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Il caso

Ponte San Pietro, “fuoco amico” sull’amministrazione: “Le decisioni nelle mani di pochissimi”

A pochi giorni dal voto il consigliere di maggioranza Gabriele Pellicioli e Francesco Parasiliti, ex candidato pro Zirafa, prendono le distanze e attaccano: "Usare la politica e specchiarsi in essa come Narciso, non rende l'amministratore un tutore della comunità, ma un seguace della vanagloria privata"

Ponte San Pietro. Se non è un fulmine a ciel sereno, poco ci manca. Perchè a pochi giorni dalle elezioni amministrative del 3 e 4 ottobre, l’attacco più pesante per la maggioranza uscente, oggi guidata da Marzio Zirafa ma che si presenta alle urne con il suo vice Matteo Macoli, arriva dall’interno.

Nelle ultime ore i cittadini di Ponte San Pietro hanno trovato nelle cassette della posta una lettera a firma Gabriele Pellicioli e Francesco Parasiliti dall’intestazione chiarissima: “Politica per passione, non per professione. Politica per la comunità, non per se stessi”.

Entrambi nel 2016 si erano candidati con il centrodestra, tra le fila della lista Marzio Zirafa sindaco: e se Parasiliti rimase escluso dal consiglio, Pellicioli riuscì invece ad entrare, ottenendo tra l’altro le deleghe ad Affari comunali e Farmacia comunale.

Dopo cinque anni vissuti al fianco dell’amministrazione, chi dall’interno e chi comunque da sostenitore, Pellicioli e Parasiliti hanno deciso di prendere carta e penna e scrivere direttamente agli elettori di Ponte San Pietro, dando la loro versione dei fatti sulle modalità di gestione della cosa pubblica negli ultimi cinque anni.

“In vista delle imminenti elezioni comunali di ottobre 2021 a Ponte San Pietro vogliamo ed abbiamo la responsabilità morale di gettare un po’ di luce sul nostro ultimo incarico di amministratori locali eletti e di cittadini facenti parte dei candidati della ‘squadra’ di centro destra vittoriosa alle ultime elezioni del 2016 – scrivono – Questo contributo può fornire qualche spunto di riflessione ed elemento concreto in più ai concittadini in vista del voto”.

Ma se leggendo queste prime righe i cittadini avrebbero potuto aspettarsi il classico endorsement per la maggioranza, le successive rivelazioni sono andate esattamente in direzione opposta.

“Siamo stati chiamati in causa nel 2016, allorquando ci siam fatti convincere dalle parole al miele di chi allora stava formando la lista Marzio Zirafa Sindaco ed ora capeggia la lista Matteo Macoli Sindaco. Nell’ultima propaganda abbiamo approvato le linee programmatiche di questa lista, ne abbiamo condiviso le idee ed i valori orientati al centro destra, ci siamo resi garanti al cospetto della cittadinanza della bontà di quello che sarebbe stato il nostro operato. Purtroppo, con profondo rammarico e delusione, dobbiamo riconoscere di aver sbagliato. Convinzione che, una volta maturata, abbiamo subito esternato con trasparenza a chi ci ha scelto ed ora riteniamo doveroso comunicare anche alla cittadinanza, sebbene sia più comodo tacere. Già in questi cinque anni abbiamo osservato un religioso silenzio e ciò solo per un senso di profondo rispetto nei confronti di quegli elettori che al tempo, esprimendo la loro preferenza con il nostro nominativo, hanno voluto dare fiducia alle nostre persone e programmi”.

Poi Pellicioli e Parasiliti entrano nel dettaglio, con parole forti nei confronti degli attuali amministratori: “Nella propaganda 2016 abbiamo fornito, con passione e dedizione, il nostro sostegno; ci siamo visti sacrificare quel tempo, tanto prezioso, abitualmente investito nelle nostre vite di professionisti. Conseguita la vittoria elettorale, il castello di sabbia è crollato: la nostra professionalità, più volte chiamata in causa quando serviva per correre, poi è stata riposta nel dimenticatoio; si è ben presto disvelato chi contava e chi no, chi solo deteneva le chiavi del potere amministrativo e chi doveva limitarsi ad assecondarlo, privato nei fatti di una reale possibilità di iniziativa. È stata ostentata collegialità nell’assunzione delle decisioni, ma nei fatti queste son state concentrate nelle mani di pochi, se non pochissimi. Oggi poniamo una domanda: è corretto che la politica, la gestione di un ente locale, del bene COLLETTIVO siano una prerogativa di pochi illuminati, depositari delle chiavi della res publica?”.

