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La denuncia della cisl

Incendio in una cella del carcere: “Fondamentale l’intervento della Polizia Penitenziaria”

Undici agenti sono rimasti intossicati con prognosi anche di 7 giorni. Trovè: "Urge un cambiamento di rotta"

Bergamo. Nella notte tra il 18 e il 19 settembre un detenuto del carcere di via Gleno per ragioni ancora da accertare ha dato fuoco alla propria cella, determinando un momento di “ordinaria follia”. Il caso ha  richiamato alla mente il recente episodio accorso poche settimane fa, quando un altro detenuto in preda a un momento di lucida follia ha dato sfogo alle sue intemperanze dando fuoco alla cella in cui era ubicato, ferendo in modo importante diversi poliziotti penitenziari.

Anche questo nuovo episodio ha comportato notevoli disagi, in quanto, le fiamme appiccate dal detenuto hanno prodotto una notevole coltre di fumo che rapidamente ha invaso il corridoio della sezione. L’emergenza è stata di tal misura che ha reso necessaria l’evacuazione degli altri detenuti ristretti nella sezione invasa dal fumo e solo il tempestivo intervento operato dai poliziotti penitenziaria, ha evitato il peggio.

“Ancora una volta – commenta Francesco Trovè della Fns Cisl Bergamo – occorre dar risalto al valore degli uomini del Corpo di Polizia Penitenziaria del reparto di Bergamo, alcuni dei quali avevano anche terminato il servizio poco prima, ma non hanno esitato un attimo a rientrare in servizio per dare manforte al personale di turno. Si è trattata di un’ennesima dimostrazione delle capacità professionali e del valore umano dei poliziotti penitenziari di Bergamo, che in totale sprezzo del pericolo si sono lanciati nella sezione invasa dal fumo, che rendeva l’aria irrespirabile, privi di qual si voglia protezione e respiratori, fatta salva la mascherina per il Covid, operazione resa difficoltosa per l’assenza di estintori pronti all’uso, bensì solo una manichetta dell’acqua”.

Undici agenti, in conseguenza di tale intervento, sono rimasti intossicati con prognosi anche di 7 giorni per alcuni di essi.

“Le attuali condizioni lavorative del personale di Polizia Penitenziaria sono estremamente precarie e insicure; di fatto sono i soli a rischiare la pelle, per assicurare il mantenimento dell’ordine e della sicurezza nell’Istituto, nonché l’incolumità dei ristretti. Urge un cambiamento di rotta e una presa di coscienza da parte della politica rispetto ai numerosi problemi all’interno delle carceri italiane e sulla tipologia di detenuti che, evidentemente, necessitano di essere curati adeguatamente specie coloro che sono affetti da disturbi psichici”, conclude il segretario generale della Fns Cisl Bergamo.

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