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Il caso

“L’opuscolo dei preti no vax, smontato punto per punto”

Riceviamo e pubblichiamo la lettera che un cittadino di Mapello, Sergio Ravasio - laureato in Scienze Biologiche - ha inviato alla nostra redazione: "Quel documento frutto di ignoranza o malafede, ecco perché"

Riceviamo e pubblichiamo la lettera che un cittadino di Mapello, Sergio Ravasio – laureato in Scienze Biologiche – ha inviato alla nostra redazione smontando punto per punto quanto contenuto nel discusso opuscolo pubblicato dai preti delle parrocchie di Mapello – appunto -, Ambivere e Valtrighe. L’opuscolo, intitolato “Covid-19, i conti non tornano”, è pieno di riferimenti alla “vaccinazione sperimentale” e un appello a raccogliere fondi per chi non vuole vaccinarsi e ha bisogno dei tamponi.

Cari signori Emanuele Personeni, Alessandro Nava e Andrea Testa, vi chiamo signori perché ciò che avete fatto lo avete fatto “da uomini liberi, oltre che cittadini”, e quindi sarebbe forse stato più corretto assumersi la responsabilità di firmarlo senza quel “don” che presuppone una autorità morale, e che tenta di ammantarne anche ciò che firmate.

Sono venuto in possesso della vostra lettera e del relativo opuscolo riguardo il Covid-19, e mi sento in diritto di scrivere a seguito della richiesta di “venire a conoscenza di argomenti migliori” dei vostri.

Me ne sento anche in dovere in quanto credo, a fronte di una laurea in Scienze Biologiche e di un Dottorato di Ricerca in Biochimica, oltre che di 19 anni di lavoro in ambito farmaceutico, di possedere più competenze di voi riguardo alla parte scientifica del vostro scritto.

Date le mie competenze risponderò appunto alle castronerie scientifiche, lasciando ad altri le discussioni più generali sulla politica e sul totalitarismo – che personalmente, ma è la mia opinione legittima quanto la vostra – ritengo espressione del più becero complottismo.

Dunque, parliamo di scienza. Tutto il vostro discorso poggia le basi su due palesi falsità: la prima è quella per cui i vaccini contro il Covid sarebbero sperimentali, e la seconda quella secondo cui esisterebbero “cure domiciliari precoci” efficaci e sicure.

Innanzitutto, i vaccini non sono sperimentali. Non potrebbero esserlo, per il semplice motivo che nessun farmaco può ottenere un’autorizzazione, nemmeno una EUA (Emergency Use Authorization), senza aver eseguito le dovute sperimentazioni cliniche. Vi spiego brevemente come funziona la sperimentazione clinica per un nuovo farmaco:

• Studi di fase 1, condotti su pochi pazienti sani, per valutare farmacocinetica e farmacodinamica, il dosaggio ottimale ed eventuali criticità di sicurezza

• Studi di fase 2, condotti su un numero maggiore di pazienti con età e stato di salute diversi, di diversa etnia e sesso, per valutare nei vari sottogruppi efficacia e sicurezza e stabilire l’ideale rapporto dose-effetto

• Studi di fase 3, grandi studi randomizzati, multicentrici, in singolo o doppio cieco, su migliaia di pazienti, in cui si confrontano due gruppi omogenei trattati l’uno col farmaco e l’altro col placebo (o con la terapia standard), atti a valutare definitivamente efficacia e sicurezza, stabilendo preventivamente gli end-point primari e secondari (obiettivi) che permettano di considerare la terapia come valida. Durante gli studi di fase 3 vengono effettuate periodicamente analisi ad Interim, che hanno lo scopo di monitorare l’andamento dei risultati e, in alcuni casi, di fare in modo che lo studio si possa chiudere anzitempo in caso di “eccesso di beneficio” o “mancanza di beneficio”, perché in questi casi il Comitato Etico che presiede lo studio è tenuto nel primo caso a offrire il farmaco ai pazienti nel braccio a placebo, o nel secondo a interrompere la somministrazione del prodotto perché non produce beneficio o risulta addirittura dannoso.

