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L'intervista

Atalanta, la verità del Papu: “Gasp cercò di picchiarmi”. Il mister smentisce

Dopo quasi un anno l'ex capitano chiarisce meglio le ragioni che l'hanno portato a dire addio ai nerazzurri: "Il presidente non ha avuto le palle di chiedere a Gasperini di porgermi le sue scuse". Opposta la versione del tecnico.

Dopo quasi un anno Papu Gomez chiarisce meglio (ne aveva già parlato lo scorso dicembre a Tuttomercato) le ragioni che l’hanno portato a dire addio all’Atalanta. In una lunga intervista a “La Nacion”, ripresa anche dalla Gazzetta, il Papu ricostruisce la dinamica della separazione, partendo da ciò che successe nella partita di Champions a Bergamo contro il Midtyjlland. ”

Sbagliai anche io, perché non obbedii a una consegna tattica. Mancavano 10 minuti alla fine del primo tempo, Gasperini mi chiese di spostarmi sulla destra, ma io stavo giocando benissimo a sinistra. Così gli risposi di no. Immaginate che significa, sul campo oggi, con tutte le telecamere. Sapevo che l’allenatore si sarebbe arrabbiato, che mi avrebbe tolto all’intervallo e in effetti fu così. Ma quello che successe poi nello spogliatoio valicò ogni limite”.

Gomez lo racconta dal suo punto di vista, senza peli sulla lingua, per la prima volta. “Gasperini tentò di picchiarmi. Ok discutere, ma un’aggressione fisica non la posso accettare. Così, dopo questo fatto, chiesi ad Antonio Percassi un incontro e gli spiegai che per me non c’erano problemi a continuare assieme, ammettendo anche le mie colpe: come capitano non mi ero comportato a modo, ero stato un cattivo esempio non obbedendo a un’indicazione dell’allenatore. Però chiesi al presidente che per andare avanti avevo bisogne delle scuse di Gasperini. Una società non può tollerare che il tecnico provi ad aggredire un calciatore”.

Insomma, c’erano elementi per riportare la pace. Ma non fu così. Il Papu continua nel suo racconto: “Il giorno dopo ci fu una riunione di tutta la squadra. Io mi feci avanti e chiesi scusa a tutti: allenatore e compagni. Gasperini, però, non proferì parola. Ma come? Io riconosco di essermi comportato male e quello che ha fatto lui? Andava bene, nessuna scusa? Dopo qualche giorno comunicai a Percassi che non volevo più stare all’Atalanta e lavorare con Gasperini, se le cose stavano così. Il presidente mi rispose che non mi avrebbe lasciato andare via così a cuor leggero. Cominciò il tira e molla, le cui conseguenze le ho pagate sulla mia pelle: mi misero fuori squadra, ad allenarmi da solo o con le riserve”.

Da capitano a separato in casa, il Papu Gomez ha vissuto un momento di buio che mai si sarebbe immaginato dopo 7 anni a Bergamo. “Dopo tutto quello che avevo fatto per il club… Sì, si comportarono male e non posso negarlo. Percassi non ha avuto le palle di chiedere a Gasperini di porgermi le sue scuse. Si sarebbe risolto tutto. Poi mi chiusero le porte del calcio italiano: ero il miglior centrocampista della Serie A e non volevano cedermi a una rivale diretta. Avevo offerte dall’Arabia e dagli Stati Uniti, volevano mandarmi per forza là. Grazie a Dio, alla fine spuntò il Siviglia. E’ stato fondamentale per me, perché volevo a tutti i costi giocare la Coppa America con l’Argentina e così è stato possibile”.

Ma chi tra Gasperini e i Percassi ha deluso di più l’ex capitano nerazzurro? “La proprietà del club. Dopo tanti anni insieme, con il bel rapporto che avevamo: i miei figli andavano a scuola con i bambini della famiglia Percassi, condividevamo un sacco di cose. Poi mi hanno gettato nella spazzatura. Una cosa che mi fa male ancora adesso. Con un allenatore è normale si possa litigare, sono cose che succedono spesso, anche in altri lavori capita. Ma la reazione della società mi fece soffrire sul serio”.

Gomez ha una sua ragione sul perché i Percassi si comportarono così: “Motivi economici. Gasperini è uno dei migliori allenatori d’Europa, che con il suo lavoro fa crescere il valore dei calciatori della rosa. Scelsero lui e non me, perché sapevano che avrebbe continuato a garantire loro soldi dalle cessioni dei calciatori”.

Il Papu ha però un ultimo pensiero per la gente di Bergamo: “Si merita di sapere la verità, per questo oggi ho voluto raccontarla. Ed è giusto anche per me. Da un giorno all’altro mi fecero sparire e l’intenzione era quella di addossarmi tutte le colpe. Volevano far credere che me ne andassi a Siviglia per i soldi. E’ ora che i tifosi dell’Atalanta sappiano come è andata”.

Dopo le parole dell’ex capitano nerazzurro, Gasperini ha rilasciato la propria versione dei fatti in esclusiva alla Gazzetta dello Sport: il tecnico ha spiegato come l’aggressione fisica sia stata di Gomez, ma che il vero motivo che ha poi portato all’addio è stata la mancanza di rispetto verso la proprietà nerazzurra. 

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