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Il premio

Collari d’Oro, il Coni ricorda Felice Gimondi con la massima onorificenza sportiva

La cerimonia, rinviata di un anno a causa del Covid, ha visto protagonisti numerosi campioni dello sport italiano come Federica Brignone, Dominik Paris, Dorothea Wierer e Enea Bastianini; ma anche gli assi del pedale come Gimondi che in passato hanno conquistato il titolo iridato

Le imprese di Felice Gimondi sono rimaste impresse nella memoria di numerosi italiani.

Impossibile scordare i duelli con Eddy Merckx oppure la vittoria al Tour de France, così come la caparbietà e l’abnegazione che hanno permesso al campione orobico di riscrivere la storia del ciclismo mondiale.

L’occasione migliore per ripercorrere questi momenti storici è stata la consegna dei Collari d’Oro al Merito Sportivo 2020 avvenuta a Milano nella mattinata di martedì 12 ottobre.

La cerimonia, rinviata di un anno a causa del Covid, ha visto protagonisti numerosi campioni dello sport italiano come Federica Brignone, Dominik Paris, Dorothea Wierer e Enea Bastianini; ma anche gli assi del pedale come Gimondi che in passato hanno conquistato il titolo iridato.

“Ci tenevamo a consegnare, anche se in ritardo, questi riconoscimenti perché le imprese realizzate da questi campioni sono fra i momenti più commoventi che il nostro paese abbia vissuto – ha spiegato il presidente del CONI Giovanni Malagò a cui hanno fatto eco le parole del numero uno della Federciclismo Cordiano Dagnoni -. Alcuni sono campioni che ho ammirato da bambino, altri amici con cui ho condiviso salite e fatiche. È un onore premiarli perchè potrei raccontare qualcosa per ciascuno di loro”.

A rendere omaggio al campione sedrinese ci ha pensato Malagò il quale ha consegnato la massima onorificenza sportiva alla figlia Norma confermando l’importanza del ruolo svolto dal fuoriclasse orobico nel mondo del pedale tricolore.

Apprezzato sia dai colleghi che dai tifosi, Gimondi è stato infatti un esempio per diverse generazioni che hanno visto crescere talenti del calibro di Vittorio Adorni, Francesco Moser, Giuseppe Saronni e Moreno Argentin.

“In un’occasione del genere il ricordo di papà è particolarmente forte. Devo ringraziare il presidente Malagò e l’intero CONI per la decisione di assegnarli questo premio – ha confessato Norma Gimondi -. Il Mondiale di Barcellona suggellò una carriera straordinaria anche perchè probabilmente non avrebbe avuto un’altra occasione per vincere in una competizione di quel genere. Papà aveva già vinto un argento e un bronzo, ma quel giorno superò il rivale di sempre Eddy Merckx così come anche fenomeni del calibro di Freddy Maertens e Luis Ocana”.

Il palco dell’Auditorium “LaVerdi” ha visto anche la presenza anche di Pietro Algeri, Claudio Corti e Mirco Gualdi i quali hanno condotto il ciclismo orobico sul tetto del mondo ispirando numerosi giovani del nostro territorio.

“Ai miei tempi il Mondiale per dilettanti aveva una valenza particolarmente importante perchè le vittorie erano molto rare – ha raccontato Corti -. Il giorno prima dell’evento iridato mi disse il commissario tecnico se non avessi paura dei russi che al mattino mangiavano pane e salame. Il CT mi diede quindi lo stimolo per crederci permettendomi di ottenere il risultato più importante della carriera”.

Lo sport italiano e bergamasco si concentrerà ora sulla stagione invernale e in particolare sullo sci alpino che il prossimo 23 ottobre farà il proprio debutto a Soelden.

Un appuntamento che condurrà Sofia Goggia e compagne verso i Giochi Olimpici di Pechino 2022 e più in là verso Milano-Cortina 2026: “Non sarà facile affrontare due Olimpiadi in un lasso di tempo così breve, ma le nostre federazioni si stanno già preparando – ha rivelato Malagò -. Ho parlato con gli atleti e sono consapevoli che, come a Tokyo, potrebbero esserci delle sorprese. Tuttavia le ultime vittorie li hanno responsabilizzati ulteriormente e spinti a far meglio”

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