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Finanza & co.

L’Euro digitale, un percorso in accelerazione che possa facilitare i consumatori

Fin dall’introduzione dell’euro la Bce è responsabile di preservare la fiducia dei cittadini nella nostra moneta. Insieme al contante, un euro digitale sarebbe accessibile a tutti e offrirebbe una scelta più ampia di mezzi di pagamento

Inizia con oggi una nuova rubrica curata da Alberto Giordano, consulente finanziario per Global Finance Magazine Nyc, Il Sole24ore. Gli interventi riguardano tematiche legate all’innovazione applicata ai settori fintech, startup, ambiente ed energia, enti locali, edilizia, come pure ai sostegni pubblici e privati previsti.
Mercati di Unione europea, Cina, Singapore, Vietnam, Centro e Sud America.

La digitalizzazione si è ormai diffusa in ogni ambito della vita quotidiana trasformando il modo in cui si effettuano i pagamenti.
L’euro digitale (CBDC cioè una Central Bank Digital Currency), è una valuta digitale che verrebbe emessa dalla Bce (Banca centrale europea e le banche centrali nazionali), accessibile a tutti i cittadini e alle imprese come le banconote. L’euro digitale può diventare un vero strumento a vantaggio del consumatore.
La fase di indagine inizierà a ottobre 2021 e durerà almeno due anni. È prevista la sua operatività tra cinque anni, salvo complicazioni.
L’euro digitale affianca il contante senza sostituirlo. Un euro digitale amplierebbe le opzioni su come pagare e renderebbe più facile farlo, contribuendo all’accessibilità e all’inclusione.

L’euro digitale nasce come progetto in risposta al mercato delle cripto valute, tra cui l’annunciata attivazione di Libra (Diem, la criptovaluta di Facebook) pensata per fare concorrenza a Bitcoin. L’autorizzazione di Diem da parte delle autorità americane porterebbe a un rapido sviluppo delle transazioni in dollari nel mondo con una possibile perdita di posizione dell’euro.

L’euro digitale però non è una cripto valuta. I prezzi delle criptovalute sono volatili perché mancano di valore intrinseco e non esiste un’istituzione affidabile che le supporti. In questo caso invece l’euro digitale è una valuta come l’euro fisico e il suo valore è pari al valore del contante (1 euro è tale sia digitale che fisico). Inoltre è emesso dalla Bce e questo permette un’enorme stabilità rispetto ai contraccolpi di mercato.

La Bce e le banche centrali nazionali dei paesi dell’area dell’euro stanno studiando benefici e rischi per far sì che la moneta continui a soddisfare le esigenze dei cittadini europei.
A luglio 2021 si è deciso avviare un progetto per un euro digitale. Ciò non implica necessariamente che emetteremo un euro digitale, ma che ci prepareremo a questa possibilità. Esamineremo come potrebbe essere configurato un euro digitale e come distribuirlo a commercianti e cittadini, ma anche il suo impatto sul mercato e le modifiche alla legislazione europea eventualmente necessarie. Dopo la conclusione della fase di indagine decideremo se avviare lo sviluppo di un euro digitale, per poi eventualmente realizzare possibili soluzioni da sottoporre a test, in collaborazione con banche e società che potrebbero fornire la tecnologia e i servizi di pagamento.
Dalle sperimentazioni condotte finora è emerso che non vi sono limitazioni tecnologiche importanti per l’emissione di un euro digitale e che potrebbe essere configurato in vari modi.

Al momento la Banca centrale europea ha effettuato una prima consultazione per definire le possibili caratteristiche dell’euro digitale, tra le richieste più pressanti emerse risultano: l’euro digitale possa convivere insieme al contante e sia uno strumento utilizzabile sempre, 24 ore su 24, 7 giorni su 7, anche in assenza di connessione internet (quindi che sia uno strumento al portatore utilizzabile non solo online ma anche sui pos fisici); essere scambiato alla pari con l’euro fisico (1 euro sarà tale anche se digitale); non deve avere costi e deve garantire un alto livello di privacy per gli utenti; la possibilità in ogni momento deve essere possibile la sua conversione in euro “fisici”; essere disponibile per tutti anche per chi non è incluso finanziariamente; emissione diretta della Bce con conti di pagamento in euro digitale aperti dai consumatori presso la Bce.