• Studi di fase 4, vengono condotti, sia attivamente che tramite la farmacovigilanza, dopo l’immissione in commercio. Tutti i farmaci, anche i più “vecchi” sono di fatto sempre sottoposti a questi studi. Se questo vuol dire essere sperimentali, ebbene lo è anche la supposta di glicerolo.

Ora, tornando a noi, tutti i vaccini attualmente in commercio hanno seguito esattamente questo iter e sono stati approvati dopo la presentazione agli enti regolatori e successiva pubblicazione su riviste scientifiche autorevolissime degli studi di fase 3 (ah, tra parentesi, diversamente da quanto affermate a pagina 14, le riviste non sono “accessibili a un pubblico ristrettissimo”, in quanto dall’inizio dell’emergenza, al fine di facilitare la collaborazione e la ricerca degli scienziati, tutte hanno reso disponibili ogni materiale riguardante Sars-Cov-2 e Covid-19 pubblicato in formato full text gratuito):

• Vaccino Comirnaty (Pfizer), studio di fase 3 pubblicato sul New England Journal of Medicine https://www.nejm.org/doi/full/10.1056/nejmoa2034577

• Vaccino Spikevax (Moderna), studio di fase 3 pubblicato sul New England Journal of Medicine https://www.nejm.org/doi/full/10.1056/nejmoa2035389

• Vaccino Vaxzevria (AstraZeneca), studio di fase 3 pubblicato su Lancet https://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736(20)32661-1/fulltext

• Vaccino Janssen, studio di fase 3 pubblicato sul New England Journal of Medicine https://www.nejm.org/doi/full/10.1056/NEJMoa2101544

L’unico “strappo alle regole” – se vogliamo chiamarlo così – che è stato fatto è che se normalmente le fasi 1, 2 e 3 vengono fatte partire in modo consequenziale (la 2 dopo il termine della 1, e la 3 dopo il termine della 2), nel caso dei vaccini contro Covid-19 gli studi di fase 3 sono iniziati contemporaneamente a quelli di fase 1 e 2, allo scopo di avere gli stessi requisiti scientifici di tutti gli altri farmaci in un tempo più breve. Vi siete mai chiesti perché Sputnik e Sinovac, cioè i vaccini russi e cinese non sono utilizzati in Europa e USA? Ebbene, perché non hanno ancora presentato dati ritenuti sufficienti da FDA e EMA. Dunque, credo di aver dimostrato ampiamente, che i vaccini non sono sperimentali, o comunque non più di un comune farmaco contro l’ipertensione o di un FANS.

Gli effetti a lungo termine dei vaccini non si conoscono? Certo che no, visto che esistono da meno di un anno, ma trattandosi di vaccini e non di farmaci ad uso continuativo non c’è ragione di ritenere che possano averne, visto che una volta iniettati “agiscono” per qualche giorno inducendo la risposta immunitaria, dopodiché sono i nostri linfociti a fare il resto del lavoro, compreso il “ricordare” come è fatta la proteina Spike. Ben diverso è il caso di un farmaco per una patologia cronica, assunto continuativamente per anni e che per funzionare deve mantenere una concentrazione costante nel nostro organismo. Ma se si facesse il vostro ragionamento sugli effetti a lungo termine non solo non verrebbe mai autorizzato alcun farmaco, ma nemmeno avremmo lo Wifi o il forno a microonde in casa.

A pagina 3 dispensate come dato di fatto una stupidaggine sesquipedale: “un effetto collaterale dannoso per la società, ampiamente previsto dalla scienza e causato direttamente dalla vaccinazione, è la diffusione delle varianti”, e quindi, come da voi chiesto sempre a pagina 3, mi “darò la pena di smentire scientificamente queste affermazioni”. È presto fatto: la scienza non prevede nulla di tutto ciò. Le varianti si originano naturalmente, dato che la mutazione casuale e la conseguente selezione naturale è dalla comparsa della vita sulla Terra il motore dell’evoluzione (a meno di credere al creazionismo, lecito ma ormai piuttosto antiscientifico; consiglio al riguardo la lettura di Monod, “Il caso e la necessità” o di Dawkins, “L’orologiaio cieco”) e se ne originano tante più quanto più il virus viene lasciato circolare.