I riferimenti, non troppo velati, continuano: “Riteniamo che la politica a livello di realtà locali non debba essere una professione, ma una passione; non un mestiere, ma un servizio, nel senso di servire e mettersi a servizio della collettività. Usare la politica e specchiarsi in essa come Narciso, non rende l’amministratore un tutore della comunità, ma un seguace della vanagloria privata. La Politica deve essere passione civile, amore per il proprio paese, senso di giustizia, voglia di migliorare la condizione sociale dei propri concittadini: al centro vi deve essere la Persona. In cosa è migliorato il nostro paese negli ultimi cinque anni? Vogliamo seriamente attribuire a qualcuno i meriti di aver radicato sul territorio un potentato quale Aruba, che, solo ed unilateralmente, ha deciso di insediarvisi? Il posizionamento sul nostro territorio di Aruba o di altre imprese non è chiaramente un merito comunale. Parimenti, le grandi opere pubbliche realizzate, spesso onerose in termini economici, non sono lo specchio del risollevarsi di un paese: sono specchietti per le allodole”.

Auspicando anni migliori per Ponte San Pietro, a contrasto di “una progressiva desertificazione e alla chiusura delle saracinesche dei commercianti”, Pellicioli e Parasiliti fanno pubblicamente mea culpa, “perchè, pur coinvolti, non abbiamo avuto la possibilità di concorrere ad un cambiamento tangibile per il miglioramento della nostra terra”, e poi passano alle proposte.

“Abbiamo maturato la seria convinzione che in un Comune, non di grandi dimensioni quale il nostro, bisogna votare non i partiti, non le idee, ma le persone che si fanno portavoce di quelle idee, alimentate da un forte e puro desiderio di far squadra. Se vogliamo risollevare veramente le sorti del nostro amato Paese, dobbiamo scegliere bene a chi mettiamo in mano l’Amministrazione della Cosa Pubblica. Il nostro identikit di Sindaco è il seguente: professionista, affermato nel suo lavoro primario, che vuole rendere un servizio alla comunità piuttosto che attaccarsi per decenni alla poltrona; persona di cultura ed ampie vedute, conoscitore del mercato degli imprenditori, che non sia relegato ai confini di Ponte San Pietro, ma che sappia e possa muoversi al di fuori e costruire un’interfaccia di spessore con istituzioni, realtà ed enti sovracomunali; persona non egocentrica, propensa alla condivisione, che non si appropri di tutti gli assessorati e di tutte le cariche; persona che ponga al centro del programma le persone e non i lavori pubblici”.

Se, a questo punto, non fosse ancora chiaro il loro pensiero, i due ex candidati del centrodestra rincarano ancor di più la dose: “Non troviamo la migliore sintesi di queste qualità nel centro destra – chiosano -, sebbene i nostri ideali politici siano di quella estrazione. Cogliamo infatti l’occasione per prenderne le distanze, pur consapevoli che la nostra è la voce isolata di due persone, la quale verrà facilmente contraddetta. Gli elettori hanno ora una grande responsabilità: votare non le idee, non i partiti, ma le Persone. E che vinca il migliore!”.

Una lettera dai toni decisi, che ha sorpreso anche gli avversari politici dell’amministrazione uscente: sui social non sono mancati apprezzamenti e commenti ad esaltazione di un gesto che, inevitabilmente, fa segnare un punto a favore degli sfidanti.

“Forse non varrebbe nemmeno la pena abbassarsi a un tale livello di miseria umana – si legge nel comunicato di replica rilasciato dal gruppo consiliare di maggioranza Marzio Zirafa Sindaco – ma visto che siamo stati tirati in ballo, nostro malgrado, desideriamo precisare quanto segue. Il consigliere Pellicioli dispone di un sosia o di un fratello gemello che negli ultimi 5 anni, quando presente, ha votato senza fiatare e senza battere ciglio tutte le decisioni e le delibere che la nostra Amministrazione Comunale ha intrapreso, condiviso e portato all’approvazione in Consiglio Comunale per iniziare a rilanciare Ponte San Pietro dopo un lungo periodo di immobilismo. Se invece l’autore di questa sconclusionata lettera fosse davvero lo stesso consigliere, beh, diciamo che la sua conversione suonerebbe quanto meno fuori tempo massimo e questo tempismo getterebbe un’ombra sinistra sulla credibilità del consigliere medesimo, sull’infantilismo di taluni suoi atteggiamenti e sull’attendibilità di certe affermazioni. Oppure, più probabilmente come tutti i cittadini di buon senso hanno già intuito, le mancate poltrone a cui tanto aspirava gli hanno tolto la necessaria lucidità e serenità nei giudizi? Quanto invece al secondo firmatario riteniamo che il giudizio lo abbia inequivocabilmente già dato, come sempre avviene in democrazia, il popolo sovrano non concedendogli i voti nemmeno per essere eletto consigliere comunale alle ultime elezioni. I cittadini, per fortuna con la loro saggezza e senza lasciarsi ingannare da un bieco opportunismo elettorale di scarsissima fattura, daranno ancora una volta il loro responso finale e inappellabile domenica 3 e lunedì 4 ottobre: non troveranno però sulla scheda i due scriventi. Ma d’altronde, come ci insegna il Manzoni con le parole di Don Abbondio, ‘Il coraggio, uno, se non ce l’ha, mica se lo può dare’. Agli elettori l’ardua sentenza!”.

 

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