattati Europei da parte della Polonia. L’Europa comunitaria, con i suoi principi e valori, è un patrimonio prezioso che ci ha consentito di conseguire pace e prosperità.

Non è responsabile e va combattuto l’atteggiamento di chi, abbandonandosi a facili slogan denigratori, ne auspica la distruzione senza portare costruttivamente idee alternative.

In questo quadro difficile dal punto di vista politico e economico, apprezziamo l’operato del nostro governo, e auspichiamo in maniera decisa stabilità nelle istituzioni e nella loro azione. Esprimiamo pertanto grande preoccupazione per i segnali recenti di un possibile rallentamento del cammino delle riforme e sollecitiamo le forze politiche perché contribuiscano alla loro definizione nel merito e con pragmatismo, accantonando le ideologie e strumentali azioni volte a privilegiare interessi di parte. Oggi più che mai è necessario operare le scelte con senso del bene collettivo, con lucidità e determinazione e mettendo in campo le migliori competenze disponibili.

Noi imprenditori non temiamo l’incertezza di questa fase. Sappiamo che il momento della transizione, del passaggio da uno stato di equilibrio ad un altro, è quello nel quale prende forza il processo innovativo e si sprigionano le energie positive.

Come imprenditori bergamaschi abbiamo sempre dato nel passato prova di capacità di innovare e di crescere. Abbiamo dimostrato visione e creatività ma anche concretezza e capacità di esecuzione. Insieme, nell’ambito della nostra associazione, e in molti casi in collaborazione con altre istituzioni del territorio, abbiamo ideato e costruito infrastrutture e strumenti, e qui in questo luogo, intorno a noi ve ne sono numerosi esempi, che ci hanno consentito di mettere a fattor comune i nostri punti di forza, costruendo il Modello Bergamo dalla eccezionale forza d’urto sui mercati.

Le nostre esportazioni sono cresciute, il contenuto tecnologico delle nostre produzioni è aumentato, siamo tra le principali aree europee per valore aggiunto manifatturiero. E ora, forti di questi risultati eccezionali siamo chiamati ancora una volta e più di prima, a comprendere il nuovo scenario che ci attende, e tutti insieme a ‘evolvere’ cioè a concepire e costruire il nuovo modello che ci consentirà di cogliere l’occasione di questa grande discontinuità.

E quale è il punto di partenza di questa evoluzione? È il nostro patrimonio economico, sociale e morale. I fattori alla base del successo del nostro Modello, quei fattori che tanti hanno studiato, li abbiamo riconosciuti già in una passata assemblea quando abbiamo affermato che la capacità innovativa e imprenditoriale, l’apertura e il coraggio del confronto e soprattutto il lavoro come obiettivo e valore da tutti condiviso, e qui mi permetto di aggiungere la passione e l’orgoglio per il lavoro ben fatto, erano e sono il fondamento della nostra comunità.

E a partire da questi valori di sempre possiamo rigenerarci e rimanere protagonisti del futuro.

Per capire verso dove sarà questa evoluzione, nei mesi scorsi abbiamo creato dei gruppi di riflessione, coinvolgendo una cinquantina di imprenditori con l’obiettivo di confrontarci sulla esperienza vissuta in questi 20 mesi, di fare emergere la consapevolezza del nuovo scenario e di condividere la nuova strategia e le nuove azioni.

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Il futuro sarà certamente fatto di scambi virtuali, ma, anche sarà fatto di indispensabile relazione fisica. Noi stessi, abbiamo scelto di costruire la nostra sede in un parco tecnologico, convinti che la generazione di nuove idee nasce proprio dall’incontro e dall’interazione fisica tra persone portatrici di diversi saperi.

Per comprendere come potrebbe essere l’organizzazione del lavoro di domani, abbiamo avviato un percorso di confronto e di studio su un bacino di 11.000 lavoratori, con l’obiettivo di fare sintesi delle buone pratiche adottate e mettere a punto un possibile nuovo modello organizzativo.

