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Legati al pnrr

Ospedali e case di comunità: ok della Regione ai progetti dell’Asst Bergamo ovest

Sono 4: due Case della Comunità (a Treviglio e Dalmine) e due Ospedali di Comunità con Casa di Comunità (a Ponte San Pietro e Martinengo)

Regione Lombardia ha approvato i progetti territoriali legati al Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) presentati dalle Ats e Asst pubbliche, la cosiddetta Fase 1: quattro quelli riferiti alla Asst Bergamo Ovest, due Case della Comunità (a Treviglio e Dalmine) e due Ospedali di Comunità con Casa di Comunità (a Ponte San Pietro e Martinengo).

“Ecco i primi importanti progetti finanziati con fondi del Pnrr – spiega il direttore generale dell’Asst Bergamo Ovest, Peter Assembergs – Nei prossimi mesi vedremo nascere sul nostro territorio una Casa di Comunità nella sede Ex Inam di Via Matteotti a Treviglio, una a Dalmine nell’attuale sede del Presst di Via Betelli 2, un Ospedale di Comunità (con Casa di Comunità) a Martinengo nella sede dell’ex Ospedale di Piazza Maggiore 11, e uno a Ponte San Pietro (sempre con Casa di Comunità) nella dismessa sede dei Poliambulatori in Piazza Libertà 5. Queste strutture avranno la mission di assicurare continuità, accessibilità ed integrazione dell’assistenza sanitaria e sociosanitaria-sociale, con un ruolo fondamentale svolto dagli infermieri di famiglia e di comunità, dagli assistenti sociali e con il pieno coinvolgimento delle Amministrazioni locali e dei medici di base”.

“Già il Piano Nazionale Cronicità aveva previsto un progressivo passaggio dalla centralità dai Presidi ospedalieri (incentrati sulla gestione delle acuzie) alla Rete territoriale – prosegue Andrea Ghedi, direttore socio sanitario –, rafforzando le strutture a livello locale, le cure domiciliari, per poter meglio affrontare le sfide epidemiologiche e sociali del prossimo futuro con un approccio fortemente e realmente integrato, capace di mantenere il paziente lontano dalle strutture per acuti, diventando luoghi fondamentali attraverso cui coordinare i servizi offerti, in particolare ai malati affetti da patologie croniche. Sarà anche l’occasione per evitare ricoveri ospedalieri impropri e favorire sempre più dimissioni protette in luoghi più idonei al prevalere di fabbisogni socio-sanitari, di stabilizzazione clinica, di recupero funzionale e più prossimi al domicilio.”.

Le Case di Comunità

La Casa della Comunità è il luogo fisico di prossimità dove la comunità può accedere per poter entrare in contatto con il sistema di assistenza sanitaria e socio-sanitaria. La CdC, questo l’acronimo, promuove un modello organizzativo di approccio integrato e multidisciplinare attraverso équipe territoriali.

Nelle Case si prevede l’attivazione di:

– Collegamento con la Casa della Comunità hub di riferimento
– Continuità Assistenziale
– Partecipazione della Comunità e valorizzazione co-produzione
– Presenza infermieristica
– Presenza medica
– Programmi di screening
– Punto prelievi
– Punto Unico di Accesso
– Servizi di specialistica ambulatoriale per le patologie ad elevata prevalenza
– Servizi diagnostici (finalizzati al monitoraggio della cronicità)
– Servizi infermieristici
– Servizio di assistenza domiciliare di livello base
– Sistema integrato di prenotazione collegato al CUP aziendale
– Servizi di cure primarie erogati attraverso equipe multidisciplinari (MMG, PLS, SAI, IFeC, ecc)

Le Case di Comunità possono essere viste come la naturale evoluzione dei Presst, riattivando su di sé il ruolo primario di presidio del territorio (ex Distretti ATS), sia per gli aspetti preventivi (vaccinazioni, screening anche strumentali) che per le attività ambulatoriali in SSR (piccola diagnostica in tele-refertazione, prelievi, ecc.), radiologia ed ecografia domiciliare.
All’interno delle Case della Comunità si realizzerà l’integrazione tra i servizi sanitari e sociosanitari con i servizi sociali territoriali, potendo contare su equipe multidisciplinari (presenza degli assistenti sociali, Infermieri di comunità etc) e diventerà il punto di riferimento continuativo per la popolazione anche grazie ad una infrastruttura informatica, un punto prelievi, la strumentazione polispecialistica atta a garantire la presa in carico della comunità di riferimento.

Gli Ospedali di Comunità con Case di Comunità

L’Ospedale di comunità è una struttura di ricovero ad alta integrazione socio sanitaria e socioassistenziale, con un livello di cure brevi ed “intermedie”, che si collocano tra il ricovero ospedaliero (tipicamente destinato al paziente acuto), e le cure territoriali/domiciliari. I ricoveri sono destinati a pazienti che necessitano di interventi sanitari a bassa intensità clinica, di livello intermedio tra la rete territoriale e l’ospedale, di norma dotati di 20 posti letto, a gestione prevalentemente infermieristica.

La realizzazione deriverà dalla ristrutturazione di strutture già esistenti quali:

Ospedale di Comunità con Casa di Comunità presso l’ex Poliambulatorio di Ponte San Pietro in Piazza Libertà 5. L’immobile è di proprietà ed è attualmente in disuso. Il piano seminterrato ed il piano terra ospiteranno la CdC, il piano primo e secondo l’OdC con 20 posti letto. Alcuni servizi della casa di comunità (Ifec, Specialistica, Cup, Punto prelievi) verranno attivati temporaneamente presso altre UdO aziendali (Presst Ponte SP, Attività di prelievo e Ifec di Terno d’isola, Poliambulatori di Brembate)

 

– Ospedale di Comunità con Casa di Comunità presso l’ex Ospedale di Martinengo in Piazza Maggiore 11. In attesa della ristrutturazione del reparto presso l’ex Ospedale di Martinengo, i 20 posti letto potranno essere attivati temporaneamente già nel primo semestre 2022 c/o l’Ospedale di Romano di L.dia. L’intervento della CdC è disgiunto da quello dell’OdC, essendo le due funzioni in parti differenti dell’edificio.

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