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Coldiretti

Finita l’estate tropicale: gravi ripercussioni sull’agricoltura bergamasca

Il presidente di Coldiretti Bergamo Alberto Brivio: "Purtroppo questa situazione è ormai diventata la norma, con una tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con grandine di maggiori dimensioni, una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali”

Si è chiusa una estate tropicale che si classifica dal punto di vista climatologico come la sesta più calda dal 1800 con una temperatura superiore di 1,55 gradi rispetto alla media e quasi 1300 nubifragi, bombe d’acqua, trombe d’aria, grandinate e tempeste di fulmini, in aumento del 58% rispetto allo scorso anno ed effetti devastanti su città e campagne. È quanto emerge da una analisi della Coldiretti su dati Isac Cnr e Eswd in occasione dell’arrivo dell’autunno con l’equinozio che scatta il 22 settembre alle 20:21 ora italiana.

I cambiamenti climatici stanno creando grossi problemi all’attività agricola. Fenomeni climatici estremi e un prolungato periodo di siccità hanno inciso negativamente anche sull’agricoltura bergamasca.

Trombe d’aria, bombe d’acqua e ripetute grandinate hanno causato danni ingenti, con tetti scoperchiati, serre divelte, campi allagati, pascoli triturati, vigneti e campi di mais duramente colpiti da forte vento e chicchi di ghiaccio.

“Tutti questi eventi sono la conseguenza dei cambiamenti climatici – spiega il presidente di Coldiretti Bergamo Alberto Brivio -. Purtroppo questa situazione è ormai diventata la norma, con una tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con grandine di maggiori dimensioni, una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo”.

L’estate 2021 non è stata caratterizzata solo da eventi meteo estremi, ma anche da lunghi periodi di siccità. Le irrigazioni di soccorso alle colture assetate sono state ripetute più volte e la stagione irrigua si è eccezionalmente prolungata fino a metà settembre. In alcune aree della provincia la pioggia è caduta veramente con il contagocce.

“Quest’anno le precipitazioni sono state decisamente ridotte – dice Elena Lazzarini, titolare di una azienda agricola di Fontanella -; da maggio a oggi sui miei terreni sono caduti solo 75 mm di pioggia, di cui 50 mm nei giorni scorsi. Se non ci fossero state queste piogge sarebbe stato necessario irrigare ancora i secondi raccolti”.

Coldiretti Bergamo sottolinea che per affrontare i danni dei cambiamenti climatici servono interventi strutturali e strumenti di gestione del rischio sempre più avanzati, efficaci e con meno burocrazia.

L’agricoltura è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici – afferma Brivio- ma è anche il settore più impegnato per contrastarli. Si tratta di una nuova sfida per le imprese agricole che devono interpretare le novità segnalate dalla climatologia e gli effetti sui cicli delle colture, sulla gestione delle acque e sulla sicurezza del territorio.

“Con il cambiamento in atto nella distribuzione temporale, geografica e nella intensità delle precipitazioni – conclude Brivio -, un intervento strategico è la realizzazione di infrastrutture a partire dai bacini di accumulo, proposto dalla Coldiretti e inserito nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) varato dal Governo Draghi. Nella Bergamasca abbiamo la positiva esperienza della Rogge Moschetta di Pontirolo Nuovo che quest’anno è stata una riserva di acqua strategica per l’irrigazione. L’idea di Coldiretti è di ‘costruire’ senza uso di cemento, per ridurre l’impatto l’ambientale, laghetti in equilibrio con i territori, che conservano l’acqua per distribuirla in modo razionale ai cittadini, all’industria e all’agricoltura, con una ricaduta importante sull’ambiente e sull’occupazione”.

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