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Take care

L'intervista

Problematiche dell’anziano, l’esperta: “Quando rivolgersi al geriatra”

Ne parliamo con la dottoressa Eleonora Locatelli, geriatra ad Habilita Zingonia

Ad Habilita Zingonia è presente una nuova geriatra, la dottoressa Eleonora Locatelli. Abbiamo colto l’occasione per parlare con lei in merito a quali siano i soggetti che solitamente si rivolgono al geriatra. “La Geriatria e Gerontologia – spiega la dottoressa Locatelli – è una branca della Medicina Interna, nata negli ultimi anni e ancora poco conosciuta, specifica inizialmente per le persone over 65, ma poiché con il passare del tempo la qualità e l’aspettativa di vita si sono alzate, non si parla più di persone anziane con almeno 65 anni, ma dai 75 anni in poi. Il geriatra è quindi un medico che si interessa delle problematiche dell’anziano: a differenza di medici specialisti che saranno più centrati su singoli apparati, il geriatra effettua una valutazione multidimensionale e valuta la persona nel suo complesso”.

habilita geriatra

Quando è il caso di rivolgersi al geriatra?

Al paziente viene solitamente consigliata la visita dal geriatra da parte del medico di famiglia, vale a dire la figura principale che indirizza il proprio assistito da questa figura specifica. Un paziente, da solo, è difficile che si rivolga spontaneamente dal geriatra in quanto è una figura ancora poco conosciuta, ma nei prossimi anni si rivelerà fondamentale a causa del progressivo invecchiamento della popolazione generale, specialmente in Italia. Ci sono oggi diversi pazienti over 70 che necessiterebbero di una valutazione geriatrica per avere un quadro esaustivo delle loro condizioni di salute, sia dal punto di vista cognitivo che da quello degli apparati e della mobilità. Il geriatra è in grado di valutare accuratamente le capacità residue dei pazienti e può fornire anche utili consigli dal punto di vista assistenziale e sociosanitario.

Il geriatra, quindi, collabora a stretto contatto con altri specialisti?

Il geriatra valuta il paziente nella sua complessità, vede dove sono le carenze e quali sono le potenziali attività residue utili per il paziente. Nel momento in cui si rende conto che sono presenti determinate problematiche specialistiche (cardiologiche, pneumologiche, nefrologiche, ecc.) il geriatra invia al collega il paziente per un’indagine approfondita.

Come avviene solitamente una visita dal geriatra?

Il momento della prima visita dal geriatra è molto importante: si tratta di una valutazione multidimensionale. Si vede già dal momento iniziale, all’ingresso, l’andatura del paziente, la sua postura, da chi viene accompagnato. C’è poi la parte relativa alla raccolta anamnestica che richiede molto tempo ma è altrettanto fondamentale in quanto permette di comprendere nel dettaglio le problematiche del paziente. Si passa poi alla parte dedicata all’esame obiettivo per comprendere quali apparati presentino delle problematiche. Infine, avviene un colloquio con la persona anziana per capire le eventuali implicazioni e necessità socioassistenziali.

Ci sono delle patologie che si ripresentano con maggiore frequenza tra i pazienti che si rivolgono al geriatra?

In questi ultimi periodi il geriatra valuta soprattutto il decadimento cognitivo: molte persone arrivano alla mia attenzione per problemi legati alla memoria a breve termine o per disturbi del comportamento (dalla depressione allo stato ansioso). Altri pazienti si rivolgono a me a causa della sindrome da allettamento, rallentamento psicomotorio (incapacità di camminare), perdita delle autonomie nella vita quotidiana. Il paziente del parente si allerta e richiede una valutazione per comprendere i motivi alla base di questi rallentamenti. Il geriatra valuta anche patologie croniche per le quali non è necessaria la visita specialistica: il diabete, l’ipertensione arteriosa, la cardiopatia ischemica cronica. Il paziente anziano, per definizione, ha più patologie e assume più farmaci. Io cerco di fare sempre una sintesi farmacologica, semplificando, dove possibile, per rendere più efficace la cura.

Tra i suoi pazienti quante conseguenze ha lasciato il Covid?

In questi ultimi mesi di attività ambulatoriale ho notato un aumento delle sindromi depressive e ansiose e un peggioramento del quadro cognitivo per il fatto di aver tenuto l’anziano chiuso in casa, privato delle attenzioni dei propri parenti che non potevano prendersi cura direttamente di lui, ha incrementato le paure e lo stato di isolamento. Perdite di memoria, timore e ansia sono gli aspetti più evidenti legati al periodo che stiamo attraversando.

Per ulteriori informazioni:

T0354815515
www.habilita.it

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