Gli operatori del mercato della Bce

La Bce potrebbe farsi aiutare nella gestione di questi conti da operatori di mercato autorizzati e specializzati solo in questa attività e dovrebbe essere garantito l’accesso a questi conti a tutti, anche a chi non è incluso finanziariamente e non ha un conto corrente.
Fabio Panetta, Membro del Comitato esecutivo della Bce ha precisato che “ci confronteremo con il Parlamento europeo e gli altri organi decisionali europei informandoli regolarmente in merito ai risultati delle nostre analisi. Saranno coinvolti anche i cittadini, i commercianti e il settore dei pagamenti” .
Un euro digitale può combinare l’efficienza di un mezzo di pagamento digitale con la sicurezza della moneta di banca centrale, aiutare a gestire le situazioni in cui il contante non è più la soluzione prescelta, evitare la dipendenza da mezzi di pagamento digitali emessi e controllati all’esterno dell’area dell’euro, suscettibili di minare la stabilità finanziaria e la sovranità monetaria.
Requisiti richiesti. Gli esperti della Bce e delle banche centrali nazionali dei paesi dell’area dell’euro hanno stilato una serie di requisiti fondamentali per un euro digitale, quali facilità di accesso, solidità, sicurezza, efficienza, rispetto della privacy e aderenza alla normativa. Un euro digitale sarebbe integrabile con mezzi di pagamento forniti da operatori privati, stimolando l’offerta di soluzioni paneuropee e servizi aggiuntivi per i consumatori.
Differenze con le cripto valute. Le criptoattività sono fondamentalmente diverse dalla moneta di banca centrale: il loro prezzo spesso è volatile, il che le rende difficilmente utilizzabili come mezzo di pagamento o unità di conto, e non sono garantite da un’istituzione pubblica. Un euro digitale potrebbe godere della stessa fiducia riposta nel contante, poiché sarebbe anch’esso garantito da una banca centrale.

Un euro digitale può essere un simbolo digitale del progresso e dell’integrazione in Europa, ha dichiarato Fabio Panetta, Membro del Comitato esecutivo. Fin dall’introduzione dell’euro la Bce è responsabile di preservare la fiducia dei cittadini nella nostra moneta. Insieme al contante, un euro digitale sarebbe accessibile a tutti e offrirebbe una scelta più ampia di mezzi di pagamento.
Rischi: i servizi di pagamento digitali e online offerti dagli intermediari privati comportano benefici in termini di comodità, rapidità ed efficienza delle transazioni» ma, al tempo stesso, “possono generare rischi sotto il profilo della privacy, della sicurezza e dell’accessibilità delle operazioni”, e anche “risultare costosi per alcuni utenti: i pagamenti digitali sono infatti utilizzati in misura maggiore dai consumatori con reddito più elevato, mentre il contante è usato soprattutto dagli utenti con reddito più contenuto, a riprova del suo ruolo essenziale al fine di favorire l’inclusione finanziaria”.

