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Appunti & virgole

Atalanta, partenza all’ultimo respiro. Ma si può vincere anche col cuore

Meno bella e brillante di tante altre occasioni. Pesa anche l'emergenza infortuni e squalifiche. E alla fine prevale la miglior qualità

Qualcuno l’aveva anche previsto: se Gasperini mette Piccoli, poi lui segna. E adesso chi lo manda via da Bergamo, il ragazzo di Sorisole, che ha passato l’estate con la valigia in mano?

Lo stesso Gasp aveva detto che gli sarebbe piaciuto tenerlo e Roberto, specialista nei gol last minute, lo ripaga con un tocco che vale tre punti.

All’Atalanta aveva fatto gol cinque mesi fa, entrando in campo ancora negli ultimi dieci minuti, giusto la rete della bandiera per lo Spezia. Ma il gol di Torino è pesantissimo, il primo con la maglia della sua Atalanta dove è cresciuto, naturalmente dieci minuti dopo essere entrato, al 93′. Bravo Gasp che ha creduto ancora nella vittoria, spedendolo in campo al posto di Gosens e bravo Pasalic con quell’assist da terra, all’ultimo respiro, ad azione quasi conclusa.

E quando mai avete visto due gol bergamaschi, alla prima giornata di Serie A? Dopo la perla di Muriel, irrompe Belotti che, grazie anche a una correzione di Maehle, manda il pallone alle spalle di Musso.

Piccola consolazione per il ‘gallo’, non basta per evitare al Toro la sconfitta. Però che strano: due centravanti made in Bergamo e ancora più singolare l’acuto di Roberto, in un’Atalanta in emergenza, ma sempre più internazionale, con Pessina unico italiano in campo all’inizio.

Piccoli regala quindi un grande sorriso e anche Lucho, certo, con quella fucilata di sinistro che è il marchio di fabbrica del campione Muriel, dopo appena 6 minuti. Poi l’Atalanta soffre, si difende, va anche spesso in confusione.

Resiste a un Toro infuriato ma pasticcione e poco preciso, almeno finchè entra Belotti. Però ha ancora la forza, la Dea, di provare a vincere, pur in una serata poco brillante.

Gasperini ammette, severo: “Vittoria non meritata”. Chiaro, non siamo abituati a vedere l’Atalanta che subisce così a lungo, costretta a difendersi in qualche modo, in ritardo e poco precisa su molti palloni. Vince più con il cuore, certo.

Però. Gasp non cerca giustificazioni, ma obiettivamente contro un Torino di non grande quantità ma di lotta è costretto a proporre una squadra di trequartisti: Pessina, Pasalic, Malinovskyi, Ilicic. Mancano gli equilibratori de Roon e Freuler, insieme non succedeva dal 2017, più altre assenze che non si possono ignorare, da Zapata a Toloi a Hateboer.

L’Atalanta non gioca bene come ci ha abituato e anche i numeri certificano la sofferenza nerazzurra, dai tiri in porta al possesso palla.

Alla fine emerge la miglior qualità, anche in una serata in cui alcuni dei più attesi si fanno un po’ desiderare, Malinovskyi perché deve recuperare la condizione, Ilicic perché forse dopo 30 secondi becca subito un calcione e non è la sua partita, lo stesso Gosens fatica.

Regge bene Palomino con la sua fascia di capitano, Pessina attento ai salvataggi in difesa e comunque tutto lo spirito di squadra: vincere al 93′ è da grande squadra, non è fortuna.

E adesso, visto che si parla sempre di mercato, vogliamo vedere chi avrà il coraggio di mandare via Piccoli, dato che Zapata forse rientrerà solo alla terza giornata, il 12 settembre. Il ragazzo di Sorisole ha la stoffa del centravanti vero, non perché aveva fatto gol a valanga nella Primavera, in A ne ha già segnati 7 in 27 (brevi) partite.

Chissà anche il destino di Lammers, che a Torino è tra i più vivaci e viene dato ora verso Cagliari, in cambio di Nandez, centrocampista della nazionale dell’Uruguay.

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