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Cinema

La recensione

“Old”: il ritorno di Shyamalan in thriller profondo sull’incessante scorrere del tempo

Il racconto si basa su un gruppo di tredici persone che per motivi vari si ritrovano su una spiaggia idilliaca; la loro vacanza sembra proseguire per il meglio quando un cadavere di una donna arriva dal mare.

Titolo: Old
Regia: M. Night Shyamalan
Durata: 108’
Genere: Thriller
Interpreti: Gael Garcia Bernal, Vicky Krieps, Rufus Sewell, Ken Leung, Nikki Amuka-Bird, Abbey Lee, Kathleen Chalfant
Programmazione: Cinema
Valutazione IMDB: 6.2/10

Prisca (Vicky Krieps) e Guy (Gael Garcia Bernal) sono un coppia sposata ma al capolinea della loro relazione e, poco prima del loro divorzio, decidono di organizzare una vacanza in un lussuoso resort tropicale in modo da regalare ai figli Maddox e Trent un ultimo momento di spensieratezza. In cerca di un luogo da visitare, i quattro vengono indirizzati del manager del villaggio in una spiaggia nascosta nei pressi di una riserva naturale. Guy e famiglia non sono però gli unici ad essere indirizzati verso il lido, insieme a loro infatti troviamo il rapper Mid-Size Sedan con la sua compagna, dai coniugi Jarin (Ken Leung) e Patricia (Nikki Amuka-Bird) e dal chirurgo Charles (Rufus Sewell) insieme alla moglie Chrystal. (Abbey Le), alla figlia Kara e alla madre Agnes (Kathleen Chalfant). Il quadretto bucolico non è però destinato a durare e ben presto il gruppo viene sconvolto dall’improvvisa morte della compagna del rapper e dell’anziana Agnes.

Da quel momento la logica cede inevitabilmente il passo ad inspiegabili trasformazioni e a strani eventi uniti tutti dall’imperativo categorico di non seguire le fisiologiche leggi universali di tempo e spazio.

Scritto e diretto dal regista indiano M. Night Shyamalan, “Old” è un thriller atipico che porta sul grande schermo la storia della graphic novel del 2013 “Château de sable” (“Castello di Sabbia”) scritta da Pierre-Oscar Levy e Frederick Peeters. Infrangendo le logiche a cui tutti siamo abituati, la storia racconta di un gruppo di persone che, loro malgrado, si trovano in un luogo in cui gli anni passano letteralmente in un battito di ciglia, facendo sì che i giovani maturino nell’arco di poche ore così come gli adulti, che passeranno ben presto alla terza età. Giocando con l’analogia con un castello di sabbia, Shyamalan torna ad tessere le fila di una storia ricca di suspense crescente e di colpi che scena che, oltretutto, approfondisce il rapporto disturbato che le persone hanno con l’incedere degli anni in epoca moderna. Gli stessi Guy e Prisca, in quello che è il cardine della storia, stanno per divorziare proprio per differenti opinioni riguardo al tempo, con lui troppo concentrato sul futuro mentre lei appassionata di epoche passate che poco hanno a che spartire con la nostra.

Caratterizzando ogni personaggio in modo distinto e riconoscibile, via via che si procede con la trama ogni storia si arricchirà con dettagli e drammi personali che in breve sfoceranno in un grande racconto variopinto in cui l’orologio, coadiuvato dalle sue tre fedelissime lancette di lunghezze e velocità differenti, rappresenta insieme protagonista ed antagonista per i nostri eroi.

Battuta migliore: “Papà perché ora mi guardi così?”

old film

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