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La sferzata

Di giovani, contagio e disagio

Vaccinateli e uscite, per quanto non indispensabile, dalle loro vite. Vogliono crescere: accontentateli

Si susseguono senza soluzione di continuità notizie di cronaca nera che hanno come protagonisti giovani e giovanissimi.

Non sta a me elencarli, posto che ogni testata locale ne ha raccontato con dovizia di particolari.

Parte allora indefettibile, al bar sul sagrato delle Chiese, sui social, la sempre uguale giaculatoria che si tramanda da generazione in generazione.

“Ah questi giovani Signora mia. Di questo passo dove andremo a finire? Degli irresponsabili ssssa”.

E allora dagli “al giovane d’oggi” che se magari non sarà proprio criminale,  è per definizione egoista e irresponsabile, disattento alle regole e pure untore.

Ci mancava solo il rave party nella Tuscia, prevenibile e tuttavia non impedito dalle istituzioni preposte, e l’affermazione ha avuto la sua dimostrazione inconfutabile secondo i più.

Ma.

Ma chi giudica, a suo tempo, e per sua fortuna, non credo (salvo sfortunate eccezioni) abbia mai vissuto lo stato di deprivazione sofferto da questi ragazzi per quest’anno e mezzo.

Niente scuola, università, niente sport partite tornei.

Niente amici, morosi , baci. Niente piccole/ grandi trasgressioni.

Immobilizzati dalla necessità e gravosa responsabilità di non vivere per salvare il resto del mondo non infettandolo.

Ed oggi non di rado inibiti dagli adulti a vaccinarsi per ricominciare a condurre una vita normale.

Ebbene.

Non svelo un segreto dicendo che i ragazzi che vedo io, avvocata di famiglia, sono  in sofferenza.

Raramente, per fortuna questa condizione sfocia in fatti criminosi;  più sovente in episodi di autolesionismo, disorientamento, panico, ed altri disturbi misconosciuti da chi sta loro intorno.

Ed allora doveroso un accorato appello.

Vaccinateli e uscite, per quanto non indispensabile, dalle loro vite.

Vogliono crescere: accontentateli.

Se avrete ben seminato, cari adulti,  la piantina crescerà e sboccerà in bellezza sapienza e grazia.

Se non lo avete fatto, beh, non date la colpa al seme, ma a voi seminatori.

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