Accanto a questo e in conseguenza di questo, subirà una formidabile accelerazione la digitalizzazione dei processi interni all’impresa e verso i partner esterni. Il DIH di Confindustria Lombardia e la sua antenna territoriale di Bergamo, e voglio qui ringraziare il presidente Viscardi e tutta la sua squadra, sta svolgendo un lavoro eccezionale nel guidare decine di imprese a comprendere le aree di miglioramento e a disegnare il loro percorso di crescita digitale. Non cessiamo di sollecitare le istituzioni, in particolare quelle più prossime come Regione Lombardia, perché sostengano gli strumenti di aiuto alle imprese come il DIH e perché allo stesso tempo accelerino la predisposizione delle indispensabili infrastrutture di comunicazione, oggi ancora largamente inadeguate.

Infine, emerge anche la necessità di ripensamento delle catene di fornitura, che hanno subito e stanno subendo forti discontinuità, tenendo conto non più soltanto dei costi di fornitura ma anche della loro continuità e affidabilità.

In particolare, acquistano oggi ancor più rilevanza le filiere territoriali. Per la loro valorizzazione, abbiamo in Lombardia uno strumento già pronto e funzionante: i Cluster. Regione Lombardia è stata lungimirante nella creazione dei nove cluster tecnologici, aggregazione di imprese, università e centri di ricerca attorno a temi strategici, come l’aerospazio, la mobilità, la fabbrica intelligente, le scienze della vita. Qui al Km Rosso ha sede operativa il Cluster della Fabbrica Intelligente, animato da Intellimech e Confindustria Bergamo.

Invito Regione a valorizzare i cluster e le sotto-filiere che al loro interno si sono create o che si possono creare attorno a progetti e iniziative specifiche.

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In questo scenario di discontinuità anche Confindustria Bergamo Evolve.

Questo è il titolo che abbiamo scelto nel 2016 per identificare il percorso di innovazione di Confindustria Bergamo associato alla costruzione della nostra nuova sede.

Abbiamo voluto accompagnare il percorso della costruzione fisica dell’edificio con un intenso processo di evoluzione della organizzazione, dei metodi, degli strumenti ma anche costruendo una rinnovata consapevolezza e affermazione del ruolo sociale di Confindustria Bergamo, non più esclusivamente attore economico e produttivo.

Il titolo della mia prima assemblea da Presidente ‘La persona al centro dell’innovazione’, affermava programmaticamente la centralità di questo tema. Siamo convinti dell’importanza del merito e del dovere civico di costruire opportunità per consentire l’affermazione sociale di coloro che si impegnano, aumentando e migliorando l’offerta formativa e generando opportunità di lavoro.

Abbiamo continuato la consueta attività di orientamento, che ci vede raggiungere ogni anno oltre 10.000 giovani, e di supporto alle scuole, collaboriamo ormai con oltre 100 istituti del territorio, ma abbiamo anche innovato e concepito un nuovo modello di laboratorio didattico che vede esperimenti e progetti ideati e condotti in maniera congiunta da studenti dell’Università, degli ITS e degli Istituti tecnici.

Il laboratorio didattico SMILE, nell’edificio qui a fianco e che potrete più tardi visitare, grazie a un investimento 1 milione e 200mila di euro, ospita una intera linea di assemblaggio, diversi robot industriali, stampanti 3D, sistemi di automazione e un’aula informatica per la progettazione e la simulazione virtuale. Ringrazio il MIUR per il sostegno economico al progetto, gli Istituti capofila Paleocapa e Natta, i partner e gli sponsor.

Abbiamo contribuito ad avviare un corso ITS in meccatronica, ospitato nelle aule corsi della nostra sede, e con la collaborazione di Km Rosso e Manpower, per affrontare il fenomeno del mismatch di competenze tra offerta e domanda di lavoro, è stata avviata una Academy per la riconversione di profili professionali dove sono stati formati, solo nel 2021, 170 giovani.

