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Il punto del tifoso

Vlahovic, che fenomeno! Con la Viola persa ai rigori, ma lì davanti manca qualcosa

Il serbo fa reparto da solo, segna ed è incontenibile. Con Zapata acciaccato e Muriel ai box, all’attacco atalantino serve un'alternativa

Bergamo. Tre rigori decidono Atalanta-Fiorentina. Peccato due siano a favore dei Viola, che sbancano il Gewiss Stadium.

La gara di sabato sera (ancora una volta) ha rimarcato le evidenti difficoltà realizzative della formazione nerazzurra, un po’ la brutta copia del rullo compressore degli scorsi anni.

Uno dei punti di forza di queste ultime stagioni, sembra essere diventato un grandissimo problema. Non solo perché gli uomini di Gasperini non riescono a metterla dentro, ma le conclusioni verso la porta avversaria si contano sulle dita di una mano.

E pensare che il gol del vantaggio era anche arrivato, ma il direttore di gara lo ha dovuto giustamente annullare per fuorigioco di Zapata. Pazienza, viene in quel momento da dire. Anche perché fino a quel punto la Dea si era mossa abbastanza bene. E le sensazioni parevano favorevoli.

Invece, ecco che un fallo di mano di Maehle viene giudicato dall’arbitro tale da essere sanzionato con la massima punizione che Vlahovic (grande partita la sua) non sbaglia.

L’Atalanta sembra accusare il colpo e dopo un quarto d’ora interlocutorio si va al riposo.
All’uscita dagli spogliatoi – come spesso accade – la Dea sembra ripartire con ritrovata grinta, pur senza rendersi mai particolarmente pericolosa. Ma dopo pochi minuti un errore difensivo regala palla a Bonaventura, che un ingenuo Djimsiti atterra in area. Impossibile per Sportiello parare il missile di Vlahovic. Raddoppio.

A quel punto Gasp sostituisce un impalpabile Miranchuk con Malinovsky, e Maehle con Gosens. La Dea riprende a costruire il proprio gioco con caparbietà. E infatti passano pochi minuti che sui piedi di Zapata capita un’occasione stratosferica, sprecata tirando addosso al portiere avversario.

Tra me e me penso: già costruiamo poche occasioni, se poi le sciupiamo in questa maniera direi che la partita è segnata. Invece passano dieci minuti ed un intervento scomposto di Callejion su Gosens dà origine al calcio di rigore che Zapata trasforma riducendo le distanze.

Da qui in avanti l’Atalanta ci prova più con l’orgoglio che con la testa, ma nonostante un paio di situazioni potenzialmente pericolose, la difesa viola non rischia mai di capitolare nuovamente.

Neppure l’ingresso di Ilicic, Piccoli (quest’ultimo al posto di uno stremato Zapata) e Koopmeiners permette ai nerazzurri di riequlibrare l’incontro, anche se i ragazzi ci provano strenuamente fino all’ultimo minuto. La squadra di Italiano esce vittoriosa dall’incontro dimostrando che la scelta di trattenere Vlahovic a Firenze è stata azzeccata: il serbo fa reparto da solo, segna ed è incontenibile.

Sui nostri che dire? È inequivocabile che manca qualcosa all’attacco atalantino: con Muriel fuori per infortunio e Zapata al rientro per lo stesso problema, la squadra patisce parecchio e non ha una vera alternativa. Manca poi la fantasia che dava Ilicic e Miranchuk ha dimostrato nuovamente che non c’è: troppo inconsistente ed estraniato dal gioco.

Fin troppo facile rimarcare che è nel reparto avanzato che la società sarebbe dovuta intervenire, ma evidentemente in casa nerazzurra non la pensano in questo modo.

Giriamo pagina. Siamo solo alla terza giornata. Il campionato è lungo, ma i punti che si perdono per strada non puoi riaverli indietro. Rituffiamoci nell’Europa che conta, perché martedi con il Villareal sarà tostissima.

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