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Parla l’esperto

Aumentano gli escursionisti: “Più incidenti, non gravi, in montagna dovuti all’impreparazione”

Marco Astori, delegato della VI Delegazione Orobica del Soccorso Alpino: "La preparazione è fondamentale perchè aiuta a essere consapevoli dei rischi”

Recentemente sempre più persone hanno scoperto la montagna. Il lockdown e le restrizioni disposte nei mesi scorsi per arginare la pandemia da Covid hanno portato ad apprezzare maggiormente gli spazi aperti e la natura.

Non si tratta solo di appassionati alpinisti, esperti escursionisti e navigati amanti del trekking: molti dei nuovi utenti delle valli e, più in generale, dell’ambiente montano sono semplici visitatori – spesso poco o per nulla esperti – animati dalla voglia di conoscere meglio le bellezze del territorio che li circonda.

Com’è normale che sia, purtroppo, secondo la legge dei grandi numeri, all’aumento delle persone che percorrono sentieri, passi e valichi corrisponde un incremento degli incidenti e delle richieste di intervento dei soccorritori. È un argomento su cui tanti pongono l’attenzione soprattutto quando si verificano incidenti mortali di cui drammaticamente raccontano giornali e tv.

Marco Astori, delegato della VI Delegazione Orobica del Soccorso Alpino, spiega: “Nell’ultimo biennio sicuramente c’è stato un aumento delle attività di soccorso a fronte, però, quasi esclusivamente di incidenti non gravi, come tante distorsioni. Con ogni probabilità sono dovuti a una scarsa conoscenza dell’ambiente montano, una scarsa preparazione e una scarsa informazione prima della partenza. Prendendo le mosse da questa considerazione, comunque, non si può automaticamente assumere che siano aumentati i morti in montagna: il numero è piuttosto standardizzato e purtroppo segue una percentuale piuttosto fisiologica. Il trend subisce variazioni tutti gli anni ma non possono essere legate a questi aspetti, perché gli incidenti accadono per tanti motivi e possono verificarsi anche conoscendo il posto”.

Le cause sono molteplici. Astori prosegue: “Fattori come l’impreparazione o l’utilizzo delle attrezzature sbagliate possono incidere ma le variabili sono numerose. Rispetto a 5-10 anni fa si sono diffusi modi diversi di vivere il territorio montano, per esempio in montagna non si adoperava la bici mentre adesso si: l’avvento delle biciclette elettriche, del downing e di altre attività che una volta non erano così diffuse ha portato questo tipo di appassionati ad alte quote e più in generale su terreni impervi, che possono essere anche quelli dei colli di Bergamo senza salire a 2mila metri di altitudine. Si è configurata, così, una nuova tipologia di incidenti che in precedenza era inesistente”.

“A differenza di quanto avviene negli incidenti su strada – aggiunge Astori – in montagna i soccorsi possono richiedere più tempo se il luogo dove si sono verificati è difficile da raggiungere: è un aspetto da non sottovalutare e spesso rappresenta una criticità importante. Possono servire ore, è possibile che il cellulare non prenda oppure la nebbia può rendere l’intervento più complicato”.

Infine, Marco Astori conclude: “La preparazione è fondamentale perchè aiuta a essere consapevoli dei rischi per riuscire a valutarli al meglio, mentre l’esperienza permette di ridurre i pericoli: raccogliere informazioni e rivolgersi a guide ed esperti sul percorso che si vuole compiere è molto utile. È un consiglio valido in ogni contesto che risulta sempre prezioso quando ci si reca in montagna”.

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