Sicuramente, grazie alle vostre approfondite letture avrete ben chiaro cosa sia una variante, ma non vorrei che aveste capito male, dato che tra le vostre fonti pare esserci nientemeno che un ex premio Nobel che tra le altre cose sostiene di poter teletrasportare del DNA da una provetta all’altra (https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/26098521/), e ricordate che in scienza il principio di autorità non esiste: chi fa un’affermazione deve dimostrarla, fosse anche un pluriNobel. E un’idiozia detta da un Nobel rimane un’idiozia.  Mi premuro di rispiegarvelo, sicuro di fare cosa gradita. Il Sars-Cov-2 è un Coronavirus, e quindi un virus con materiale genetico composto da un singolo filamento di RNA, che codifica per le poche proteine necessarie a replicare l’RNA virale stesso una volta entrato nella cellula ospite, per poi farle produrre le proteine che ne compongono la propria capsula esterna, tra cui la famosa Spike.

Non mi dilungo sul processo di sintesi proteica (la trovate su un normale testo di scienza delle medie), basti sapere che se la parte del gene che codifica per una proteina viene “copiata male”, durante la successiva traduzione possono essere introdotti nella proteina stessa amminoacidi diversi da quelli corretti, creando una “mutazione”.

Alcune di queste mutazioni sono ininfluenti, la stragrande maggioranza rendono la proteina inservibile; in alcuni rari casi però la proteina mutata può assumere una “nuova” proprietà che la rende, per esempio, più efficace nell’interagire con la cellula ospite, o più pericolosa dal punto di vista clinico, migliorando la fitness del nuovo ceppo. In questi ultimi casi l’OMS parla di VOIs (Variants of interest) e VOCs (Variants of concern), cioè di quelle varianti, tra le tante identificate, che potrebbero rappresentare una minaccia e che vanno quindi attentamente monitorate https://www.who.int/en/activities/tracking-SARS-CoV-2-variants.

Tornando a Sars-Cov-2, essendo un virus a RNA a singolo filamento presenta un meccanismo di replicazione particolarmente prono all’introduzione di errori: l’RNA polimerasi dei coronavirus relativamente spesso introduce una base sbagliata, ogni 1000 circa. Avendo il genoma di Sars-Cov-2 una dimensione di circa 30.000 basi, statisticamente ad ogni replicazione vengono commessi 30 errori. Questa è una caratteristica naturale di tutti i virus, su cui il vaccino non ha, e non può avere, nessun effetto: che il paziente sia vaccinato oppure no, ogni volta che un individuo viene infettato nelle sue cellule vengono prodotte centinaia di migliaia di varianti. Fortunatamente solo una parte infinitesimale di queste desta preoccupazione, ma quando si produce una variante a maggiore trasmissibilità, come accaduto per la Delta, se le si lascia la possibilità di diffondersi lo farà inevitabilmente, per un processo naturale, soppiantando il ceppo preesistente.

Questo è tra le altre cose il motivo per cui la strategia del “lasciamo che il virus si diffonda” è folle: ridurre al minimo la circolazione dei virus permette di evitare che si producano e diffondano varianti più trasmissibili o pericolose. In questo i vaccini sono d’aiuto, al contrario di quanto sostenete voi, perché, ed è dimostrato, riducono sensibilmente la circolazione virale (https://www.nejm.org/doi/full/10.1056/NEJMc2106757).

Chiarito questo punto passiamo a una parte che sfiora il comico: in fondo a pagina 3 affermate che “firmando il modulo che viene consegnato al momento della vaccinazione, il cittadino esenta lo stato e le case farmaceutiche da ogni responsabilità” e “in presenza di conseguenze future anche gravi non potranno rivalersi con nessuno”. Ciò non è vero, perché anche una recente sentenza della Corte Costituzionale stabilisce che l’indennizzo in caso di danni da vaccino viene riconosciuta non solo per i vaccini obbligatori, ma anche per quelli fortemente raccomandati (https://www.altalex.com/documents/news/2017/12/18/danni-da-vaccinazione).