Abbiamo sperimentato nuove soluzioni, collaborando con Comune e Diocesi di Bergamo alla Accademia per l’Integrazione, percorso formativo e di avvio al lavoro per circa 50 giovani immigrati, alcuni di questi oggi, con grande soddisfazione, caposquadra in imprese del territorio; con Caritas, nei mesi scorsi abbiamo lanciato uno speciale programma per l’avvio occupazionale di persone oggi escluse dal mercato del lavoro e che in una prima fase vedrà coinvolte 450 persone.

Abbiamo intrapreso con successo un nuovo percorso per affrontare i temi dell’innovazione, crescendo nella consapevolezza dell’importanza della collaborazione tra imprese e imparando ad accantonare lo storico pregiudizio che vedeva le imprese chiuse alla condivisione delle proprie tecnologie. E così oltre a Intellimech, consorzio di ricerca per la meccatronica con più di 40 imprese partecipanti, e più recentemente EDINNOVA, rete di imprese per la ricerca su materiali e tecnologie dell’edilizia, abbiamo sostenuto l’avvio del JoIInt lab, un progetto congiunto con l’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova e la collaborazione dell’Università di Bergamo, del valore di 5milioni di euro per la ricerca applicata ed il trasferimento tecnologico della robotica industriale. Sono oggi impegnati 15 addetti, tra ricercatori IIT e dipendenti distaccati dalle aziende. Ringrazio l’IIT, che ha creduto in questo progetto, e le imprese che con il loro sostegno finanziario, insieme a Confindustria Bergamo e a Km Rosso, hanno permesso la realizzazione di questo progetto strategico per il nostro tessuto industriale. Anche questo potrete più tardi visitare, si trova, con Intellimech, nell’edificio alle mie spalle a fianco alla nostra sede.

Accanto alle infrastrutture della conoscenza, abbiamo sollecitato e dato un contributo alla pianificazione delle infrastrutture materiali, in una visione complessiva e sistemica. Nel position paper sulle infrastrutture sono stati identificati i nodi di collegamento del nostro territorio con il mondo esterno e gli assi principali tra questi e abbiamo contribuito allo studio del nuovo scalo merci e del collegamento Bergamo Treviglio. Nel recente confronto con i colleghi di Confindustria Lecco-Sondrio, abbiamo introdotto la visione della Bergamo-Lecco come parte fondante del collegamento della Valtellina con quella porta verso l’Europa che è l’aeroporto di Orio al Serio.

Abbiamo portato in primo piano i temi della sostenibilità pubblicando, primi tra le territoriali di Confindustria, il nostro bilancio sociale, e abbiamo ascoltato le priorità degli stakeholder di territorio, ponendole, insieme a quelle delle imprese, alla base della nostra attività progettuale.

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E a partire da questi straordinari punti di forza, abbiamo elaborato la nostra visione di territorio caratterizzato dalla vocazione al manifatturiero avanzato e sostenibile, visione che abbiamo condiviso con le altre associazioni e alla base dell’accordo di tutto il sistema associativo per la elezione del Presidente della Camera di Commercio.

Durante la pandemia e ancora più in questa fase di carenza di materie prime abbiamo imparato quanto sia critica la disponibilità in prossimità di forniture, soluzioni, tecnologie e competenze. In un mondo sempre più competitivo, dove le economie di scala interessano non solo le aziende ma anche i sistemi territoriali, abbiamo capito che è fondamentale cercare collaborazioni più estese, che vadano oltre i nostri confini provinciali per consentirci di crescere in capacità e tecnologia e per realizzare progetti sempre più ambiziosi per la crescita della competitività delle imprese.

Abbiamo maturato la visione di un territorio più vasto che non la sola Bergamo, un’area pedemontana lombarda ad alta vocazione manifatturiera, avanzata e sostenibile, un aggregato unico, senza rivali in Europa.

