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Il presidente di confindustria

Bonomi: “Primo giorno di Green pass ok; inaccettabile che l’Italia tolleri il 10% di lavoro nero”

Il presidente di Confindustria, ospite dell'assemblea degli industriali bergamaschi, a 360 gradi sui temi del lavoro

Bergamo. “Il primo giorno di Green pass? Dalle prime notizie che abbiamo e dai riscontri del sistema mi pare di poter dire che sia andato bene: ha prevalso la responsabilità, ciò a cui avevamo richiamato tutti”.

Carlo Bonomi, presidente di Confindustria, ha riassunto così la prima giornata di obbligatorietà del certificato verde per accedere ai luoghi di lavoro: lo ha fatto nei minuti precedenti all’assemblea degli industriali bergamaschi, nella nuova sede al Kilometro Rosso, che sarà inaugurata ufficialmente al termine dell’evento.

“Ci auguriamo che anche le prossime manifestazioni previste si possano svolgere in modo tranquillo e democratico – ha aggiunto – Tutto si deve svolgere nella più stretta osservanza e rispetto delle libertà di tutti, in un clima di responsabilità collettiva”.

Incalzato sui temi del lavoro, Bonomi ha affrontato per primo il rifinanziamento del Reddito di Cittadinanza: “Le mie posizioni sono note, sono sempre stato favorevole per la parte relativa al contrasto della povertà, perchè dobbiamo dare una risposta a queste persone. Eravamo contrari alle politiche attive all’interno del Reddito di Cittadinanza, che si sono dimostrate un fallimento perchè i navigator hanno trovato posto solo a 423 persone. Francamente non è la strada corretta per dare risposte a donne e giovani, le categorie che hanno sofferto di più la crisi”.

Poi un commento sul cuneo fiscale: “Nella prossima legge di bilancio saranno a disposizione 22 miliardi, 4 dei quali per manovre precedenti che influiscono su quest’anno. Dobbiamo fare una manovra forte. Abbiamo problemi sul costo delle materie prime, dell’energia e del lavoro. Sulle prime due è difficile intervenire, sulla terza possiamo fare interventi importanti su due fronti: mettere più soldi nelle tasche degli italiani per spingere consumi interni e ridurre le tasse alle imprese sul cuneo fiscale. Questo potrebbe permetterci di riacquistare competitività sui mercati e diventare attrattivi”.

Ma il tema che più sta a cuore al presidente di Confindustria è quello della sicurezza sui luoghi di lavoro: “Abbiamo espresso un punto di vista che ritengo molto d’avanguardia. Non si può andare a lavorare e morire, dobbiamo anticipare gli infortuni. Il decreto sicurezza prevede delle sanzioni, ma solo quando sono già successi: da tre mesi lancio la proposta e la rinnovo a ogni assemblea di fare commissioni paritetiche impresa-lavoratori per evitare fatalità e dolo. Ok le sanzioni per chi non ha un comportamento corretto, ma non capisco perchè nessuno vuole lavorare su questo”.

Ultima battuta sulla sospensione dell’attività imprenditoriale legata al lavoro nero: “La quota è stata abbassata dal 20 al 10% e sono stupito – ammette – Io credo che un Paese civile non possa avere il 10% di lavoro nero che rientra nella fascia di tolleranza. Bisogna metterlo a zero, non è accettabile che ci sia una quota permessa. Sul lavoro vogliamo fare una battaglia senza se e senza ma”.

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