L’aspetto ridicolo del vostro ragionamento arriva subito dopo, quando sostenete i “risultati straordinari raggiunti da Ippocrateorg”, che propone fantomatiche “cure domiciliari precoci” previa firma di un modulo dove, testualmente, il paziente “esonera il medico curante da ogni responsabilità civile, penale e morale per effetti collaterali che dovessero conseguire all’applicazione del suddetto approccio terapeutico (in particolare per ciò che concerne i farmaci off label, il cui uso, ad oggi, è sconsigliato, ma non vietato) assumendosene in pieno gli eventuali rischi”. Questo modulo comprende tra i farmaci proposti nella terapia prodotti privi di indicazione e per i quali la letteratura scientifica certifica l’inefficacia clinica:

• Idrossiclorochina, indicato solo per l’artrite reumatoide, e che può comportate tra i vari eventi avversi “cardiomiopatie, con conseguente scompenso cardiaco”. Una metanalisi di 12 studi ha escluso che abbia effetti sul rischio di morte da Covid-19 e sulla necessità di ventilazione meccanica, a fronte di effetti collaterali triplicati https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC8094389/

• Azitromicina, che è un antibiotico, e quindi del tutto inattivo sui virus. Tra l’altro l’uso di antibiotici dove non necessari è, questo si, responsabile della selezione di ceppi di batteri patogeni resistenti, uno dei principali problemi della medicina negli ultimi anni. https://www.thelancet.com/article/S0140-6736(21)00461-X/fulltext

• Ivermectina, un antiparassitario usato per sverminare vacche, capre e cavalli, le cui basi scientifiche dell’uso in pazienti Covid, se così vogliamo chiamarle, si basano su una serie di studi condotti in Egitto, Zimbabwe e Bangladesh, in alcuni casi presso ospedali inesistenti o che pare partecipassero ai trials senza saperlo (https://www.science.org/content/blog-post/awful-trials?fbclid=IwAR0_0pvmf5crC2GtOI5U6EEg49LWCMAO-0oO0w6eDCkTluHg9JRtB6k3-cE)

A pagina 4 sostenete senza dubbio alcuno che queste cure guariscono “SEMPRE soltanto con 3 o 4 giorni di semplice terapia domiciliare” (fonte scientifica: il gazzettino vesuviano (!)), e a pagina 6 che “guariscono la malattia prima che diventi grave”. Nessuno, che sia medico o scienziato si permetterebbe di fare simili affermazioni, dato che la medicina non è una scienza esatta. Ma se lo dice il gazzettino vesuviano…

Vero è che in oltre il 95% dei casi il malato di Covid19 non ha sintomi o ha sintomi lievi, per cui guarisce autonomamente in pochi giorni, che faccia una qualunque terapia o meno. Tant’è vero che la terapia iniziale è prettamente sintomatica: la famosa paracetamolo (o tachipirina, se volete) e vigile attesa. Ma vigile attesa non significa che non si fa nulla, bensì che si tiene monitorato il paziente per riconoscere tempestivamente l’eventuale peggioramento, che in una quota fortunatamente ridotta di pazienti avviene alla seconda settimana. È infatti inutile somministrare senza motivo anticoagulanti, cortisonici (che riducono le difese immunitarie) e antibiotici (per non parlare dell’idrossiclorochina e dell’ivermectina) in pazienti che non ne necessitano. Quando invece la saturazione crolla improvvisamente non c’è cura miracolosa che tenga, e ossigeno a domicilio o ricovero sono l’unica scelta possibile.

L’efficacia delle “Terapie precoci personalizzate” è la stessa dell’omeopatia: curano chi non necessita di cure, almeno fino a prova contraria. D’altro canto se i medici di Ippocrateorg hanno dati su una popolazione così numerosa cosa aspettano a pubblicarli? Come ho già spiegato in precedenza le autorità regolatorie del farmaco lavorano in modo sistematico e pignolo: una nuova indicazione per un principio attivo viene concessa se, e solo se viene presentato uno studio validato di fase 3. Non basta che me l’abbia detto mio cugggino. Da questo punto di vista le “terapie precoci personalizzate” sono, quelle si, sperimentali, altro che i vaccini.

