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L'intervista

Atletica Bergamo, Alfano: “Ora il movimento cavalchi l’entusiasmo delle Olimpiadi”

Le cinque medaglie d'oro conquistate a Tokyo 2020 potrebbero aprire una nuova fase dell'atletica italiana

Bergamo. Il momento d’oro vissuto dall’atletica non si ferma sull’onda dei risultati delle Olimpiadi e anche a livello locale si vuole trarre il massimo dall’entusiasmo travolgente di Tokyo 2020.

È così anche per Angelo Alfano, allenatore dell’Atletica Bergamo 1959 ed ex atleta siciliano, nato ad Agrigento e cresciuto accademicamente a Palermo. Nel ’93 l’arrivo a Bergamo per lavorare come insegnante di educazione fisica, anche se ha sempre fatto sostegno ai giovani con disabilità. In Sicilia ha allenato per diverso tempo, ma una volta arrivato in Lombardia è ripartito dal basso, dai ragazzini, per farsi conoscere.

Alfano ha mosso i primi passi con l’Atletica Almè e dopo un paio di anni è stato contattato dall’Atletica Bergamo 1959 per iniziare a collaborare.

Coach, questa occasione è stata un salto in avanti nella sua carriera?

Rispetto ad Agrigento e Palermo ho trovato una situazione logistica e organizzativa decisamente più elevata. Qui si può lavorare bene, ho il fisioterapista, il medico e tutto quello che mi serve per fare bene il mio lavoro. Noi ci alleniamo a Brembate Sopra e nell’arco di due o tre anni è nato un grosso gruppo di buon livello. Tra questi ci sono Francesco Ravasio (da junior ha corso i 400 metri in 47.61 conquistando diversi record italiani), Gabriele Segale (ostacolista molto forte), Federico Piazzalunga, Federica Putti (medaglia d’argento agli europei junior con record italiano annesso). Marta Milani invece l’ho accompagnata nel finale di carriera, periodo culminato con il bronzo agli Euroindoor di Glasgow nella staffetta.

Come commenta la riscoperta dell’atletica negli ultimi anni dopo le tante medaglie conquistate alle Olimpiadi?

La stessa federazione non penso che fosse convinta di arrivare a un successo così, cinque medaglie d’oro sono un bottino veramente notevole. Si era riusciti a lavorare bene con alcuni atleti e questo ha permesso alla federazione di portare un gruppo di ragazzi di ottimo livello e ben preparati. La crescita di Jacobs è impressionante, lo si era già visto da giovane ma aveva bisogno di trovare un’equipe con cui emergere. Con il suo allenatore ha trovato gli equilibri giusti e tutto il suo talento è esploso. Tamberi non lo scopriamo certamente ora. È sempre stato un fenomeno, grande lavoro del settore marcia che anche negli anni passati ha raccolto tanto. La staffetta ha usufruito di un momento d’oro, il valore aggiunto è Tortu che ha corso la finale forse al di sopra delle sue capacità.

Altre nazioni come Giamaica e Stati Uniti invece non hanno rubato la scena come gli altri anni

È stata una combinazione di fattori positivi e adesso bisogna essere capaci di cogliere i frutti di questi risultati perché dopo le Olimpiadi arrivano sui campi di atletica tantissimi ragazzini.

A proposito cosa si sente di dire ai giovani e ai genitori che vogliono avvicinarsi all’atletica?

Se il ragazzino ha voglia di mettersi alla prova questo sport è l’ideale dal punto di vista educativo, può aiutarlo a farlo maturare e crescere, è una valvola di sfogo fondamentale. Inoltre lo toglie dalla strada e dalle cattive abitudini, il metodo che gli insegna l’allenamento è un modus operandi che si porta dietro nella vita. Questo modo di approcciare le situazioni sarà fondamentale quando diventerà un professionista nel suo lavoro.

Quali sono le caratteristiche principali che deve avere un ragazzo per fare atletica?

Il ragazzo che si avvicina all’atletica deve avere una grande passione o trovare un gruppo che lo faccia innamorare di questo sport. Non essendoci l’elemento ludico ci vuole una forte volontà di migliorarsi e di mettersi alla prova. Questa disciplina ti insegna a lottare contro le frustrazioni, a volte si vince ma molto più spesso si perde contro l’avversario. Il sacrificio è la chiave per provare a superare i propri limiti.

Sono numerosi gli atleti che seguono queste discipline nella bergamasca?

Per quanto riguarda la nostra società, ma penso sia così anche nel resto d’Italia, stiamo ricevendo tantissime telefonate di genitori che vogliono iscrivere i propri figli ai corsi di atletica in programma a ottobre. La spinta mediatica dei giochi olimpici si sta facendo sentire.

Secondo lei cosa servirebbe per far appassionare la gente a questo sport? Quali iniziative si potrebbero intraprendere?

Se il governo fosse lungimirante si potrebbero ripristinare i Giochi della Gioventù, rintrodurre le discipline sportive all’interno delle attività scolastiche organizzando dei campionati. Negli anni Ottanta la vera raccolta dei talenti avveniva in questo modo, un forte connubio tra società sportive e insegnanti di educazione fisica potrebbe essere la soluzione per la svolta. Noi troviamo il talento perché si avvicina quasi per caso e in questo modo si potrebbe sopperire al problema.

Chiudiamo con un augurio per il movimento

Quello che spero è che il movimento sappia sfruttare questo momento, che non si guardi troppo allo specchio. Bisogna trovare le giuste motivazioni per crescere e intraprendere un percorso virtuoso che ci porterà ad avere una squadra competitiva di ottimo livello. Le qualità dei tecnici e degli atleti ci sono, la base freme ma bisognerebbe aiutarla.

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