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Scintille

Confronto ad alta tensione tra i candidati sindaco di Treviglio: Tura esce scortata dai carabinieri

Dopo i duri attacchi all'Amministrazione comunale sul tema dell'ospedale, "un gruppetto di sostenitori del centrodestra mi ha atteso all'uscita rivolgendomi attacchi e insulti"

Il confronto tra i candidati sindaco di Treviglio è finito con Matilde Tura scortata all’uscita dai carabinieri.

La serata, organizzata lunedì dal Giornale di Treviglio, si è scaldata nel momento in cui è stato affrontato il tema dell’ospedale, uno degli argomenti principe della campagna elettorale. La candidata del centrosinistra ha affondato il colpo accusando l’Amministrazione comunale guidata da Juri Imeri di non affrontare le problematiche legate alla sanità perché nel presidio trevigliese lavorano diversi parenti della giunta e altrettanti candidati nelle liste del centrodestra.

Imeri l’ha messa sul personale: “Rimaniamo sui temi, ma l’educazione e il rispetto sono cose ben diverse. Se questo è il livello…”.

“Non credo debba essere un tabù parlare di un ospedale che – tra liste d’attesa inaccettabili, un pronto soccorso in affanno e l’abbandono di tanti professionisti – nell’ultimo periodo sta vivendo una profonda crisi e per questo la politica, soprattutto locale, deve essere in prima linea per promuoverne il rilancio insieme a chi prende le decisioni, la dirigenza e la politica regionale”, scrive  Matilde Tura sulla sua pagina Facebook il giorno dopo i fatti.

Al telefono spiega quanto accaduto: “In prima fila sedeva la vicesindaco Giuseppina Zoccoli Prandina, che continuava ad intromettersi, a commentare dal pubblico, ad alta voce, mentre io parlavo. Quando abbiamo iniziato a parlare dell’ospedale diceva che andava tutto bene, che non c’era nessun problema, quindi ho ribattuto riferendomi alla questione dei parenti. A quel punto sua figlia, Rossella Prandina, che lavora come addetta stampa proprio all’ospedale, dalla galleria ha gridato ‘Vergogna!’, tanto che è stata accompagnata all’uscita”.

Anche il pubblico, composto per la stragrande maggioranza dai sostenitori di Tura e Imeri, con qualche presenza per gli altri due candidati Augusto Corsi e Daniele Corbetta, ha iniziato ad agitarsi.

Al termine del confronto i due candidati, sul palco, si sono scambiati dei regali: delle erbe officinali per lei, per mantenere la calma, e un Monopoli per lui, per sottolineare, a detta del centrosinistra, la sconveniente operazione di vendita del Foro Boario per la realizzazione della fiera.  Sul palco, a sorpresa, sono saliti anche i candidati consiglieri del Pd Laura Rossoni e Stefano Rozzoni mostrato un cartello con una raccolta firme, attraverso la quale chiedono la realizzazione di un parco in via Carlo Porta.

Alla fine vi siete stretti la mano? “Gliel’ho stretta io”, dichiara Matilde Tura.

Mentre il dibattito si stava concludendo, un gruppo di simpatizzanti dell’attuale sindaco, si è diretto all’uscita in attesa della candidata di centrosinistra. “Mi hanno rivolto  hanno rivolto insulti e accuse. I carabinieri mi hanno raggiunta suggerendomi di lasciare il teatro dalla porta sul retro – spiega Tura -, ma io mi sono rifiutata. Sono uscita dall’ingresso principale, a testa alta, perché ho detto la verità e non devo temere niente e nessuno. Credo nei confronti concreti e franchi e li affronto con serenità. Ringrazio le forze dell’ordine che mi hanno scortata”.

A stemperare gli animi ci hanno pensato i militari presenti e lo stesso Juri Imeri. A quel punto il gruppetto si è sciolto ma gli attacchi sono proseguiti sulle pagine Facebook dei vari candidati.

Contattato telefonicamente Imeri non ha dato risposta.

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