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Champions al gewiss stadium

Pizzaballa: “Sarà una grande festa”. Domingo: “Atalanta più forte dell’Inter”

Loro erano in campo alla prima partita di Coppa delle Coppe, il 4 settembre 1963. "Ma allo stadio è tutt'altra cosa che vederla in tv"

“Io? Penso di esserci, spero di vederla lì, allo stadio è tutt’altra cosa che vederla in tivù”. Pierluigi Pizzaballa spettatore d’eccezione oggi al Gewiss Stadium, lui che era in campo anche alla prima partita veramente europea, quella di Coppa delle Coppe, 58 anni fa, il 4 settembre 1963, contro lo Sporting Lisbona.

E oggi che ancora, a 82 anni, allena i ragazzini del Gorle, Pizzaballa non vede l’ora di gustarsi la partita dal vivo e lo sente, che non sarà una serata qualsiasi, la prima col pubblico a Bergamo in Champions: “Sarà una festa, un grande avvenimento, finalmente poter andare allo stadio per vedere e sostenere la propria squadra”.

Ma allora, com’era l’atmosfera? “Non a questi livelli” ricorda il portiere “c’era entusiasmo, ma non come oggi. Ora c’è la voglia del pubblico di riprendersi la squadra, è bello”.

Ma il suo collega Musso, come lo vede? Pizzaballa sorride: “Beh ha fatto cose valide, sembra che la scelta sia azzeccata al cento per cento. Fino ad ora direi bene, quando hai un buon portiere alcuni punti te li porta, un portiere e un centravanti valido fanno l’ossatura della squadra”.

C’era, in campo quel 4 settembre 1963, anche Mario Mereghetti, che ricorda: “Avevamo vinto 2-0, poi al ritorno abbiamo perso 3-1 e peccato che non valessero le regole di oggi, per cui abbiamo poi dovuto disputare la bella”.
Ma lo stadio allora, che ricordi ha? “C’era tanta gente, soprattutto nei popolari. Guardi” aggiunge Mereghetti “che io ho 83 anni, mi piace seguire il calcio, in tv non me ne perdo una: ho visto Inter-Atalanta e poi mi vedo l’Inter e l’Atalanta in Champions”.

E l’Atalanta? “Bel gruppo, ha reagito nei momenti giusti contro un’Inter che non è ancora al massimo. Gasperini se ne intende, lui sa fare gruppo e tutti fanno la loro parte”.

Angelo Domenghini non ha dubbi: “L’Atalanta? Per me è stata anche superiore all’Inter”. Ha anche un ricordo particolare di quella partita del 1963 a Bergamo contro lo Sporting, finita 2-0 secondo gli almanacchi con reti di Calvanese e Domenghini. “Siete sicuri? No, non è possibile, io ho segnato due gol”, afferma sicuro.

Ma è vero che la chiamavano il Re di coppa? Ride: “Sì, figuriamoci, abbiamo giocato tre partite… Sarà stato perché ho fatto tre gol nella finale vinta in quell’anno. Quella con lo Sporting è stata la mia più bella partita con l’Atalanta, lo stadio era pieno e lo Sporting un avversario difficile, molto tecnico”.

Le è piaciuta Inter-Atalanta? “Bella soprattutto nel primo tempo, nel secondo l’Inter era sotto e l’Atalanta giocava di rimessa. Poi peccato per quel gol strano rilevato dal Var”.

Riguardo ai singoli, Domingo apprezza “Zappacosta, sempre molto bene, corre 90 minuti e non si stanca mai. Malinovskyi? Sta tornando in buona condizione. Non c’è un giocatore sopra gli altri nell’Atalanta, però se dovessi fare un nome direi Gosens: è impressionante, come fa la diagonale, come si inserisce in area: non sbaglia un colpo. Pensavate che fosse facile arrivare in Nazionale, nella Germania?”

Senta, ma l’Atalanta per vincere con lo Young Boys cosa deve fare? “Deve giocare come sempre, l’aggressione uomo contro uomo è la sua forza e poi se la gioca alla pari con tutti. E’ un girone equilibrato. In Serie A è alla pari con le prime 4-5 squadre, però stanno dando rigori ridicoli…”.

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