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L'intervista

Garattini: “Presto farmaci specifici anti-Covid, ma bisogna vaccinare tutto il mondo”

Il fondatore e presidente dell’Istituto Mario Negri fa il punto su cura, prevenzione e terza dose del vaccino

“Entro fine anno potrebbero arrivare farmaci specifici contro il Covid-19, ma bisogna vaccinare tutto il mondo per scongiurare il rischio di avere nuove varianti più forti, magari resistenti alla vaccinazione, perché in questo caso si dovrebbero rifare vaccini per contrastarle”. Così il professor Silvio Garattini, fondatore e presidente dell’Istituto Mario Negri, traccia le prospettive su come affrontare la pandemia da SARS-CoV-2.

La ricerca scientifica è particolarmente attiva, sono in corso molti studi che presto potrebbero portare a interessanti risultati: abbiamo intervistato il professor Garattini per saperne di più.

La Food and Drug Administration degli Stati Uniti ha dato l’approvazione completa e definitiva al vaccino anti-Covid della Pfizer Biontech. Cosa significa?

Questo vaccino è passato attraverso tutti i necessari studi pre-clinici e clinici prima di poter essere somministrato alla popolazione. Inoltre ha avuto la conferma della sua efficacia sul campo perché è stato eseguito a centinaia di milioni di persone: abbiamo una buona sicurezza sia in termini di efficacia sia di tollerabilità. Fino al 24 agosto era stata rilasciata l’autorizzazione d’emergenza mentre ora ha ottenuto quella definitiva.

Cosa è cambiato?

L’autorizzazione d’emergenza riguarda solamente un determinato periodo di tempo: in Europa, per esempio, ha una durata di tre anni e poi bisogna presentare una nuova documentazione. Con il rilascio dell’autorizzazione definitiva, invece, si riconosce che non c’è bisogno di ulteriori documentazioni: l’unica accortezza da attuare consiste solamente nel continuare a prestare attenzione agli effetti collaterali.

Al momento il vaccino è l’unica arma che abbiamo a disposizione contro il Covid-19?

Si e dobbiamo usarla bene in attesa che arrivino anche i farmaci. La soluzione ideale, naturalmente, è avere una forte prevenzione attraverso il vaccino e poi, qualora si sviluppasse la malattia nonostante la vaccinazione, avere a disposizione farmaci per curarla. Attualmente non ne abbiamo di specifici, ma sono in corso molti studi e speriamo che entro la fine dell’anno arrivino soluzioni farmacologiche efficaci: sarebbe un grande risultato.

Ci spieghi

Per adesso abbiamo a disposizione alcuni anticorpi monoclonali che, però, devono essere somministrati in fase precoce, cioè all’inizio dell’infezione, mentre quando la malattia si è sviluppata risultano poco efficaci. Abbiamo bisogno, quindi, di farmaci che siano attivi quando la malattia si è già manifestata. Per ora c’è il cortisone che, in base ai dati raccolti attraverso studi che hanno coinvolto un vasto numero di persone, ha dimostrato di diminuire la mortalità. Speriamo di avere presto altri farmaci che siano attivi nell’eradicare la malattia: dovrebbero arrivare entro la fine dell’anno. Varie industrie stanno facendo ricerche, ci sono centinaia di progetti in corso e bisognerà vedere quale fra questi prodotti avrà un’efficacia tale da essere giustificato in terapia.

La tempistica, dunque, non è molto lunga

No, a meno che non arrivi una variante che non sia più sensibile ai vaccini. Questo ci dà un’informazione molto importante: bisogna assolutamente vaccinare tutto il mondo, altrimenti abbiamo sempre il pericolo di avere varianti che sono più forti e quindi dovremmo rifare dei vaccini contro quelle varianti. È molto importante, quindi, fare presto a vaccinare tutto il mondo e per riuscirci bisogna produrre più vaccini in modo che siano disponibili per tutti.

Se dovesse rivolgere un appello alle persone indecise, che non si sono ancora vaccinate, cosa direbbe?

Citerei le testimonianze di molti anti-vax che, dopo aver contratto la malattia ed essere stati ricoverati hanno detto di aver sbagliato a essere contrari al vaccino. Hanno cambiato idea dopo aver sperimentato cosa significhi avere un’infezione, stare fermi e intubati per ricevere l’ossigeno necessario per sopravvivere… Penso che i loro appelli siano quelli più efficaci affinchè le persone si convincano che la malattia è grave mentre il vaccino, in genere, è ben tollerato. Vaccinarsi, inoltre, è un atto di solidarietà, perchè la propria libertà finisce quando comincia quella degli altri.

Colgo l’occasione per chiederle di fare chiarezza su un punto in particolare: chi si vaccina può ugualmente contagiare e ammalarsi?

Per fare chiarezza basta dire che al momento tutti coloro che sono ricoverati in terapia intensiva sono persone non vaccinate e, secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità, tutti i morti da dicembre a oggi per il 99% sono non vaccinati…. Sono prove dell’efficacia del vaccino: non ci sono dubbi.

Per concludere, pensa che bisognerà ricorrere alla terza dose di vaccino?

Per capire se sarà necessaria per tutti bisogna aspettare e valutare il grado di copertura verso SARS-CoV-2. È invece logico pensare che debba essere somministrata a chi ha una situazione di immunodepressione, per esempio le persone che hanno avuto un trapianto d’organo o stanno effettuando chemioterapia antitumorale: sappiamo, infatti, che non rispondono in modo completo alle due dosi, quindi avranno bisogno di un richiamo del vaccino.

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