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Cinema

La recensione

“Dune”: prima metà dell’avventura spaziale su Arrakis a firma Villeneuve

Paul Atreides è un giovane brillante e talentuoso, nato con un grande destino che va ben oltre la sua comprensione, che dovrà viaggiare verso il pianeta più pericoloso dell’universo per assicurare un futuro alla sua famiglia e alla sua gente

Titolo originale: Dune
Regia: Dennis Villeneuve
Durata: 155’
Genere: Fantascienza, drammatico
Interpreti: Dave Bautista, Oscar Isaac, Timothée Chalamet, Stellan Skarsgård, Jason Momoa, Zendaya
Valutazione IMDB: 8.7/10
Programmazione: Cinema

In un futuro distopico il duca umano Leto Atreides (Oscar Isaac) accetta la direzione di un pericoloso pianeta noto come Arrakis o più semplicemente “Dune” per via della sua conformazione desertica. Il compito però non è dei più semplici visto che il corpo celeste in questione è preda delle attenzioni di molti uomini assetati di potere, volenterosi di impossessarsi dell’unica fonte di una delle sostanze più preziose nell’universo, “la Spezia”, una droga che allunga la vita, fornisce capacità mentali sovrumane e rende possibili i viaggi nello spazio. Intuendo che in realtà il periglioso compito affidatogli altro non sia una che trappola ordita dai suoi più acerrimi nemici, Leto parte con il figlio Paul (Timothée Chalamet), la compagna Lady Jessica (Rebecca Ferguson) ed altri consiglieri. Sul pianeta il manipolo farà ben presto la conoscenza di creature autoctone ostili e non, vedendosi così costretti a cambiare radicalmente i propri piani di conquista.

Prima parte di un dittico ben più ampio, “Dune” è un adattamento cinematografico del romanzo omonimo scritto da Frank Herbert, già trasposto nell’84 da David Lynch con una miniserie divisa anch’essa in due parti. Comprendendo un cast corale che vanta al suo interno star internazionali e premi Oscar del calibro di Javier Bardem, Timothée Chalamet, Zendaya e molti altri, il film racconta delle coraggiose gesta di Paul Atreides, figlio del duca Leto Atreides nell’inospitale ambiente di Arrakis. Caricandosi sulle spalle il peso di portare un classico della letteratura fantascientifica di 700 pagine sul grande schermo, Villeneuve tesse le fila un colossal audace e completo che non delude le aspettative.

dune

Avanzando granello dopo granello, pianeta dopo pianeta, lo spettatore ha l’occasione di immergersi in un universo dettagliato ed approfondito dove nulla è lasciato al caso e ad ogni azione corrisponde una reazione specifica. Rendendo giustizia all’immaginario mastodontico teorizzato da Hebert nel lontano 1965, condito da casate, alleanze, lotte e tradimenti, la narrazione procede con ritmo cadenzato e costante senza mai affrettarsi e riuscendo nell’impresa di non cadere mai in quell’azione fine a sé stessa a fatta di blaster colorati e spade laser.

Gettando le basi per un universo che probabilmente andrà ben oltre la semplice “Parte Due”, tanto che già si vocifera di una possibile serie spin-off sempre a firma Villeneuve, “Dune” miscela in poco più di due ore un cinema di ottima fattura ad una trama dal messaggio amaro che può dire tanto anche se trasposta ai giorni nostri, fortunatamente indorando la pillola con una fotografia che già si candida come pretendente all’Oscar e una colonna sonora ad opera di un Hans Zimmer in assoluto stato di grazia.

Battuta migliore: “Non devo avere paura. La paura uccide la mente. Andata via la paura, rimarrò solo io”.

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