• Abbonati
Le opinioni

In fila al gazebo: “Non ricorrerei mai all’eutanasia, ma vorrei ci fosse questa possibilità”

Le motivazioni delle persone che hanno firmato per il referendum al banchetto di via XX Settembre: "Una battaglia di civiltà"

Chi ha vissuto in prima persona l’assistenza ad un parente malato, chi tutti i giorni vede persone soffrire attraverso la sua attività di volontario, chi è anziano e teme di non poter decidere della propria vita nel caso si trovasse in una condizione di estremo patimento.

Sono tante le persone in fila al gazebo di raccolta firme per l’eutanasia legale, all’inizio di via XX Settembre, ognuna con la propria motivazione e la ferma convinzione di aderire ad una battaglia che considera “di civiltà”.

Pierangelo Pellegrinelli ha 80 anni: “Ho firmato perché ho paura. Non temo la morte, ma voglio che sulla mia fine non debba decidere lo Stato. Dev’essere una libera scelta, intima e personale. Tra non molto mi toccherà e se dovessi soffrire sapendo che non potrò mai guarire, non voglio continuare a vivere. È una cosa ovvia. Tenere in vita un morto non fa bene né alla persona né all’umanità”.

testinaggio eutanasia legale
Pierangelo Pellegrinelli

 

Gabriella Acerbis pensa che l’eutanasia sia un atto d’amore: “É consentita per gli animali per evitare loro sofferenze, non capisco perché una persona nelle stesse condizioni non possa decidere di porre fine alla propria vita. È una scelta civile, anche se siamo molto influenzati dalla religione dobbiamo capire che siamo nel 2021 e che le attuali leggi sono anacronistiche. È tempo di fare un passo avanti in questo senso, dev’essere garantita la possibilità di decidere se vivere o morire. È assurdo andare a morire a 200 chilometri da casa, in Paesi dove questa libertà è consentita”.

testinaggio eutanasia legale
Gabriella Acerbis

 

Guia Tonso ha perso sua madre pochi mesi fa: “Era il giorno di Pasqua – ricorda commossa -. L’ho assistita per vent’anni, lei mi chiedeva continuamente di morire e io non ho avuto la possibilità di aiutarla, di esaudire questo suo desiderio. Nei pochi momenti di lucidità mi domandava perché il Signore non la portasse con sé, non ponesse fine alle sue sofferenze. Alla fine è morta in ospedale e non me l’hanno nemmeno fatta vedere, anche se ormai sapevano che non c’era più niente da fare. É stato un grande dolore sia per lei sia per me”.

testinaggio eutanasia legale
Guia Tonso

 

Carlo Gorrini ha già fatto il testamento biologico: “Nel gennaio 2018 sono andato in Comune, accompagnato dal mio medico curante, che mi ha sostenuto. Avevo assistito ad un convegno di Beppino Englaro e mi sono convinto ancora di più di quanto fosse importante tutelarmi in questo senso. Io faccio il volontario in ospedale e al centro Don Orione e vedo persone in condizioni fisiche davvero drammatiche. Io ho tanta paura del dolore, della sofferenza fisica e voglio che, se un giorno dovessi trovarmi in situazioni simili, nessuno decida al posto mio se farmi vivere o morire”.

testinaggio eutanasia legale
Carlo Gorrini

 

Al gazebo si è presentata anche un signora molto distinta, classe 1935. Ha consegnato il proprio documento e ha spiegato: “Io ho firmato per il referendum sul divorzio e non ho divorziato, per quello sull’aborto e non ho abortito e ora firmo anche per questo perché ritengo sacro il libero arbitrio. Magari non ricorrerò mai all’eutanasia legale, ma vorrei ci fosse la possibilità per tutti di scegliere sul proprio fine vita”.

Iscriviti al nostro canale Whatsapp e rimani aggiornato.
Vuoi leggere BergamoNews senza pubblicità?   Abbonati!
commenta

NEWSLETTER

Notizie e approfondimenti quotidiani sulla tua città.

ISCRIVITI