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Le pagelle

Atalanta-Fiorentina 1-2: brillano Zapata e Palomino, in ombra Maehle e Miranchuk

SPORTIELLO 6: Il rischio jet lag di Musso lo riporta titolare proprio contro la società che non lo confermò. Due gol dal dischetto senza diventare Donnarumma;

TOLOI 5,5: La differenza la fanno i dettagli che non sempre si vedono, aiuta poco in quanto è preoccupato da Sottil;

PALOMINO 7: Autoscontro con Vlahovic, roba da luna park di Sant’Alessandro. Salvataggio che vale un gol a inizio gara. Sulla sua testa una occasione d’oro che sbaglia per tentare la precisione (38’). Limita le velleità di Vlahovic a cui solo dagli undici metri non può opporsi: vorrebbe considerando la determinazione con cui ha affrontato l’avversario fino ad annullarlo, ma non può sostituire Sportiello;

DJIMSITI 6,5: Solidità non si discute, non deve mai perdere il senso della posizione per confermarsi simbolo dell’affidabilità, Var incomprensibile e puntigliosa gli nega il gol che avrebbe meritato. Causa il secondo rigore nel tentativo di rimediare all’errore di Maehle;

ZAPPACOSTA 6,5: “La porti un bacione a Firenze”, ma il cuor l’ho sempre qui a Bergamo. Con un tempismo alla Marcell Jacobs eccolo subito titolare. Una scelta premiata. Positivo, un paio di suoi inserimenti meritavano maggior fortuna come quando nel finale va vicino al tap-in del pareggio che non viene per una frazione di tempo nel chiudere l’azione;

FREULER 6,5: Piedi intelligenti quando c’è da costruire, non disdegna la battaglia quando serve. Difficile rinunciare a lui, il mantra del mister;

PASALIC 5,5: Troppe palle perse senza alibi, altre recuperate con fatica. Meglio nel secondo tempo, ma non basta per la sufficienza; 37’ 2t ILICIC SV;

MAEHLE 5: A sinistra come con la sua nazionale, dal suo piede l’azione del gol annullato. Con lui Var implacabile a decidere negli episodi che contano: il suo braccio non riesce a nasconderlo nell’azione che determina il primo rigore. Serata difficile con il grave errore che porta al secondo rigore per la Viola; 4’ 2t GOSENS 6,5: Appena entrato avrebbe di testa l’opportunità di riaprire la partita. Astuzia e fisicità nel guadagnare il rigore;

PESSINA 6: Definito mezzala di incursione viene da un’ottima prestazione con la Nazionale, cerca giocate facili fino a che la condizione tiene. Meno brillante del solito; 40’ 2t KOOPMEINERS SV Esordio che fa ben sperare da come accarezza un paio di palloni;

MIRANCHUK 5: La società ci crede. Per forza, visti i 14 milioni che era costato. Gasperini gli dà fiducia a singhiozzo perché deve guardare al risultato, non manca la qualità ma la prestazione non c’è ancora. Bello a vedersi ma troppo molle, il tempo dell’apprendistato non è eterno;

MALINOVSKYI 5,5: Nessuno può adagiarsi sugli allori, meglio spiegarglielo con avvicendamenti e sostituzione. Chiedere a Bonaventura che con Colantuono imparò a crescere con un dentro e fuori perfino eccessivo;

ZAPATA 7: Quando è a posto fisicamente fa reparto da solo, non si può chiedergli di più in questo periodo, salvo domandarsi perché dopo gli infortuni abbia tempi di ripresa sempre lunghi. Encomiabile anche in un paio di recuperi difensivi rimane troppo solo a tentarci anche contro la Var che gli vuol far credere che era in fuorigioco attivo nell’azione del gol di Djimsiti. Divora un’occasione da fare al 9’ del secondo tempo, ma sul rigore si prende la responsabilità che nessuno vorrebbe e riapre la partita. Chapeau, insieme a Palomino il migliore; 37’ 2t PICCOLI SV: Gasperini non sceglie mai a caso, alla fine presenta il conto per avere imposto di tenerlo. Si prepari a rispondere con i gol.

GASPERINI 6: Proprietà alla guida di una safety car uguale mercato da sufficienza risicata che si coniuga con rischio gelate per gli obiettivi che lui ha in mente. Meglio non tirare la corda con chi che negli ultimi anni è apparso come il migliore centro tecnico italiano, lasciamogli il tempo per inventare alternative al gioco e alle assenze perché gli avversari hanno imparato a conoscerlo, Ilicic e Miranchuk in primis devono fare la differenza quella che il Milan gradiva gratis. Con i ricordi non si vince ci ha ricordato Mancini, aggiungici che il gol è diventato un problema pensaci mister.

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