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Il ricordo

Afghanistan nel caos, Cristina Parodi: “Lì ho visto donne con grandi sogni, ma ora torna il buio”

La giornalista torna con la mente a quando, da inviata del Tg5, è stata in Afghanistan per un reportage sulla condizione delle donne: "Ora sembra che l'impegno dei nostri soldati non sia servito a nulla".

"L’Afghanistan torna a chiudersi nel buio della dittatura talebana dove essere donna, avere studiato e voler lavorare è una colpa da condannare e cancellare sotto il burqa": è la chiosa del pensiero che Cristina Parodi ha riservato alla situazione drammatica che si sta vivendo nel Paese, ripiombato nelle mani dei fondamentalisti islamici.

Queste le sue parole, pubblicate sul profilo Instagram.

"Sono stata in Afganistan quando lavoravo al tg5 per fare un reportage sulla condizione femminile - ricorda la giornalista -. Ho ascoltato e documentato storie terribili sulle donne ripudiate dai mariti che si davano fuoco perché venivano abbandonate dalla famiglia e dalla società. Ma ho incontrato anche giovani ragazze che volevano fare le giornaliste, avevano grandi sogni, scrivevano bene ma non potevano apparire nei servizi che realizzavano: quello era riservato solo agli uomini. Ricordo i nostri soldati del PRT di Herat (provincial reconstruction team ) e ho ancora negli occhi la passione con cui lavoravano insieme agli afghani per costruire strade, scuole, ospedali".

"Ora sembra che a nulla sia servito questo impegno - aggiunge con una punta di amarezza -. L’Afghanistan torna a chiudersi nel buio della dittatura talebana dove essere donna, avere studiato e voler lavorare è una colpa da condannare e cancellare sotto il burqa #caccialledonne".

 

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