Capitolo costi, perché la vostra teoria si poggia sulla presunta esistenza di subdoli interessi economici: i vaccini anticovid costano attualmente dai 1,78 euro/dose del Vaxzevria ai 12 euro/dose del Comirnaty, quindi il ciclo completo costa tra 4 e 24 euro a paziente, e in futuro potranno arrivare a costare in base ai contratti con l’UE sui 25 euro a dose, quindi 50 euro a paziente. L’azitromicina costa 6,32 euro, l’idrossiclorochina 4,62 euro, l’enoxaparina 32 euro… un giorno di ricovero ospedaliero in reparto normale costa intorno ai 1000 euro (https://www.aopi.it/wp-content/uploads/2021/05/ricerca-costi-standard_2020.pdf), senza contare i costi legati a ore di lavoro perse, riabilitazione, terapie successive. Ciò rende evidente come per la sanità pubblica la vaccinazione, come qualunque intervento di prevenzione primaria, sia oltremodo economica e come alla famigerata Big Pharma rende molto più curare che prevenire (perché i farmaci proposti da Ippocrateorg, ve lo svelo se non lo sapete, non li producono gli elfi di Babbo Natale, ma le case farmaceutiche).

A pagina 7 affermate, senza nemmeno uno straccio di condizionale, che “le direttive ministeriali invece di incoraggiare i medici a curare i pazienti affinché le loro cure potessero circolare, hanno deciso di screditarle definendole rischiose, prive di evidenze scientifiche e di non autorizzarne l’utilizzo”. Come già detto prima, tali cure sono rischiose e prive di evidenze scientifiche, e in ogni caso non sta alle direttive ministeriali autorizzarle ma alle agenzie regolatori. Peccato FDA e EMA autorizzino i farmaci per uso umano solo a fronte di evidenze: se queste non ci sono, e non ci sono, c’è poco da fare, e l’autorevolezza riconosciuta a queste due agenzie è proprio conseguente al rigore scientifico che adottano.

Se si pensa che una terapia possa essere di beneficio si raccolgono i dati, si conduce uno studio retrospettivo, lo si sottopone a peer-review, e poi si progetta uno studio prospettico. Le persone serie fanno così: è il caso del Prof. Remuzzi e dell’Istituto Mario Negri https://www.medrxiv.org/content/10.1101/2021.03.25.21254296v2

Sulla fiaba della “Tachipirina e vigile attesa”, che riprendete a pagina 7 ho già commentato, vi faccio solo notare che nella primavera del 2020 il problema non era la mancanza di cure per chi tutto sommato stava bene, ma la mancanza di ossigeno e posto in ospedale per i tanti che, avendo uno stato di salute già compromesso, si aggravavano. Quella scatenata dal Covid-19 in quei primi mesi è stata una crisi del sistema sanitario, impreparato a far fronte alle necessità dopo che per anni si è cercato di risparmiare riducendo personale e posti letto. Sars-Cov-2 richiede l’ospedalizzazione solo in una minima percentuale di pazienti, ma essendo un virus nuovo i suscettibili all’infezione, che segue il modello epidemico SIR (https://www.maa.org/press/periodicals/loci/joma/the-sir-model-for-spread-of-disease-the-differential-equation-model), sono rappresentati dall’intera popolazione e una piccola percentuale di milioni di persone sono pur sempre migliaia di pazienti.

A pagina 8 contestate la circolare del Ministero che vietava le autopsie, facendola passare per parte del diabolico disegno per uccidere la gente. Col senno di poi fu sicuramente una decisione sbagliata, ma in piena emergenza causata da un agente patogeno nuovo, sconosciuto e altamente contagioso, il buonsenso dice che fare un’autopsia comporta un rischio elevatissimo, e questo è stato il criterio seguito, non fantomatici piani per nascondere chissà che segreti.