Per dare un primo passo di concretezza a questa visione, abbiamo proposto una fusione di Confindustria Bergamo con Confindustria Lecco-Sondrio, un territorio a noi prossimo e accomunato dalla stessa vocazione industriale ed esportatrice e con cui condividiamo forti legami economici.

L’idea della fusione delle associazioni è stata una idea nuova e per certi versi dirompente, ma certamente in linea con la evoluzione dello scenario in atto.

Siamo stati certi dei vantaggi derivanti in termini di rappresentanza e di qualità dei servizi, ma da subito abbiamo avuto ben presente la necessità di preservare la prossimità della nuova Associazione alle imprese e alle istituzioni del territorio tramite specifiche strutture organizzative.

Ritenevamo d’altro canto di potere superare la identità strettamente territoriale ritrovandoci in una superiore identità vocazionale e capace di riconoscersi attorno a comuni obiettivi e progetti per la crescita della competitività del sistema industriale, di poterci ritrovare in quella comune visione che potesse puntare a creare il primo nucleo della più forte regione manifatturiera d’Europa.

Purtroppo, una parte di colleghi di Lecco-Sondrio non sono riusciti a superare una certa visione del territorio inteso solo come provincia e non sono riusciti a riconoscersi in quella visione più ampia della vocazione industriale. Tutto questo ci ha indotto a sospendere il percorso, abbandonando l’obiettivo iniziale di una fusione piena. Per questo esprimo rammarico, ma, nella coscienza della occasione persa, rispetto la posizione. Ritengo infatti che certi passi si possano affrontare con successo solo se il consenso è ampio e convinto da entrambe le parti. Le associazioni non sono aziende e qui non si tratta di fare fusioni a tutti i costi. Le associazioni sono comunità di persone che condividono visione e valori e se vi sono diversi livelli di maturazione, meglio continuare a confrontarsi fino alla piena condivisione.

Voglio ringraziare il collega e amico Lorenzo Riva, presidente di Confindustria Lecco-Sondrio. Lorenzo grazie, con te ho condiviso con serenità ogni passo di questo processo.

La visione e l’obiettivo restano validi, il percorso necessita di tempi e modalità diverse. Anche se non arriveremo a fusione nei tempi inizialmente previsti, l’esperienza fatta finora e quelle che continueremo a fare con gli amici di Lecco-Sondrio ha dato e daranno un ulteriore impulso alla nostra associazione.

Confindustria Bergamo evolve anche grazie a questa esperienza!

Abbiamo alzato ancor più lo sguardo e introdotto una visione prima non considerata, e che rimarrà nel nostro bagaglio di pensiero, ne abbiamo identificato i benefici e le criticità, abbiamo sperimentato e imparato.

E abbiamo ancor più consolidato la coesione tra noi. Questo lungo percorso con Lecco-Sondrio è stato una eccezionale occasione per un confronto partecipato e approfondito, su temi alti e strategici, il cui esito è una ancor più forte condivisione su visione, missione e valori della nostra associazione.

Abbiamo avuto la riprova di essere una grande associazione fatta di imprenditori preparati, partecipativi, capaci di vedere l’opportunità e andare oltre l’ostacolo che da questa ci separa perché animati da coraggio, intraprendenza e da spirito di servizio per l’industria, per il territorio ed il Paese, ciascuno cosciente del proprio ruolo e delle proprie responsabilità.

E così concludo rinnovando il mio sentito grazie alla Presidenza, alla Commissione per la fusione, al Consiglio Generale, ai Presidenti di Gruppo e ai tantissimi colleghi che ho sentito vicino e a tutta la struttura; grazie per l’appoggio, il consiglio e l’incoraggiamento, e grazie per la vostra amicizia.

Tra voi, nella nostra comune casa ho trovato il mio porto sicuro!

Ho trovato una grande associazione fatta di grandi imprenditori!

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