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Il caso

Insultò sul web una giornalista di Bergamonews per il suo aspetto: condannato

Il commento sessista durante una diretta Facebook: dopo due anni il giudice ha deciso di condannarlo al pagamento di una multa, per diffamazione a mezzo stampa.

Bergamo. Durante una diretta Facebook si permise di offendere una giornalista di Bergamonews per il suo aspetto fisico: un commento d’odio puro, di quelli che purtroppo continuano ad appestare i social network.

Ma se la maggior parte di questi commentatori si sentono al sicuro dietro monitor e tastiera, convinti che il loro comportamento non possa avere conseguenze serie, l’esito di questa vicenda magari li farà ricredere.

Perchè per quel commento, l’utente Facebook è stato condannato al pagamento di una multa che, si spera, sia d’insegnamento.

“Durante la campagna elettorale delle amministrative del 2019 a Bergamo – racconta la nostra collega – mentre stavo intervistando in diretta Facebook per Bergamonews l’allora sindaco uscente Giorgio Gori (poi riconfermato), un lettore del giornale ha pensato bene di commentare la diretta con un insulto rivolto a me stessa. Non era inerente alle mie capacità lavorative o alle mie competenze giornalistiche: non entrava nel merito di come stessi svolgendo la mia professione. No. Commentava spregevolmente il mio aspetto fisico: offendendomi.

Ora, potevo lasciare perdere e andare oltre: dopotutto avevo solo 25 anni e chi ero io per denunciare qualcuno? Ma ho deciso di andare da una avvocata (mitica!) e denunciare questa persona per diffamazione a mezzo stampa. E, ora, a distanza di due anni, le trafile legali sono concluse e il giudice ha dato ragione a me, condannando questa persona al pagamento di una multa allo Stato.

Ad avermi spinto ad andare oltre al pensiero ‘ma dai, chi ti credi di essere?’ e, ancora, ‘sei la solita esagerata’ è stata la lapidaria consapevolezza che quella persona non si sarebbe mai permessa di scrivere quel commento se fossi stata un uomo.

Mai e poi mai avrebbe commentato qualcosa del mio aspetto o si sarebbe rivolto a me con parole volgari e sessiste se fossi stata un uomo. Mai si sarebbe sentito legittimato a commentare un aspetto totalmente staccato dalla professione che stavo facendo.

Ed è una dura realtà con cui dobbiamo scontrarci ogni giorno, ahinoi.

Che io sia alta, magra, grassa, rossa, con un tatuaggio in faccia o con il labbro leporino, in che modo può centrare con il fatto di essere una brava giornalista? Avrei accettato di più un commento, anche con espressioni fuori dalle righe, legato alla mia capacità di intervistare. Ma un commento così non è arrivato.

Ai tempi del fatto con il giornale dei giovani di Bergamonews (BGY) stavo proprio lavorando sul tema del linguaggio d’odio nel web, legato fortemente a pregiudizi di genere. Ho sposato allora una politica e una comunicazione contraria al linguaggio d’odio e continuerò a farlo.

Questa piccola vittoria la considero profondamente grande. Non risolverà la piaga degli urlatori su Facebook, ma di certo, almeno uno, ci penserà due volte prima di vomitare i suoi pensieri su un social”.

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