Capitolo plasma iperimmune. Il lavoro del dottor De Donno non venne né ostacolato, né screditato, e a danneggiarlo fu semmai la campagna di stampa che proponeva la terapia col plasma come la soluzione economica ed efficace che qualcuno voleva nascondere. Il problema della terapia col plasma, come per tutte le terapie è il solito: l’efficacia clinica va testata con uno studio randomizzato e controllato, non con casi anedottici in aperto che comportano errori sistematici. Tale studio, lo studio Tsunami, è stato infatti condotto (https://www.iss.it/primo-piano/-/asset_publisher/3f4alMwzN1Z7/content/covid-19-studio-tsunami-il-plasma-non-riduce-il-rischio-di-peggioramento-respiratorio-o-morte), così come studi simili sono stati fatti altrove nel mondo ed è stata condotta una metanalisi che ne sottolinea il mancato beneficio (https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/34579942/) e che risponde anche alla vostra domanda di pagina 10, “perché dichiararla inefficace?”: perché lo è.

Naturalmente secondo la narrazione del complotto la terapia col plasma sarebbe stata boicottata perché “a basso costo”… Voi siete donatori? Avete mai fatto una plasmaferesi? Io mi sono iscritto all’AVIS appena ho compiuto 18 anni e da parecchio dono plasma. La procedura di plasmaferesi richiede circa 35-45 minuti attaccati alla macchina, più il tempo precedente e successivo, ed è sempre una procedura medica da condurre in ambiente protetto da personale qualificato. Inoltre, la trasfusione di emoderivati, per quanti controlli vengano vatti sui donatori, comporta sempre un rischio, seppur minimo, soprattutto quando il ricevente è già debilitato.

La terapia “De Donno” non ha fatto da apripista allo sviluppo degli anticorpi monoclonali. La tecnologia degli anticorpi monoclonali è conosciuta e utilizzata da anni, perché semplicemente è più razionale e sicuro iniettare al paziente un prodotto contenente solo l’anticorpo contro Sars-Cov-2, piuttosto che una o più sacche di plasma proveniente da altri soggetti e contenenti di tutto. La ricerca di Mab contro il Covid è infatti iniziata subito, e non usando il plasma proposto da De Donno, ma quello di pazienti che erano stati colpiti da SARS-Cov, perché era noto che vi fosse cross-reattività tra la risposta immunitaria ai diversi coronavirus (https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC7048180/). Certo, i monoclonali costano, ma perché sono anticorpi altamente purificati e diretti contro un solo e preciso epitopo (da cui il nome monoclonali).

Se una critica si può fare – e va fatta – alle autorità sanitarie è sul ritardo nell’autorizzare l’uso dei Mab, e non all’inizio del 2020 per una questione di studi clinici mancanti (motivo per cui FDA, a conferma della sua rigorosità, rifiutò il via libera perché tali studi non erano ancora disponibili, nonostante le pressanti richieste dell’allora Presidente Trump), ma a metà anno, nonostante l’arrivo di evidenze scientifiche e per una questione economica (quindi forse il potere non è poi così servo delle case farmaceutiche come ritenete voi).

A pagina 11 vi esercitate sulla procedura di approvazione EUA, dimostrando da un lato di averne capito poco (l’EUA non sospende nessuna regola precauzionale, gli studi di fase 3 devono essere presentati e devono dimostrare efficacia e tollerabilità del prodotto) e dall’altro riproponete le due menzogne di base: i vaccini sperimentali e l’esistenza di cure alternative che si voleva nascondere. Per arrivare a pagina 12 ad affermare che “FDA e EMA, governi e case farmaceutiche hanno preferito combattere le cure domiciliari”… delirio allo stato puro! Delirio che prosegue dipingendo una situazione secondo la quale nel mondo intero ci sarebbe stato un disegno unitario per far chiudere in casa la gente, con costi immani per gli stessi governi mondiali, al solo scopo di fare in modo che all’arrivo dei vaccini non ci sarebbe stata opposizione a farseli somministrare. Il tutto per far guadagnare alla case farmaceutiche meno di quello che avrebbero guadagnato da cure e ricoveri… Tra l’altro non si capisce perché le decine di altre case farmaceutiche, quelle senza vaccino, tra cui colossi come Sanofi, Glaxo, Roche, Bayer, etc. sarebbero state zitte a subire questo trattamento di favore verso le 4 col vaccino. Ma vi rendete conto che tutto il ragionamento non regge?

