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Le reazioni

Green pass, i bar e ristoranti di Bergamo: “Felici di collaborare se serve a scongiurare chiusure”

Giorgio Beltrami e Petronilla Frosio, presidenti rispettivamente di bar, caffè e pasticcerie e dei ristoratori di Ascom Bergamo, si fanno portavoce delle categorie che rappresentano: "Fino ad oggi misuravamo la temperatura, faremo anche questo se aiuta a convincere la gente a vaccinarsi per uscire da questa situazione una volta per tutte".

Bergamo. Come ormai noto, da venerdì 6 agosto per poter consumare ai tavoli al chiuso in bar e ristoranti italiani i cittadini over 12 dovranno dimostrare di essere in possesso del Green pass che attesta l’avvenuta vaccinazione, la guarigione dal Covid o la negatività a un tampone antigenico o molecolare effettuato nelle 48 ore precedenti.

Un’ulteriore novità che finirà in capo ai titolari dei locali, chiamati alla verifica della documentazione: per farlo il governo ha messo a loro disposizione la App VerificaC19, sviluppata dal Ministero della Salute, con la quale gli esercenti potranno scannerizzare il Qr code del cittadino e ottenere in tempo reale una risposta sulla validità o meno del certificato digitale.

Un secondo passaggio, in caso di “luce verde”, sarà il controllo della corrispondenza tra il nome e la data di nascita che appariranno sul display e un documento di identità del cittadino, come già stabilito dal dpcm dello scorso 17 giugno secondo il quale “l’intestatario della certificazione verde Covid19 all’atto della verifica dimostra a richiesta dei verificatori la propria identità personale mediante l’esibizione di un documento di identità”.

Le sanzioni per i trasgressori non sono leggere: dai 400 ai mille euro sia per l’esercente che per il cliente, con sconto del 30% se pagate entro cinque giorni. Caso estremo la chiusura da 1 a 10 giorni del locale, al verificarsi di violazioni reiterate per tre volte in tre giorni diversi.

Le regole, ovviamente, avranno un impatto diretto sulla vita lavorativa di baristi e ristoratori.

“Partiamo dicendo che noi siamo gestori di pubblici esercizi e non pubblici ufficiali – precisa Giorgio Beltrami, presidente del Gruppo Bar Caffè e Pasticcerie di Ascom Confcommercio Bergamo e vicepresidente di Fipe Lombardia, l’Associazione Regionale dei pubblici esercizi -, ma chiaramente capiamo la ragione per la quale il Governo Draghi ha preso questa posizione. Si tratta di una ‘forzatura’ per provare a convincere chi ancora non lo è della necessità assoluta di vaccinarsi. Mi rimane qualche difficoltà nell’accettare che il Green Pass venga messo in capo a noi titolari, però tutto sommato possiamo collaborare e cercare di arrivare così fino a fine settembre, quando secondo il generale Figliuolo arriveremo all’immunità di gregge”.

Beltrami
Giorgio Beltrami

Le alternative, purtroppo, sono ben note: “Lo ricordo sempre anche ai miei colleghi – continua – il rischio è quello di tornare a chiusure e lockdown. Come Fipe crediamo che un minimo di sacrificio per venire incontro a questa necessità vada fatto. Una presa di posizione che ritengo responsabile, a differenza di quella di altre associazioni che si stanno mettendo in mostra in questi giorni, purtroppo anche a Bergamo, e pensano di poter infrangere le regole a loro piacimento. Mi auguro solo una cosa, che si usi buonsenso e non ci sia una particolare attenzione punitiva nei confronto dei gestori qualora venisse trovata all’interno dei locali una persona sprovvista di Green Pass”.

Quasi completamente sovrapponibile il ragionamento di Petronilla Frosio, presidente dei ristoratori di Ascom Confcommercio Bergamo, che non nega nemmeno un’accoglienza iniziale non troppo entusiastica della misura: “Come volete che sia stata accolta? – domanda con sarcasmo – Si tratta di altro lavoro che ci accolliamo, ma a fronte di un nuovo aumento dei contagi e di paventate chiusure tutto sommato va bene. Soprattutto se serve anche a convincere la gente a vaccinarsi. A mio avviso, però, doveva essere maggiormente uniformato ed esteso a tutti i locali al chiuso, supermercati compresi: perchè ora da questa situazione dobbiamo uscirne una volta per tutte”.

petronilla frosio
Petronilla Frosio

Frosio non è preoccupata dall’applicazione della misura voluta dal Governo, “anche perchè fino ad oggi dovevamo comunque misurare la temperatura ai clienti e quindi siamo abituati a sostenere questo ‘costo’. In questo caso ci dotano di una app che ci aiuta e si tratterebbe poi solo di chiedere la carta d’identità ai clienti. Anche se nel nostro ristorante (il Ristorante Posta di Sant’Omobono Terme ndr) noi bene o male li conosciamo tutti, ma nelle zone turistiche i colleghi saranno chiamati a farlo sicuramente”.

A spaventare, invece, sarebbero altre chiusure qualora si rendessero necessarie a causa della situazione epidemiologica: “Rappresentando i ristoratori Ascom conosco bene la situazione – spiega – In questo momento stiamo lavorando e non abbiamo ancora toccato con mano gli effetti delle chiusure forzate. Al momento viviamo in un limbo, tra mutui sospesi e scadenze fiscali rimandate: prima o poi, però, il conto arriverà. Nel frattempo i ristori sono stati quelli che sono stati e molti colleghi non hanno ricevuto nulla, perchè calcolati sugli anni precedenti senza considerare i cinque mesi senza lavorare”.

Sui controlli relativi al Green Pass, la presidente del gruppo ristoratori di Ascom Bergamo fa una previsione partendo da ciò che è stato fino ad oggi: “Nella maggior parte dei casi i ristoratori si sono comportati correttamente e hanno applicato tutte le normative vigenti – evidenzia – Tranne in casi limite, mi sento di poter dire che di controlli asfissianti nei nostri confronti non ce ne sono stati. Inoltre vediamo che anche tra clienti ci si aiuta nel rispetto delle regole, tra distanziamento e mascherine. C’è tanta attenzione e quando in un locale si rispettano le regole ognuno di noi è sempre più portato a farlo”.

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