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Uno spunto

Bergamo Jazz, il festival dei talenti femminili

Se vivessimo in un tempo in cui la disparità di genere è definitivamente sconfitta, ci limiteremmo a raccontare il miracolo che è stato Bergamo Jazz 2021, sicuramente l’edizione più attesa della rassegna promossa dalla Fondazione Teatro Donizetti.

Quando un festival finisce, inizia il momento di tirare le somme di quanto è stato. Dopo due anni di assenza a causa della pandemia, il jazz dal vivo è tornato ad animare la città di Bergamo dal 16 al 19 settembre.

Se vivessimo in un tempo in cui la disparità di genere è definitivamente sconfitta, ci limiteremmo a raccontare il miracolo che è stato Bergamo Jazz 2021, sicuramente l’edizione più attesa della rassegna promossa dalla Fondazione Teatro Donizetti.

“Questo festival è stato programmato e annullato per ben tre volte”, ha commentato Maria Pia De Vito, direttrice artistica del festival, poco prima del concerto conclusivo del trio di Tigran Hamaysan. Così avremmo raccontato di una squadra unita che ha fatto il possibile e l’impossibile per portare la musica dal vivo in città, nonostante condizioni fortemente avverse. Prima tra tutte, l’obbligo di capienza ridotta al cinquanta percento dei teatri, con evidenti ripercussioni sul bilancio economico finale. Il festival però è stato fatto, comunque, con un livello di proposte artistiche notevoli.

Tra le esternalità positive della kermesse 2021 di quest’anno, c’è un potente messaggio di cambiamento, un’urgenza non più rimandabile: l’abbattimento della questione di genere.

Bergamo jazz ha deciso di fare la propria parte in questa missione, selezionando, per meriti professionali, una donna, Maria Pia De Vito, a capo del festival – situazione rara, soprattutto in Italia – e tre ragazze leader dei rispettivi progetti. Di queste, due bergamasche, la cui carriera artistica e professionale sta prendendo il volo: Beatrice Arrigoni, cantante di Bergamo, e Francesca Remigi, batterista originaria di Albino.

Franesca Remigi Bergamo Jazz 2021 (Foto Rossetti)

 

Beatrice canta da sempre. “Per me è un’attività super spontanea – ha spiegato – poi ho capito che poteva davvero essere la mia strada”. Dall’amore per la musica, alla passione per il Jazz, grazie alle lezioni al CDPM di Bergamo che l’hanno portata poi a iscriversi al Conservatorio di Milano e altri corsi di specializzazione jazzistica. La curiosità – quella fondamentale per fare la musicista – non le manca. Nel corso della sua carriera ha studiato composizione jazz e contemporanea, canti madrigali fino a focalizzarsi alla pratica dell’improvvisazione estemporanea. Dopo aver fondato il suo quartetto, ha concretizzato i traguardi raggiunti nel suo album di esordio “Innerscape”, una sintesi tra jazz contemporaneo e influenze musicali differenti.

Anche Francesca Remigi, batterista, non ha paura di oltrepassare i confini del jazz. E nemmeno quelli nazionali. Da Bergamo è arrivata a Boston, passando dal Canada, dal Belgio e dall’Olanda. In giro per il mondo ha scoperto la musica carnatica indiana che ore unisce al prog rock, al free jazz e all’elettronica. “Il jazz della tradizione rimarrà sempre nel mio cuore – ha raccontato la musicista – ma poi ho avuto l’esigenza di trovare una mia dimensione artistica, l’ho fatto all’estero”. Ora lavora al Berklee College of Music e il suo album di esordio, Il Labirinto Dei Topi, l’ha portata a essere considerata uno dei giovani talenti jazzistici da tenere in maggior considerazione.

“Non mi è mai piaciuto il concetto di quote rosa – ha detto Tino Tracanna, curatore della rassegna Scintille di Jazz, dedicata alle stelle emergenti – ciò che importa è dare spazio ai giovani musicisti, maschi e femmine, meritevoli”.

Beatrice Aerigoni Bergamo Jazz 2021 (Foto Rossetti)

 

Meritocrazia e pari opportunità, di carriera, di guadagno o, molto più semplicemente, di possibilità. Questo è ciò che viene chiesto.

In un mondo in cui la questione di genere fosse definitivamente risolta questo articolo non sarebbe mai stato scritto. Ci saremmo limitati a raccontare il talento e il merito – concreti e oggettivi – di Beatrice Arrigoni e Francesca Remigi, come di tutti gli artisti che si sono esibiti al festival.

Cosa augurarsi per il futuro? Che un giorno Beatrice Arrigoni e Francesca Remigi diventeranno direttrici artistiche di Bergamo Jazz Festival, o di altri prestigiose rassegne, e la cosa non farà notizia, perché sarà la normalità. Fino ad allora, abbiamo bisogno di role model femminili da raccontare e noi ci impegneremo a farlo.

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