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Il comitato di quartiere

Boccaleone: “Collegamento Bergamo-Orio, conti e tempi non tornano”

Dopo l'incontro con Rfi, Comune e Regione, sono diversi i dubbi emersi: "Ci hanno detto che per seminterrare ci vuole troppo e perderemmo i finanziamenti, ma anche loro sono in ritardo visto che la proposta è ferma al Ministero"

Bergamo. Sono diverse le questioni che non tornano al Comitato di quartiere di Boccaleone a proposito del progetto per il collegamento ferroviario Bergamo-Orio al Serio. Le hanno spiegate durante una conferenza stampa, tenutasi a due settimane dal loro incontro con Comune, Rfi e Regione “dato che a quella organizzata da Palazzo Frizzoni non siamo stati invitati”.

Prima di parlare alla stampa, il comitato ha richiesto la registrazione di quanto detto durante l’incontro del 2 settembre scorso per analizzare nei dettagli tutti gli interventi. Da qui sono sorte parecchie domande e sono emerse “alcune contraddizioni – come spiega la presidente Danila Maida -. Ci dicono che per seminterrare il tracciato, come da nostra proposta rispetto alla quale Rfi si è detta possibilista, non ci sarebbero i tempi tecnici perché rischieremmo di perdere i finanziamenti stanziati per le olimpiadi. Anche per quanto riguarda il loro progetto, ancora fermo al Ministero, si è già ampiamente in ritardo, considerato che i lavori dovrebbero cominciare a fine 2021 per essere pronti entro il 2025″.

“Per seminterrare il tracciato servirebbero due anni, mentre il sindaco Gori, non si sa su quali basi, ha affermato che ne servono quattro – commenta Franco Ravasio, ingegnere e membro del comitato -. Queste tempistiche sono inoltre riferite alla soluzione a 5 binari, uno dei quali, in direzione Seriate, resterebbe attivo solamente per il periodo dei lavori e poi verrebbe dismesso. Riteniamo che, con la soluzione a quattro binari, tali tempi possano essere dimezzati”.

C’è poi il capitolo costi: “Siamo stupiti che Rfi non abbia ancora presentato un serio e dettagliato piano dei costi/benefici su un progetto così costoso, pari a 170 milioni  di euro per poco più di 5 chilometri di tracciato, e vorremmo sapere per quale finalità verranno utilizzati questi soldi stanziati per il collegamento Bergamo/Orio visto che il progetto di Rfi ora rientra nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, quindi verrà costruito con un altro tipo di risorse”, dichiara ancora Ravasio.

I dubbi riguardano anche l’effettiva utilità del collegamento con l’aeroporto e l’impossibilità di interrompere il servizio ferroviario a causa dei lavori di interramento: “Dai dati pubblicati a febbraio da Rfi emerge che di treni merci sulla tratta in questione ne passano gran pochi e il numero di passeggeri è esiguo, tanto che se venissero organizzati servizi sostitutivi ci sarebbe un risparmio economico non indifferente. Solo l’8 per cento delle persone raggiunge attualmente l’aeroporto in treno, la maggior parte lo fa con mezzi propri o attraverso i bus navetta – spiega Guglielmo Tarenghi -. Inoltre per il progetto di raddoppio Ponte San Pietro-Bergamo il servizio verrà interrotto per 800 giorni, malgrado il numero di pendolari sia nettamente maggiore”.

Secondo il comitato il collegamento Bergamo-Orio così come da progetto porterebbe un pesante impatto ambientale e sociale sul territorio e sulla vita delle persone che lo abitano e che lo attraversano: “Ci aspettano anni di lavori, consumo di suolo, una separazione tra Boccaleone e la Clementina, disagi dovuti al rumore, un congestionamento della viabilità a causa del cantiere. Tante belle parole sulla sostenibilità, si parlava di sistema metropolitano e invece si è optato per un sistema ferroviario decisamente pesante”.

Elena Zoppetti, architetto e membro del comitato, è categorica: “Noi i sottopassi non li vogliamo, non siamo né topi né talpe. Rfi ci ha proposto cinque possibili aree dove collocarli ma, se proprio dobbiamo, noi preferiamo passare sopra. Rilanciamo eventualmente con una provocazione: perché non inscatolare il passaggio ferroviario creando sulla copertura un giardino metropolitano, come succede a New York? Questo per sottolineare che il collegamento con Orio è un’opera che non può essere fatta in fretta e male. Le olimpiadi durano 15 giorni mentre la ferrovia rimane per sempre. I cittadini non possono essere esclusi dalla progettazione, anche perché abbiamo raccolto 17mila firme e continueremo a dire la nostra”.

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