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Spenta la musica

La morte di Charlie Watts, batterista prestato al rock’n’roll

Una macchina da guerra dietro la sua batteria, un metronomo perfetto per le schitarrate di Richards e la voce di Jagger, in pratica un elemento centrale e fondamentale nell'economia della leggendaria formazione inglese.

Se ne è andato in punta di piedi, Charlie Watts, mitico batterista e cofondatore dei Rolling Stones, morto martedì 24 agosto a 80 anni.

E non deve affatto stupire: Watts, delle Pietre rotolanti era per così dire l’anima nobile, ribelle sì, ma alla sua elegante maniera, non certo uno scapestrato come gli altri tre (Wood, Richards, Jagger), ma semmai un batterista prestato al rock’n’roll, lui che amava e veniva dal jazz il suo amore musicale di sempre.

Del resto era cresciuto divorando i dischi di Thelonious Monk e Charlie Parker e solo l’incontro con il rhythm and blues ed il rock lo avevano “deviato “ verso quel suono che nel corso degli anni diventerà il marchio di fabbrica degli Stones.

Una macchina da guerra dietro la sua batteria, un metronomo perfetto per le schitarrate di Richards e la voce di Jagger, in pratica un elemento centrale e fondamentale nell’economia della leggendaria formazione inglese.

E tutto ciò lo scopriamo nei tanti live del gruppo, su quei palcoscenici infuocati dove la batteria di Watts dettava le regole, i tempi, i ritmi che gli altri membri dovevano seguire alla lettera.

E poi c’è Watts artista elegante, un po’ snob, un gentiluomo che poco aveva da spartire con gli altri, così lontani come mentalità ed atteggiamenti eppure così indissolubilmente vicini, tanto da creare una leggenda che va avanti da oltre 60 anni.

Ora gli Stones continueranno la loro infinita avventura con Steven Jordan alla batteria ( da anni stretto collaboratore di Keith Richards ), ma ovviamente nulla sarà più come prima, nessuno potrà avvicinarsi allo stile impeccabile, mai rumoroso di Charlie Watts.

Se ne è andato uno dei più grandi batteristi della sua generazione, e se è vero che il “rock’n’roll non muore mai”, da oggi ci sentiamo un po’ più soli.

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