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Bergamo segreta

La Cittadella Viscontea: un frammento di Medioevo nel centro storico di Bergamo

Bergamo. La nostra città è conosciuta a livello mondiale per le proprie fortificazioni. Dalle celebri Mura Veneziane passando per il Castello di San Vigilio e la Rocca, il capoluogo orobico è apparso per secoli un centro difficile da espugnare.

In pochi sanno che uno dei principali punti dello schieramento difensivo della città era rappresentato dalla Cittadella Viscontea, imponente struttura posta a cavallo fra il Colle di San Giovanni e Colle Aperto.

Fortemente voluta nel 1355 da Bernabò Visconti, l’opera sorse principalmente con lo scopo di metter in luce il potere conquistato dalla casata milanese che negli anni precedenti si era imposta sulle famiglie che avevano caratterizzato il periodo comunale.

La realizzazione della Cittadella contribuì quindi a inglobare porzioni di fabbricati già presenti fra l’antica “postierla” che consentiva di accedere alla città attraverso la cinta muraria medievale.

Percorrendola attualmente è possibile scorgere un breve tratto di strada risalente all’epoca romana nella quale si scorgono i solchi dei mezzi che un tempo attraversavano il passaggio.

Cittadella Viscontea

A fianco di quest’ultima c’è il nucleo romanico appartenente alla famiglia La Crotta caratterizzato da volte ribassate e ampi pilastri cilindrici, ma soprattutto da alcune decorazioni a rombi neri e bianchi alternati tipici dell’arte lombarda del Trecento.

Completata in due fasi differenti, la Cittadella era inizialmente composta soltanto dalla “Firma Fides”, un vero e proprio fortilizio costituito da un ampio muro di cinta e da una serie di case – torri alte sino a quindici metri accompagnate da ponti levatoi e relativi fossati.

Il passaggio di consegne fra Bernabò Visconti e il figlio Rodolfo segnò invece la nascita dell’ “Hospitium Magnum”, un ampio fabbricato destinato ad ospitare gli alloggiamenti per la guarnigione militare oltre agli uffici di riscossione del dazio.

Oggi sede del Museo Archeologico e di quello di Scienze Naturali, la struttura ha ospitato vari esponenti della dinastia Visconti fra i quali spiccano i nomi dei duchi Gian Galeazzo, Giovanni Maria e Ludovico detto “Il Moro”, fungendo in alcune fasi anche da carcere e luogo di tortura.

Celebre è l’omonima piazza che al tempo fungeva soltanto da cortile interno e dove ancora oggi è possibile la Torre della Campanella e una serie di affreschi fra i quali spiccano il leone alato (simbolo della Repubblica di Venezia) sovrastante lo stemma di due rettori veneti.

Per accedere all’area della Cittadella era però necessario attraversare le due Porte del Pantano (di cui oggi è visibile soltanto quella inferiore) dove le truppe avevano l’opportunità di controllare il transito delle persone.

L’arrivo dei Veneziani a Bergamo e la successiva realizzazione delle attuali Mura ha cambiato completamente l’aspetto di quest’opera mastodontica.

La gran parte delle fortificazioni che costituivano la “Firma Fides” venne rasa al suolo lasciando ai posteri soltanto la Torre di Adalberto e la Torre Scaraguaita, successivamente inglobata nel complesso del Seminario Vescovile.

Riuscì a sopravvivere anche la Torre dell’Iscrizione dove era presente una targa composta da tre lapidi e dedicata al giorno di fondazione della “Firma Fides”.

Cittadella Viscontea

Posizionato nei pressi dell’attuale via Arena, il mastio venne demolito nel corso del XIX secolo comportando lo spostamento della stessa stele e il suo collocamento all’ingresso del Seminario.

L’“Hospitium Magnum” venne adibita a usi civili divenendo prima sede del capitanato veneto con la Serenissima e successivamente della legazione austriaca con il Regno Lombardo Veneto e della prefettura con l’Italia Unita.

Nonostante lo scorrere del tempo l’abbia modificata in maniera considerevole, la Cittadella consente ancora oggi di rivivere per qualche istante il clima presente nella Bergamo Medievale.

Fonti

AA.VV.; Le Mura di Bergamo; Bergamo; Agenzia Autonoma di Turismo; 1979

Arnaldo Gualandris; La città dipinta. Affreschi, dipinti murali, insegne di Bergamo Alta; Almenno San Bartolomeo; Unione Cattolica Artisti Italiani; 2008

Claudio Piga; Luci e scorci di Bergamo Alta; Bergamo; Mercantico di Bergamo; 1998

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