A pagina 14 sostenete che “La notizia che l’approvazione di questi vaccini era soltanto “provvisoria”, invece di circolare sui siti ufficiali del Governo…”! I siti istituzionali di FDA, EMA, Aifa pubblicano tutto quanto riguarda le procedure e i documenti di autorizzazione. Basta consultarli per rendersene conto!

Pagina 15: “anche i vaccinati si ammalano di covid e anche i vaccinati contagiano (parole di Fauci)”. Eh no! Fauci dice altro: dice che quei pazienti che si infettano (non che si ammalano) nonostante il vaccino (perché nessun vaccino ha efficacia del 100%) nel caso della variante delta sembrano avere le stesse quantità di virus nel naso e in orofaringe di un non vaccinato, e quindi potrebbero trasmettere il virus. Ma Fauci aggiunge anche che comunque gli individui vaccinati risultano protetti da decorso grave, e quindi non vanno a intasare gli ospedali. E ribadisce, come tutti, medici e istituzioni, hanno sempre detto, che chi è vaccinato deve mantenere mascherina e distanziamento sociale. Nessuno ha mai sostenuto che i vaccinati possano “sentirsi liberi di comportarsi senza alcuna precauzione”.

A pagina 18 sostenete che “la correlazione tra decessi e somministrazione di vaccini anti-covid è molto superiore a quanto si crede” sulla base di uno studio di un sociologo… un sociologo?!

A pagina 19 citate i dati di Eudravigilance ignorando ciò che viene insegnato come primo concetto in ogni corso di epidemiologia: correlation is not causation (avvisate il sociologo)… altrimenti potrei argomentare che siccome c’è una forte correlazione tra estrema unzione e morte del soggetto, l’olio usato dal sacerdote è un veleno letale.

Secondo i dati che citate nell’Unione Europea sono stati segnalato 1.960.607 eventi avversi, di cui 968.870 gravi… Sapete che la febbre sopra 38°C, i dolori muscolari e scheletrici, astenia e cefalea sono conteggiati come eventi avversi gravi?

Limitandosi all’Italia, Aifa riporta su oltre 76 milioni di dosi 91.000 eventi avversi, di cui l’86% non gravi e il 13,8% gravi (13 ogni 100mila dosi), e in tutti questi casi si tratta di segnalazioni grezze, non di rapporti di causalità confermati https://www.aifa.gov.it/documents/20142/1315190/Rapporto_sorveglianza_vaccini_COVID-19_8.pdf

A pagina 19 fate un po’ confusione, probabilmente perche le vostre fonti scientifiche, a differenza di quelle citate da me, sono 2facebook, 3Ippocrateorg, 4ilgazzettinovesuviano, 7pagellapolitica, 8,10ilgiornale. 9youtube. I rari casi di TTS non si sono verificati con vaccini a mRNA, ma con quelli a vettore adenovirale (non mi dilungo a spiegarvi la differenza perché potete trovarla sulle vostre auguste fonti), e se fosse vera la vostra teoria secondo cui la produzione di anticorpi contro la Spike causasse “questi effetti nefasti”, ciò sarebbe ancor più vero in caso di infezione, quando la Spike è diffusa ovunque nell’organismo e non solo nel sito di inoculo. Quindi, si, è “antiscientifico ragionare in questo modo”, e lo è perché la scienza non si basa su opinioni da bar dello sport o su quelle trasmesse dalla famigerata radioradio all’insegna del “noncielodicono!!1!!”.

A pagina 20 propinate l’ennesima menzogna: la farmacovigilanza, per i vaccini come per qualunque farmaco di nuova immissione in commercio è sia attiva che passiva (https://www.epicentro.iss.it/vaccini/VacciniFarmacovigilanzaItalia), e a tutti i vaccinati viene detto, al momento della vaccinazione, ed è scritto anche sul modulo di accompagnamento, di segnalare ogni effetto collaterale. Vigilanza attiva non significa che si telefona ai pazienti per chiedere come stanno, ma che gli operatori sanitari sono invitati a raccogliere le segnalazioni, che, vi garantisco perché mi è capitato più volte di essere presente, ai medici arrivavano (non per niente ve ne sono quasi 2 milioni, pur essendo quasi tutte per sintomi banali).

