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Il dramma di treviglio

La lite per un mobile, poi la telefonata al 112: “Aiuto, ho fatto del male alla mamma”

La vittima, 43 anni, era una ragazza-madre. I rapporti non sempre facili con la figlia, trasferita in una comunità per minori: "La città è scossa, per lei chiediamo aiuto e rispetto"

Treviglio. “Ho bisogno di aiuto, ho fatto del male alla mamma”. Sono le parole pronunciate al 112 della 15enne che sabato sera ha ucciso la madre con una coltellata alla schiena, al culmine di una lite in casa.

La giovane era a tratti disperata, confidano gli inquirenti. Forse non aveva pienamente realizzato quanto successo, ma aveva comunque capito che la madre – immobile a terra – versava in gravi condizioni.

Purtroppo, quella telefonata non è bastata a salvarle la vita. Manuela Guerini, 43 anni, è morta poco dopo essere stata raggiunta da quell’unico fendente.

La donna lavorava come impiegata in un studio di commercialista ed era una ragazza-madre: aveva cresciuto la figlia da sola, dall’età di 28 anni.

Le due abitavano in un monolocale del centro storico, in via Bernardino Butinone. Un piccolo spazio dove condividere un rapporto non sempre facile, degenerato improvvisamente sabato sera verso le 22, dopo una lite per una faccenda domestica come tante, hanno ricostruito gli inquirenti. Quello per il montaggio di un piccolo armadio, a quanto pare, non era il primo diverbio tra madre e figlia: forse un rimprovero e qualche parola di troppo hanno preceduto la tragica e inaspettata reazione della giovane. Il tutto nello spazio di un istante, destinato a stravolgere per sempre due vite.

La 15enne, in stato di choc, è stata sentita dai carabinieri con il supporto di un esperto e poi trasferita in una comunità protetta, come disposto dalla Procura dei minorenni di Brescia, competente anche per la Bergamasca.

“In questi casi, davanti a un fatto che scuote nel profondo l’intera città, è giusto mantenere il silenzio e il rispetto per tutti i coinvolti” ha dichiarato il sindaco di Treviglio, Juri Imeri, giunto sul posto insieme all’assessore ai Servizi Sociali, Pinuccia Prandina: “Ci troviamo davanti ad una tragedia famigliare immane – ha aggiunto quest’ultima -, lasciamo alle forze dell’ordine e alla procura le indagini”. Nessun commento, per ora, sul fatto che la situazione fosse o meno stata segnalata ai servizi sociali. “Chiediamo solo rispetto e aiuto per la giovane 15enne”, dice l’assessore.

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