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Tokyo2020

Olimpiadi, secondo oro per l’Italia: Valentina Rodini e Federica Cesarini nel canottaggio

Dopo esser rimaste in terza posizione per buona parte della regata, le due lombarde hanno accelerato negli ultimi trecento metri precedendo di quattordici centesimi la Francia e di quarantanove l’Olanda.

L’Italia rompe il tabù e torna a salire sul gradino più alto del podio delle Olimpiadi. A conquistare il secondo oro della rassegna a cinque cerchi in corso a Tokyo ci hanno pensato due lombarde, Valentina Rodini di Cremona e Federica Cesarini di Cittiglio (Varese) che si sono imposte conquistando la prima medaglia di sempre del canottaggio femminile azzurro nel doppio leggero.

Un’affermazione frutto del grande lavoro svolto da Valentina e Federica che hanno dovuto far i conti con la sfortuna, complice un’infiammazione che aveva rallentato alla vigilia la preparazione della 26enne cremonese.

La voglia di superarsi ha permesso alle azzurre prima di far segnare il nuovo record del mondo in semifinale, poi di vincere una gara decisa sul filo di lana.

Dopo esser rimaste in terza posizione per buona parte della regata, le due lombarde hanno accelerato negli ultimi trecento metri precedendo di quattordici centesimi la Francia e di quarantanove l’Olanda.

“È stata una gara fantastica, a 15 colpi dalla fine ho chiamato il via che ci ha permesso di balzare davanti, ma gli ultimi cinque colpi non finivano mai – ha dichiarato Rodini nel dopo-gara -. Dopo il traguardo, ho avuto subito la sensazione che fossimo medaglia d’oro, ma c’era incertezza e ho voluto aspettare la conferma del tabellone. Poi è esplosa la gioia che doveva esserci al termine di una finale come questa”

“Che bel risveglio! Valentina Rodini e Federica Cesarini: fantastiche!”.  Ha scritto sulla sua pagina Facebook il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, commentando l’oro azzurro. “L’Italia intera – aggiunge il governatore – vi ringrazia e la Lombardia vi attende al Palazzo della Regione per conferirvi un riconoscimento ufficiale per questa grandissima impresa”.

L’impresa compiuta dalle due ragazze ha incoraggiato anche i colleghi Pietro Willy Ruta e Stefano Oppo che si sono aggiudicati il bronzo a livello maschile.

Prova costante per il 33enne piemontese e il 26enne sardo che hanno provato a contenere il distacco dal duo di testa composto dall’Irlanda e dalla Germania, conservando senza grossi problemi il gradino più basso del podio.

Tagliato fuori dalla lotta per le medaglie, il tandem tricolore ha saputo gestire la situazione con un ottimo acume tattico spazzando via i fantasmi provenienti dall’ultima esperienza olimpica e terminando la propria fatica in 6’14”30, distanti 7”87 dagli irlandesi che hanno bruciato in volata i propri avversari.

Impresa d’altri tempi invece per Gregorio Paltrinieri che è andato oltre anche i postumi della mononucleosi mettendosi al collo la medaglia d’argento negli 800 metri metri stile libero.

Capace di completare il prodigioso recupero in meno di un mese, il nuotatore emiliano è giunto a Tokyo con molti dubbi sulle proprie condizioni, perplessità ha spazzato via che ha spazzato via mettendosi in evidenza nella specialità che lo ha reso celebre e che lo ha visto arrendersi soltanto all’americano Robert Finke.

Nonostante l’ingresso in finale con l’ultimo tempo utile non lasciasse molte speranze alla possibilità di confermare il secondo posto di Rio de Janeiro 2016, il 26enne di Carpi ha compiuto un vero e proprio miracolo sportivo imponendo un ritmo forsennato sin dai primi metri di gara.

In grado di mantenere un ritmo attorno ai 29”5 di media, il fuoriclasse modenese ha saputo rispondere prontamente agli attacchi avanzati dall’ucraino Misha Romanchuk e dallo statunitense Florian Wellbrock ai 600 metri, dovendosi arrendere soltanto nel finale all’avanzata di Finke e toccando la piastra in 7’42”11.

“Parlare di miracolo è poco, neanche io avrei scommesso su me stesso. Ero un’altra persona rispetto alla batteria, avevo un’altra voglia di gareggiare – ha confessato l’allievo di Fabrizio Antonelli -. Un mio grande amico mi ha scritto alla vigilia che queste finali si vincono con il cuore. C’ho pensato e aveva ragione. Io ho sempre programmato tutto nella vita e ci avevo messo troppa testa, troppe idee, anche confuse. Oggi ce l’ho messa tutta, gli altri potevano adottare qualsiasi strategia, ma il cuore è quello che conta”.

Paltrinieri si concentrerà ora sulle eliminatorie dei 1500 metri in programma sabato 31 luglio prima di virare sul nuoto di fondo e puntare a incrementare ulteriormente il proprio bottino nella dieci chilometri prevista per giovedì 5 agosto.

Sentimenti contrastanti hanno infine accompagnato le ragazze del fioretto che hanno colto il bronzo nella prova a squadre.

Consapevoli di aver sprecato una grande occasione, Martina Batini, Erica Cipressa, Arianna Errigo e Alice Volpi hanno dominato la finale per la terza posizione superando per 45-23 gli Stati Uniti.

Un punteggio frutto probabilmente della voglia di rivalsa accumulata dalle ragazze dopo la sconfitta subita in semifinale ad opera della Francia che ha sfruttato al meglio il calo della veterana Errigo che ha concesso sei stoccate consecutive alla francese Ysaora Thibus durante l’ultimo assalto.

Il desiderio di dimostrare il proprio valore accompagnato alla classe di Alice Volpi e alla freschezza di Enrica Cipriani (all’esordio su una pedana olimpica) ha sicuramente spinto le azzurre che hanno travolto le americana sin dai primi incontri portando a cinque il numero di medaglie conquistate sinora dalla scherma.

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