Finalmente a pagina 21 mi sono fatto una risata. Divertente che l’unico studio scientifico che citate, come dimostrazione che vaccinati e non vaccinati contagino nello stesso modo, reciti nelle conclusioni “mRNA vaccines against COVID-19 are protective against symptomatic infection and severe disease by the B.1.617.2 variant. Vaccinated individuals had a more rapid decline in viral load, which has implications on secondary transmission and public health policy”, cioè “i vaccini a mRNA proteggono contro infezione sintomatica e decorso severo e i soggetti vaccinati presentano un più rapido declino della carica virale, il che ha implicazioni nella trasmissione secondaria e nelle politiche di salute pubblica”… Quello che si definisce un clamoroso autogoal.

Sempre a pagina 21 sembrerebbe sosteniate che i non vaccinati finiscono in ospedale perché “non vengono alzate le loro difese immunitarie (considerate fake news)”. Cioè voi sostenete che il medico che si trova di fronte un paziente positivo a Sars-Cov-2, se questo è vaccinato gli alza le difese immunitarie (non è dato sapere come), mentre quando sa che non è vaccinato appositamente tralascia tale trattamento per farlo ricoverare? Chissà cosa ne pensano i medici di questa considerazione che avete nei loro confronti.

Con questa ultima perla si conclude la parte del vostro opuscolo che riguarda l’aspetto scientifico e inizia lo sproloquio sui totalitarismi, la discriminazione, etc. Essendo queste opinioni, pur ritenendole un coacervo di stupidaggini degne delle peggiori serie televisive sulle teorie del complotto, le ritengo legittime e non le sto a contestare. Io parlo di scienza, non di politica.

Vedete, quello che vi contesto non è l’opposizione al Green Pass, che essendo una misura politica e non sanitaria è opinabile e criticabile; anche io ho delle riserve sulle modalità con cui viene applicato in Italia, soprattutto nella attuale situazione di curva epidemica. Non vi contesto nemmeno l’istituzione di un fondo per pagare i tamponi a chi non ritiene di vaccinarsi. È una scelta legittima, anche se mi auguro che venga resa trasparente sia l’entità delle donazioni che l’erogazione dei contributi.

Quello che ritengo intollerabile è che per giustificare la vostra contrarietà abbiate cercato di delegittimare con una serie infinita di menzogne e inesattezze i vaccini, universalmente riconosciuti come il mezzo principe di lotta alle epidemie. Attenzione, nessuno nel mondo scientifico sostiene che siano l’unico mezzo, e tutti ci si augura che a breve vengano rese disponibili terapie efficaci ed economiche che possano affiancare (e non sostituire) la vaccinazione.

Il senso di responsabilità, che in quanto sacerdoti dovreste avere nei confronti della comunità che guidate, avrebbe dovuto indurvi, prima di diffondere questa vostra pubblicazione, ad informarvi su materie che evidentemente non maneggiate. Almeno due di voi conoscono me personalmente e sanno cosa ho studiato e che lavoro faccio: avreste potuto chiedere e vi avrei risposto volentieri dati alla mano alla robaccia che avete raccolto dalla rete. Ma se non a me, che in fondo non sono nessuno, avreste almeno potuto chiedere ai medici che prestano servizio nei comuni di Mapello e Ambivere: ce ne sono 5! Dubito lo abbiate fatto, vista la reazione trasecolata del Sindaco di Ambivere.

L’aver tralasciato questo semplice confronto e l’aver infarcito il vostro scritto di falsità scientifiche proposte col tono assertivo di chi conosce la verità, cosa che il vero uomo di scienza non fa, dimostra invece a mio avviso una assoluta superficialità e l’incapacità di confronto. La voglia di imporre il proprio pensiero come l’unico valido, al punto di costruirsi financo delle false argomentazioni per sostenerlo.

Il vostro opuscolo è frutto o dell’ignoranza o della malafede, ed entrambe sono in questo caso imperdonabili. Io mi auguro che nel più breve tempo possibile abbiate la decenza di ritrattare pubblicamente e di scusarvi, nel frattempo continuerò ad essere cittadino del comune di Mapello. ma non potrò più esserne parrocchiano.

Dr. Sergio Ravasio, PhD

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