ALCUNE RIFLESSIONI
a) l’euro digitale affiancherebbe il contante senza sostituirlo. Il contante continuerà a essere disponibile nell’area dell’euro. Un euro digitale risponderebbe alle nuove esigenze dei consumatori in termini di strumenti di pagamento digitali rapidi e sicuri;
b) l’emissione di un euro digitale non deve avere conseguenze negative per il settore finanziario. A questo scopo terremo conto dei seguenti requisiti:
1) un euro digitale deve essere soprattutto un mezzo di pagamento e non uno strumento di investimento
2) nella sua gestione vanno coinvolti intermediari sottoposti a vigilanza.
c) i vantaggi di un euro digitale rispetto alle stablecoin e alle cripto attività. Un euro digitale nasce come moneta di banca centrale, cioè garantita da una banca centrale, designata a soddisfare le esigenze dei cittadini: sarebbe priva di rischi e rispetterebbe la privacy e la protezione dei dati. Le banche centrali hanno il mandato di preservare il valore della moneta, indipendentemente dalla sua forma, fisica o digitale. La stabilità e l’affidabilità delle stablecoin dipendono in ultima istanza dal soggetto che le emette, così come dalla credibilità e dall’applicabilità dell’impegno di mantenere il loro valore nel tempo. Gli emittenti privati possono inoltre utilizzare i dati personali a fini commerciali. Per le criptoattività non vi è un soggetto individuabile responsabile e quindi non è possibile far valere alcuna rivendicazione.
d) un euro digitale si baserà su una distributed ledger technology (DLT) come la blockchain? Per la realizzazione di un euro digitale l’Eurosistema sta sperimentando diverse soluzioni e tecnologie, sia accentrate che decentrate come la DLT. Ma non è stata presa alcuna decisione finora.
e) un euro digitale sarebbe solo un altro mezzo di pagamento in euro, la moneta unica, utilizzabile in Europa. Sarebbe convertibile alla pari con le banconote. Un euro digitale risponderebbe alla crescente preferenza di cittadini e imprese per i pagamenti digitali.
f) l’uso della valute digitale sarebbe un mezzo di pagamento digitale sicuro, facile da usare e a basso costo come oggi il contante. Potrebbe essere utilizzato gratuitamente per le operazioni di pagamento essenziali in tutta l’area dell’euro. Agli esercizi commerciali e alle piccole imprese un euro digitale fornirebbe un’altra modalità per ricevere pagamenti dalla clientela.
g) tutte le principali banche centrali stanno vagliando la possibilità di emettere una valuta digitale, ma non sono né in gara né in competizione. A livello di G20 vi è un’intesa comune sulla necessità di collaborare riguardo all’uso internazionale di valute digitali di banca centrale. La Cina sarà con ogni probabilità il primo paese ad avere una emissione da banca centrale di una valuta digitale.
Inoltre, l’accuratezza e la sicurezza hanno precedenza rispetto alla rapidità: abbiamo bisogno di un sistema funzionante per tutti e stabile fin dal primo giorno. Un euro digitale presuppone una certa infrastruttura dal lato delle banche centrali e degli intermediari vigilati coinvolti.
h) occorre stabilire come possa essere configurato l’euro digitale e condurre test sulla sua capacità di rispondere alle esigenze degli utenti finali. Si dovranno svolgere una serie di operazioni prima di poter introdurre un euro digitale. Questa analisi durerà prevedibilmente circa due anni. A questo punto il Consiglio direttivo deciderebbe se passare alla fase successiva, dedicata allo sviluppo di servizi integrati e alla conduzione di test ed eventualmente di sperimentazioni pratiche di un euro digitale. Questa iniziativa è per noi una priorità, ma dobbiamo anche prenderci il tempo di lavorare scrupolosamente. L’impatto di un euro digitale deve essere analizzato con attenzione prima di assumere qualsiasi decisione. Introdurremo un euro digitale soltanto se avremo la certezza che migliorerà l’efficienza del sistema finanziario e che possiamo evitare rischi inutili.
i) impatto sulla politica monetaria. Si stanno esaminando i possibili rischi per la stabilità finanziaria e la trasmissione della politica monetaria che potrebbero emergere dall’introduzione di un euro digitale, si pensi alla massa monetaria circolante, al livello dei prezzi, alla velocità di circolazione della moneta. Se fosse introdotto, un euro digitale rappresenterebbe un altro mezzo di pagamento piuttosto che una forma di investimento finanziario. L’Eurosistema sta valutando le configurazioni che permetterebbero di evitare che le persone detengano importi ingenti in euro digitali come forma d’investimento priva di rischio oppure spostino fondi dai depositi bancari all’euro digitale. Oltre alla possibilità di stabilire direttamente limiti all’importo detenuto, vi è l’opzione di definire una remunerazione a più livelli. Se le disponibilità in euro digitali fossero remunerate, la remunerazione degli importi detenuti dai singoli individui per l’uso di base al dettaglio nei pagamenti (ossia “primo livello”) sarebbe pari a zero o positiva e quindi non peggiore rispetto al contante. La remunerazione di “secondo livello” sarebbe in certa misura inferiore a quella delle attività considerate sicure, per evitare che l’euro digitale diventi una forma di investimento, dato che la moneta di banca centrale coniuga meglio di tutte le altre attività sicurezza e stabilità.
l) la tracciabilità dei pagamenti. L’Eurosistema non ha alcun interesse nel raccogliere dati sui pagamenti dei singoli utenti, tracciare le abitudini di pagamento o rendere noti questi dati a enti e istituzioni pubbliche. Un euro digitale consentirebbe ai cittadini di effettuare pagamenti senza condividere i propri dati con soggetti terzi, a meno che non sia richiesto per la prevenzione di attività illecite. Per far sì che i pagamenti restino una questione privata, andrebbero protette diverse tipologie di dati: l’identità dell’utente, i dati sul singolo pagamento (ad esempio l’importo) e i metadati relativi alla transazione (per esempio l’indirizzo IP del dispositivo utilizzato).

 

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