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La risposta

I vertici: “Il futuro dell’ospedale di San Giovanni Bianco non è a rischio”

Il sistema regione sta investendo significative risorse in modo continuo, con progettualità precise e con finalità di messa in sicurezza ed efficienza

San Giovanni Bianco. Sull’ospedale di San Giovanni Bianco il sistema regione sta investendo significative risorse in modo continuo, con progettualità precise e con finalità di messa in sicurezza ed efficienza. L’evoluzione dell’ospedale di San Giovanni Bianco è inevitabile, dettata da numeri, sicurezza e bisogni della Valle Brembana. Lo dicono i numeri della gestione affidata all’Asst Papa Giovanni XXIII.

Gli investimenti sull’Ospedale di San Giovanni Bianco sono continui e declinati su progettualità specifiche, non con finalità di depotenziamento, ma di messa in sicurezza ed efficienza.

La risposta sul futuro del presidio, al centro delle pre­occupazioni della valle Brembana come si è visto nella manifestazione di sabato mattina, arriva dal bilancio e dagli importanti investimenti dedicati all’Ospedale di San Giovanni Bianco che garantiscono non solo il mantenimento, ma lo sviluppo di quei servizi di cura previsti per un ospedale di base in zona disagiata (come definito dal DM 70/2015) con indicazioni che hanno l’obiettivo di favorire l’erogazione di cure appropriate e sicure, la definizione della rete di offerta ospedaliera, concentrando competenze di alta specialità nei centri nei quali sono presenti i servizi e le discipline in base ad un loro adeguato funzionamento negli altri presidi ospedalieri.

“Ciò che conta ­ – spiega il direttore generale dell’Asst Papa Giovanni XXIII Maria Beatrice Stasi – ­ è guardare al futuro e alle reali esigenze della valle: un pronto soccorso efficiente e coordinato con Bergamo con l’emergenza garantita anche dalla presenza di notte del rianimatore del 112 o di Areu e dell’auto medica di Areu. E una medicina sviluppata. Lo si è visto in periodo di Covid. Occorre guardare alle priorità e alla sicurezza”.

La difficoltà a reperire il personale al Pronto Soccorso è stata risolta con la rotazione dei medici del Papa Giovanni XXIII; il personale sanitario presente è, pertanto, costituito da un’unica équipe in grado di gestire al meglio le emergenze e le urgenze che si dovessero verificare.

“Mensilmente – aggiunge il direttore sanitario Fabio Pezzoli – si attivano in media 7 trasporti urgenti dal presidio ospedaliero di San Giovanni Bianco al Papa Giovanni XXIII per accentrare verso gli hub la gestione dei casi specialistici tempo dipendenti [infarti miocardici acuti, stroke, rotture di aneurismi dell’aorta). In Medicina Interna, dopo anni di difficoltà nel reclutare personale a lavorare nei presidi di montagna, nel mese di maggio è arrivato un nuovo specialista a cui si è aggiunta una collega rientrata da congedo. A settembre arriverà un nuovo medico dalla Nefrologia del Papa Giovanni XXIII per rafforzare il centro dialisi già particolarmente attivo a San Giovanni Bianco e, dal mese di novembre, partirà un potenziamento delle attività di chemioterapia attraverso il reclutamento di una figura specialistica esperta proveniente dalI’oncologia del Papa Giovanni XXIII. La finalità è potenziare un’attività che è opportuno resti vicina ai luoghi di residenza dei cittadini con la supervisione del Papa Giovanni”.

“Il piano di reclutamento del personale – spiega ancora la DG Stasi – pur tra la difficoltà di reclutamento nel trovare medici disponibili a lavorare in montagna, è in continua progressione. Non ci ha impedito di potenziare l’offerta di posti letto di subacuti e ci permetterà di riprogrammare le attività di chemioterapia. Inoltre, nell’ambito dei progetti che riguardano l’istituzione di ospedali di Comunità, l’Asst ha trasmesso a Regione Lombardia un progetto per l’incremento di posti letto per attivare l’ospedale di comunità all’ultimo piano, attualmente non utilizzato, a gestione prevalentemente infermieristica, secondo le indicazioni che stanno venendo avanti su queste nuove strutture di ricovero per quei pazienti che, a seguito di un episodio di acuzie minori o per la riacutizzazione di patologie croniche, necessitano di interventi sanitari a bassa intensità clinica”.

Per l’attivazione di questa struttura, l’Asst ha richiesto a Regione Lombardia un investimento di 2 milioni di euro che andrebbe ad aggiungersi alle significative risorse che il sistema Regione sta investendo in modo continuo e con progettualità precise con finalità di messa in sicurezza ed efficienza del presidio.

Significative le risorse utilizzate per la messa in sicurezza dell’edificio, per l’acquisto di nuove tecnologie già in funzione nelle sale operatorie (una colonna laparoscopica dal valore di 75.000 euro e 4 tavoli operatori per 215.000 euro), per i lavori di adeguamento dell’impianto elettrico e di condizionamento delle sale operatorie del secondo piano (1.131.000 euro), per attrezzare l’ambulatorio di Endoscopia con una nuova colonna (180.000 euro), intercambiabile con il Papa Giovanni XXIII, per migliorare gli standard del servizio offerto, per dotare l’ambulatorio di Otorinolaringoiatria di un nuovo audiometro e impendenzometro (10.000 euro) e per acquistare letti bilancia di ultima generazione per il centro dialisi. Importanti anche gli investimenti informatici per mettere in rete con l’ospedale Papa Giovanni la Radiologia e il Laboratorio, per attivare la cartella clinica informatizzata in Medicina e per completare la farmaco-prescrizione informatizzata in Week Surgery, chirurgia e ortopedia, in linea completa con l’Ospedale Papa Giovanni.

Per quanto riguarda le attività ambulatoriali, già particolarmente presenti, è recente l’attivazione di un potenziamento della ginecologia per consentire l’effettuazione di visite, ecografie e colposcopie, oltre la gestione degli eventuali rientri dal Pronto Soccorso, l’attivazione di un servizio di odontostomatologia rivolto ai bisogni degli utenti fragili e disabili E’ inoltre intenzione dell’Asst, alla luce del miglioramento del quadro epidemiologico post Covid, di ampliare la presenza dell’ortopedico nei periodi più significativi dell’anno che prevedono un maggiore afflusso al pronto soccorso.

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